TCR | Dieci anni dall’inizio della rivoluzione delle corse turismo [Parte 2]

di Marco Colletta
MarcoColletta marcocolletta
Pubblicato il 11 Marzo 2025 - 11:00
Tempo di lettura: 38 minuti
TCR | Dieci anni dall’inizio della rivoluzione delle corse turismo [Parte 2]
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Il secondo episodio del racconto storico delle TCR Series, con l’esordio del WTCR e l’espansione in ogni angolo del globo

Proseguendo il lungo cammino nella storia delle TCR Series, dopo aver affrontato i primi passi che ci hanno condotto dal 2014 al 2017 in abbiamo seguito l’ascesa del TCR International Series e la nascita delle prime competizioni regionali e nazionali, è il momento di affrontare la seconda fase.

In questo episodio andremo a ripercorrere il periodo che va dal 2018, anno di nascita del WTCR dopo la fusione tra la serie internazionale di WSC e lo storico WTCC, fino al 2022, la tragica stagione – dal punto di vista sportivo – che ha portato alla chiusura dello stesso campionato.

Cinque anni in cui si è raggiunto il picco di partecipanti in pista, con il WTCR, il TCR Italy e il TCR Germany sempre oltre i 25 piloti impegnati ad ogni evento, tante nuove serie hanno continuato a prendere il via, nuovi marchi hanno fatto il proprio ingresso e quelli già presenti sono passati alla seconda generazione di vetture.

Un quinquennio spezzato in due dalla grave pandemia di Coronavirus che ha minato in tutto il mondo l’andamento in continua crescita del TCR e che, in alcuni casi, ha portato a importanti ridimensionamenti che ne hanno compromesso totalmente o per breve tempo lo svolgimento di qualche serie.


2018

Nemmeno il tempo di brindare il nuovo anno e la stagione 2018 ha preso il via con la presentazione della nuova Peugeot 308 TCR, la prima vettura realizzata ad hoc per il regolamento WSC dalla casa francese, dopo che la stessa per anni ha portato in pista una versione primordiale: la 308 Racing Cup.

Quella del Leone francese non è stata l’unica new-entry, infatti la settimana successiva con l’avvio del TCR 24H Series e del TCR Middle East (vinto poi da Luca Engstler) ha fatto il suo debutto anche la Honda Civic FK7, la seconda generazione della vettura realizzata da JAS Motorsport.

Gennaio 2018 è stato importante non solo per l’arrivo delle prime evoluzioni delle auto TCR, ma anche perché il TCR ha finalmente raggiunto tutti i continenti del globo. Da un lato l’America, con il debutto della classe nell’IMSA Continental Tire SportsCar Challenge, che ha visto la vittoria di Britt Casey Jr e Tom Long con l’Audi del Compass Racing, dall’altro l’Oceania con l’annuncio della nascita del TCR Australia per l’anno successivo.

L’America non si è accontentata di un solo campionato a Stelle e Strisce, ma ha subito fatto il bis. Infatti, oltre alla serie targata IMSA, a marzo ha preso il via anche la classe TCR nel Pirelli World Challenge (sotto il controllo di SRO) con il successo di Michael Lewis sulla Hyundai del Bryan Herta Autosport.

Sin dai primi mesi il 2018 si è mostrato essere un grande anno per il TCR in quanto, oltre alle novità sopracitate, a marzo è stato presentato anche il primo veicolo completamente elettrico: la Cupra e-Racer. La divisione sportiva di SEAT ha fatto ancora una volta da apripista a una novità per il mondo TCR, con WSC che ha annunciato la nascita dell’ETCR e il suo regolamento tecnico. Un esperimento partito con eventi promozionali e poi – negli anni successivi – sfociato in un vero e proprio campionato.

In attesa dell’evento più atteso dell’anno, a cavallo tra marzo e aprile ha preso il via anche il TCR UK, nato in una terra fortemente influenzata dallo storico BTCC, che a Silverstone ha visto il dominio di Daniel Lloyd sin dalle qualifiche davanti a una griglia di più di una dozzina di vetture.

Il 7 aprile 2018 è scattato il campionato che ha decretato definitivamente il TCR in cima alla piramide delle corse turismo. Di scena a Marrakech, il WTCR ha fatto il suo esordio portandosi dietro nomi di grande peso storico come Gabriele Tarquini, Yvan Muller, Rob Huff, James Thompson, Gianni Morbidelli e Fabrizio Giovanardi. In pista oltre al campione in carica del WTCC Thed Björk, anche il corrispettivo del TCR International Series Jean-Karl Vernay.

Nel primo appuntamento la nuova Hyundai i30 ha subito fatto vedere la propria forza con una tripletta in qualifica comandata da Björk. A conquistare il primo successo nella neonata serie mondiale è stato però Gabriele Tarquini. Il “Cinghio” ha controllato la corsa dall’inizio alla fine, resistendo ai costanti attacchi dello svedese e mantenendo la freddezza in una corsa influenzata da una bandiera rossa e una lunga neutralizzazione. Con lui sul podio, per l’appunto Björk e Huff.

La seconda vittoria dell’anno è andata invece a Vernay che, come ha fatto Tarquini nella gara precedente, ha beffato il poleman (Oriola, ndr) in partenza, andando a chiudere davanti all’idolo locale Mehdi Bennani e Oriola.

Una delle novità di questa stagione è stata l’introduzione della terza gara per ogni weekend, che ha portato a un maxi calendario di 30 corse dislocate su dieci tappe. In quest’ultima è stato Tarquini a partire davanti a tutti grazie alla pole nelle seconde qualifiche e lo stesso ha poi sigillato il secondo successo stagionale, uscendo dal primo round con 62 punti e un vantaggio di undici lunghezze su Björk.

Nelle stesse ore, l’aria di nuovo e di vette più alte non ha toccato solo i cieli del Marocco, ma anche quelli italiani, in quanto al Mugello due nuove serie hanno preso il via. Grazie al Gruppo Peroni Race, l’Italia è diventato il primo paese a vantare tre campionati TCR sul proprio suolo.

Con una classe nella 2H Endurance Champions Cup e una nella Coppa Italia Turismo, l’Italia ha aperto ai piloti turismo la possibilità di scegliere tra gare sprint o di durata o tra competizioni di alto livello o un trampolino di lancio nelle corse turismo.

Per quanto riguarda la classe endurance, i primi ad affermarsi sono stati Marco e Mariano Costamagna al fianco di Roberto Olivo, mentre in quella sprint sul gradino più alto del podio si sono alternati Matteo Bergonzini e Alberto Biraghi.

Al termine di aprile è andato in scena il primo round europeo del WTCR all’Hungaroring (Ehrlacher, Huff e Tarquini), mentre in Italia ha preso il via la quarta stagione del TCR Italy con la doppietta di Luigi Ferrara, il quale ha portato l’Alfa Romeo Giulietta a conquistare il suo primo successo nel TCR nazionale.

Il pilota di V-Action Racing si è anche aggiudicato il primo round del nuovo TCR Swiss Trophy. Quest’ultimo è stato un trofeo indetto da Auto Sport Switzerland, con round scelti dai calendari di vari campionati europei e valevoli per la classifica finale.

Una settimana dopo a Le Castellet ha invece fatto il suo esordio il nuovo TCR Europe che, dopo due stagioni in cui è passato dall’essere un trofeo simile allo svizzero sopracitato a un single-event, si è trasformato un in vero e proprio campionato. Il primo a trionfare è stato Dušan Borković, dominatore dell’intero weekend.

La stagione del WTCR è proseguita al Nordschleife (Muller, Guerrieri e Björk), dove ha fatto da contorno alla prestigiosa 24 Ore del Nürburgring vinta da Buri, Gené, Parhankagas e Laaksonen. E dalle gare disputate il giovedì e sabato si è passate a quelle della domenica e lunedì di Zandvoort dove il WTCR (Ehrlacher, Comte e Vernay – con Hyundai anonime per colpa del BoP) si è unito alle griglie del TCR Europe (con il primo successo assoluto di Mikel Azcona) e del TCR Benelux, valevole anche per la classifica del TCR Swiss.

Se una volta le corse turismo erano delle vere e proprie vetrine di promozione dei nuovi modelli da parte dei costruttori di tutto il mondo, proprio nei Paesi Bassi le parti si sono invertite. A maggio 2018 infatti è stata presentata la prima vettura stradale di derivazione TCR, la Volkswagen Golf GTI TCR Concept: un modo per avvicinare anche i tifosi alle sensazioni da pista delle vetture turismo.

Continuando con il WTCR, il terzo round si è invece svolto sul tracciato cittadino di Vila Real, in compagnia del TCR Portugal e TCR Ibérico. Le tre gare hanno visto i trionfi di Muller, Homola e Björk, ma il weekend è rimasto impresso nella mente degli appassionati per uno degli incidenti più disastrosi della storia del TCR.

Al via le due Volkswagen del Sébastien Loeb Racing di Huff e Bennani si sono contese la leadership della corsa, ma un contatto tra i due piloti ha creato un imbuto nelle strette stradine portoghesi, le cui conseguenze sono state incalcolabili, con forse un paio di vetture uscite senza il minimo graffio. Diversi piloti, tra cui proprio Huff e Bennani hanno dovuto alzare bandiera bianca per il resto del weekend, mentre Thompson è stato costretto a chiudere anzitempo la propria stagione.

La stagione europea del WTCR si è poi conclusa allo Slovakia Ring (Oriola, Tarquini, Michelisz) prima di intraprendere una lunga pausa di trasferimento verso la Cina dove due mesi più tardi sarebbe cominciata la fase conclusiva del primo anno della Coppa del Mondo.

Pausa durante la quale, proprio in Asia, è scattato il nuovo TCR Korea, con la Corea del Sud che è diventata il terzo paese asiatico a vantare una serie TCR. A Yeongam è andato in scena il primo round in occasione dell’appuntamento del TCR Asia. A vincere sono stati Andrew Kim e Charlie Kang.

Dopo il nuovo inizio asiatico di fine agosto, all’inizio di settembre è invece stato assegnato il primo titolo americano. Ryan Eversley, grazie alla doppietta di Watkins Glen, è diventato il primo campione della classe TCR del Pirelli World Challenge. Nello stesso mese, Attila Tassi è invece diventato il primo e unico titolato del TCR Swiss Trophy (dato che la coppa è stata seguentemente cancellata nel 2019), mentre Ernesta Globytė con il secondo assolo nella classe TCR del BaTCC è diventata la prima donna a ottenere due titoli.

A fine settembre, il WTCR ha ripreso ritmo con l’evento di Ningbo dominato dall’YMR (Björk, Muller e Björk) e quindi quello di Wuhan (Vernay, Bennani, Shedden). Prima di volare verso il Giappone.

In attesa di giungere a Suzuka, però, in ordine temporale altri primi titoli sono stati assegnati, come quello del TCR Italy che ha visto il primo trionfo di Salvatore Tavano, tornato sul tetto del turismo italiano a quindici anni dalla vittoria nel Campionato Italiano Super Produzione, con l’Alfa Romeo 147.

Dopo di lui, Britt Casey Jr e Tom Long si sono aggiudicati il primo successo nella classe TCR dell’IMSA Challenge, nel TCR UK Daniel Lloyd ha conseguito l’alloro britannico, Mikel Azcona ha trionfato nel TCR Europe, Jean-Karl Vernay nel TCR BeNeLux (declassato a trofeo dell’europeo valido per team e piloti di quella regione), mentre tornando in Italia Edoardo Barbolini e Matteo Bergonzini hanno conquistato il primo titolo nella Coppa Italia Turismo.

Giunti al termine di ottobre il WTCR è arrivato a Suzuka – dove è stato lanciato anche il nuovo TCR Japan in vista del 2019 -, che in Gara 1 dopo la pole position di Comte sulla Peugeot ha visto il primo successo mondiale dell’Alfa Romeo dopo undici anni. Il bergamasco al via aveva dovuto difendersi da Muller, salvo poi riuscire a conquistare la prima posizione durante il secondo giro. Una vittoria sofferta, soprattutto per le difficoltà della Giulietta nel primo settore, ma che non hanno impedito all’italiano di chiudere davanti a Comte e Muller.

Le altre due gare sono invece andate nelle mani di Huff e Tarquini, con la classifica che prima del round conclusivo di Macao ha visto quest’ultimo in testa con 291 punti e un discreto vantaggio di 39 punti sullo storico rivale Muller e di 53 su Björk.

Prima di approdare a Macao però, si sono chiuse anche le prime stagioni del TCR Korea con il titolo di Charlie Kang e quella del TCR 2H Endurance Champions Cup con l’affermazione di Marco e Mariano Costamagna, mentre negli Emirati Arabi Uniti è scattata la prima classe TCR nel UAE Touring Car Championship.

Nel classico scenario di Macao di metà novembre, mentre Rob “Mr. Macao” Huff ha continuato a dettare legge fin dal sabato portandosi a casa entrambe le pole e le prime due gare, con Tarquini quarto e ritirato e Muller secondo e terzo, lo scontro finale per il titolo è giunto fino a Gara 3. Qui l’abruzzese è partito con il vantaggio dei 305 punti, contro i 287 del transalpino. Quest’ultimo è però scattato dalla sesta piazzola in griglia, mentre l’italiano solo dalla quattordicesima.

La corsa è finita nelle mani di Guerrieri, mentre la lotta per il titolo tra i due colossi del turismo si è svolta esclusivamente a distanza. Muller ha dovuto sfidare il compagno di Tarquini, Michelisz, per tentare di guadagnare una posizione in più mentre il “Cinghio” ha dovuto rimontare fino alla zona punti per ottenere il successo finale. Al termine della stagione, il pilota di Giulianova ha conquistato il primo alloro mondiale a distanza di nove anni dall’unico assolo nel WTCC, battendo il quattro volte campione del mondo per sole tre lunghezze.

Durante il 2018, oltre ai già annunciati ETCR (la cui introduzione era stata prevista per il 2020) e il TCR Japan, è stato lanciato anche il TCR Eastern Europe Trophy, ampliando così il panorama TCR regionale sempre più ad est, mentre in Italia grazie all’impegno di ACI è stato realizzato il quarto campionato nazionale. Anche a livello federale è nata una categoria endurance, il TCR DSG Endurance scattato nel 2019 con gare da due ore.

Purtroppo però c’è da segnalare che, così come tante nuove serie sono nate, anche le prime hanno iniziato ad alzare bandiera bianca. Ne è un esempio il TCR Portugal, una delle cinque ad essere lanciate nel 2015, che ha svolto la sua quarta e ultima stagione nel 2018 consegnando il titolo a Pedro Salvador.

Non solo i campionati, ma anche i marchi impegnati hanno continuato a crescere. Ad annunciare il proprio ingresso e a sviluppare le vetture sono stati Geely Group, che in collaborazione con Cyan Racing, ha portato in pista la Lynk & Co 03, mentre Tecnodom Sport ha lanciato il progetto della FIAT Tipo TCR.

Gabriele Tarquini (Hyundai, BRC Squadra Corse) è tornato sul tetto del mondo dopo nove anni, diventando il più vecchio campione della storia dei campionati FIA.

2019

L’anno nuovo è iniziato con l’annuncio del primo single-event del TCR, il TCR Spa 500 realizzato in collaborazione tra WSC e Creventic, da svolgersi nei mesi finali della stagione. Intanto sempre a gennaio ha preso il via un’altra nuova serie asiatica, il TCR Malaysia con Rob Huff che ha ottenuto la pole e Luca Engstler entrambe le vittorie.

A febbraio, René Munnich si è aggiudicato il suo primo titolo TCR nel Middle East, mentre poche settimane più tardi è arrivato il terzo di Luca Engstler in Malesia, il quale è diventato il primo a ottenere tre allori in tre serie differenti (Middle East, Asia e Malaysia). Il mese seguente è invece arrivato il primo titolo TCR di classe nel campionato turismo UAE, andato al greco Costas Papantonis, che ha fatto un vero e proprio filotto di vittorie.

Per rivedere in pista il WTCR, invece, si è dovuto attendere aprile quando a Marrakech è andato in scena il primo round che ha visto una certa equità tra i costruttori, con le pole position andate a Guerrieri (Honda) e Vervisch (Audi) e i tre successi divisi tra Guerrieri, Tarquini (Hyundai) e Björk, che ha portato al successo la Lynk & Co alla sua terza corsa disputata nel TCR.

Lo svedese è riuscito subito a conquistare la vetta della classifica con 61 punti seguito a cinque lunghezze dall’argentino e a dodici dal campione in carica. Esordio stagionale con grandi difficoltà per Muller che ha raccolto pochissimi punti, risultando undicesimo in classifica e ultimo delle Lynk & Co, dietro pure a Ehrlacher e Priaulx.

Nello stesso fine settimana a Monza ha intanto preso il via il TCR DSG Endurance con il successo dei fratelli Giovanni e Alessandro Altoè sulla Cupra DSG della Scuderia del Girasole. Tra i grandi nomi impegnati in pista in questo campionato anche quello del tre volte vincitore della 24H di Le Mans, Dindo Capello.

La seconda stagione del WTCR è proseguita in Europa con il round dell’Hungaroring (Girolami, Girolami, Tarquini) dove ha fato il suo debutto anche il TCR Eastern Europe con i successi di Martin Ryba e Milovan Vesnić, in una maxi griglia di 38 vetture, congiunta con quella del TCR Europe. Dunque si è passati allo Slovakiaring, con i trionfi di Vervisch, Girolami e Ma.

In quel periodo tante nuove serie hanno preso il via con il Baltic Endurance Championship in Lettonia, che ha visto la vittoria di Eimantas Navikauskas, Oskaras Brazaitis, Kasparas Vaškelis,Tauras Tunyla, del TCR Japan con le affermazioni di Matt Hawson e Yu Kanamaru, del TCR Australia con i successi di Jason Bright e la doppietta di Will Brown e infine del Canadian TCC con il doppio primo posto di Matthew Taskinen.

A metà maggio il WTCR è invece volato a Zandvoort per uno dei round più controversi della storia del campionato. Ancora una volta la Race of Netherlands ha creato scompiglio per colpa del Balance of Performance. Dopo il round slovacco, infatti, le modifiche apportate a pesi e potenze hanno avvantaggiato oltremodo Lynk & Co che ha dominato entrambe le qualifiche, portando a casa una quantità imponente di punti rispetto alla concorrenza.

Le tre gare sono andate a Björk, Guerrieri e Björk, ma l’incredibile tiritera di correzioni e contro-correzioni dei valori del BoP ha portato a un caos tale da costringere alcuni team a richiedere un’equità più giusta degli indicatori tra le varie vetture, minacciando l’abbandono del round o della serie. Alcuni protagonisti avevano addirittura sottolineato come quello di Cyan Racing fosse un programma ufficiale, piuttosto che un’iscrizione da team indipendente quale sarebbe dovuto essere da regolamento WTCR.

A gravare in particolar modo sulla situazione c’è stato il doppio bilanciamento tra il BoP applicato da WSC sulle vetture e il Compensation Weight invece modificato dalla FIA. Una Federazione che, dopo aver fatto crollare il WTCC poco meno di due anni prima, ha messo nuovamente in pericolo il futuro delle competizioni turismo mondiali.

La stagione è proseguita un mese più tardi al Nordschleife (Michelisz, Kristofferson e Leuchter), ancora una volta al fianco della 24H del Nürburgring, che per la prima volta ha visto il successo in classe TCR di un pilota del Mondiale (Tiago Monteiro). Quindi si è passati a Vila Real dove, in un weekend meno rocambolesco rispetto a quello dell’anno passato, hanno trionfato Michelisz, Azcona – alla prima vittoria nel WTCR – e Monteiro, tornato al successo assoluto a distanza di quasi due anni dall’incidente nei test di Barcellona che lo aveva messo KO nella lotta al titolo 2017 del WTCC.

Intanto lunga pausa prima della fase finale del WTCR, durante la quale il Canadian TCC ha assegnato il primo titolo TCR a Gary Kwok, mentre il Mondiale stesso è tornato in attività a metà settembre a Ningbo, dove Lynk & Co ha onorato la gara di casa con il doppio successo di Muller, intervallato da quello di Michelisz.

Una settimana dopo è arrivato anche il primo titolo TCR nel Baltic Endurance Championship, andato a Ramūnas Čapkauskas, Jurgis Adomavičius e Valters Zviedris, e nel TCR Australia con il trionfo di Will Brown. È quindi seguito il campionato vinto da Alessandro e Giovanni Altoé nel primo TCR DSG Endurance, mentre il 6 ottobre è andato in scena il TCR Spa 500.

La gara endurance di 500 giri, che ha visto equipaggi Pro, Pro-Am e Am, ha trovato il successo finale nella vettura di Ivo e Rik Breukers, affiancati da Tom Coronel e Pepe Oriola. Il weekend successivo, invece, Milovan Vesnić si è aggiudicato il primo alloro nel TCR Eastern Europe.

A fine ottobre il WTCR è tornato in azione a Suzuka (Guerrieri, Michelisz e Kristofferson), mentre contemporaneamente Matthew Howson e Takeshi Matsumoto si sono aggiudicati i due titoli del TCR Japan.

Il 3 novembre, a Vallelunga, si è svolto il primo FIA Motorsport Games: i giochi olimpici del motorsport che tra le varie categorie in gara ha visto impegnate anche le vetture turismo con venti vetture TCR impegnate. A conquistare la medaglia d’oro è stato Klim Gavrilov in rappresentanza della Russia.

Due settimane più tardi il WTCR ha riacceso i motori a Macao. In questo caso, però, la tappa macaense non è valsa da finale di stagione e a ottenere i successi sono stati Muller nelle prime due corse e Priaulx nell’ultima. Dopo il penultimo round, la situazione in classifica premiava Michelisz con 316 punti, nove di vantaggio su Guerrieri e undici su Muller.

Per il finale di stagione, tutto è stato rimandato a quattro settimane più tardi in occasione dell’evento di Sepang. Qui a ottenere entrambe le pole position è stato Michelisz, che ha così messo un’ipoteca sulla vittoria del primo titolo, ancora più sigillata dopo il successo in Gara 1. All’ungherese è poi basato un ottavo posto in Gara 2 (Guerrieri) e soprattutto il quarto in Gara 3 (Kristofferson) – coadiuvato dal ritiro di Guerrieri – per ottenere il primo alloro mondiale per 23 punti sull’argentino.

Con questo evento si è chiusa anche la stagione 2019 del TCR, che ha visto tante nuove serie prendere il via e molte altre essere annunciate per l’anno successivo. Tra queste il TCR New Zealand, il TCR Denmark, il TCR DSG Europe (sull’onda dell’analogo realizzato da ACI), così come la TCR Bathurst 500 a dar conferma del successo avuto dalla gara di Spa (poi mai disputata), oltre alla nascita del TCR South East Asia Trophy (mai svolto) per aumentare l’interesse dei piloti tra Thailandia e Malesia.

Non sono mancate anche le nuove vetture, con l’annuncio della poi mai realizzata Mazda 3 TCR, da parte dello stesso costruttore giapponese, della Veloster N ETCR, per il campionato elettrico, e della seconda generazione di casa Cupra: la León Competición TCR. La fama crescente del concetto TCR è stata sottolineata anche dai piloti unitisi a differenti gare. Oltre al già citato Dindo Capello, anche il rallyista Thierry Neuville, il centauro di MotoGP Hafizh Syahrin e l’ex pilota di F1 Arturo Merzario.

Norbert Michelisz (Hyundai, BRC Squadra Corse) ha conquistato il primo titolo in carriera e ha confermato la forza della Casa Sudcoreana.

2020

Il 2020 è iniziato come un tradizionale anno qualsiasi, tra l’assegnazione del secondo titolo emiratino andato ancora una volta al greco Costas Papantonis, il secondo alloro consecutivo malese di Luca Engstler – giunto al quinto assoluto tra i vari campionati TCR – e l’avvio di diverse altre serie nazionali e internazionali.

A marzo però la pandemia di Covid-19 ha costretto il mondo a fermarsi, con tutti i campionati TCR in svolgimento o in approccio alla nuova stagione pronti a cancellare, riprogrammare o annullare definitivamente gare e stagioni.

Ad essere colpito maggiormente è stato il primo TCR Asia Pacific Cup, in scena a Melbourne durante il weekend del GP d’Australia di Formula 1, che avrebbe visto il ritorno dell’accoppiata F1-TCR dopo tre anni. Disputate la sessione di qualifiche, in seguito anche alla cancellazione dell’evento principale, pure la coppa TCR ha dovuto alzare bandiera bianca.

Diversi campionati previsti sono stati rinviati, come il nuovo ETCR e il TCR New Zealand, o anche il TCR Asia (tornati nel 2021), altri non sono mai più riusciti a riprendersi come il TCR Middle East, altri ancora troncati in corso d’opera come il TCR DSG Endurance e il nuovo TCR DSG Europe (vittoria di Gabriele Volpato e Rodrigo Almeida a Misano ad agosto).

Lo stop forzato ha portato parte dei piloti a rimanere in attività a distanza tramite l’organizzazione di campionati TCR online, che hanno riempito la pausa di tre mesi intercorsa fino a metà giugno, quando con la tappa di Portimão del TCR 24H Series, le gare su pista hanno ripreso il proprio corso.

In questo periodo ha fatto il suo debutto il TCR Denmark che sul tracciato di Jyllandsringen ha trovato in Kasper H. Jensen e Nicolai Sylvest i suoi primi vincitori, con il primo che a fine ottobre si è poi confermato primo campione danese della categoria.

Per accendere i motori del WTCR si è dovuto attendere addirittura fino a metà settembre, quando da Zolder ha preso il via il Mondiale più particolare della storia, con sei appuntamenti disputati esclusivamente in Europa.

Nel primo round hanno trionfato Néstor Girolami e Yann Ehrlacher, con il figlio d’arte postosi subito al comando della classifica con 43 punti e un gap di sette lunghezze sull’argentino. La serie si è quindi spostata al Nordschleife (Guerrieri ed Ehrlacher), dove ancora una volta ha fatto da contorno della 24 Ore, vinta nuovamente dall’equipaggio di Monteiro, che questa volta ha visto anche l’affermazione di Guerrieri, che ha così ottenuto il successo in due categorie differenti nello stesso weekend.

Purtroppo anche in periodo di difficoltà, il 2020 non è stato esente da polemiche. Pesante è stato il ritiro di tutte le Hyundai dal weekend tedesco, in seguito a un BoP troppo sfavorevole per la squadra di Alzenau, che è andato a ripescare i fantasmi già vissuti a Zandvoort dalla stessa casa coreana nel 2018 e soprattutto allo scossone che ha colpito il paddock sulla stessa pista un anno più tardi.

Dopo le prime due tappe da sole due gare, ad ottobre il WTCR si è spostato in Est Europa, iniziando a correrne tre per fine settimana, così da raggiungere un numero soddisfacente di corse durante la stagione. Allo Slovakia Ring si sono imposti Berton, Coronel e Catsburg e, la settimana seguente, all’Hungaroring è stato il turno di Guerrieri – in Gara 1 e 3 – ed Ehrlacher.

Per gli ultimi due appuntamenti, il tracciato di Aragón è diventato la casa del WTCR. Nel primo, valevole come Race of Spain, a trionfare sono stati Vernay, Azcona (primo trionfo mondiale della nuova León Competición) e Björk, con la classifica al penultimo round che ha visto Ehrlacher sempre al comando con 189 punti e Guerrieri primo degli inseguitori con un ritardo di 26 punti dal battistrada.

La Race of Aragón è stata invece l’atto finale della stagione. La forza della Lynk & Co ha continuato a manifestarsi con la doppia pole position di Urrutia, mentre in Gara 1, Guerrieri ha cercato di invertire la rotta vincendo la corsa davanti al compagno di squadra con Ehrlacher a chiudere sesto. La lotta per il titolo è rimasta ancora aperta con soli sedici punti a separare i due contendenti.

In Gara 2, in una corsa che ha visto l’ultimo storico successo di uno dei più grandi piloti del Mondiale Turismo Yvan Muller, il nipote è andato a conquistare il suo primo titolo grazie a un altro sesto posto e soprattutto alla débâcle del suo avversario in classifica. Il campionato si è quindi concluso poche ore più tardi con il primo successo di Urrutia, seguito dal neo-campione Ehrlacher e da Vernay.

Muller, con il quarto posto e soprattutto con il diciottesimo di Guerrieri, ha chiuso la propria stagione da vice-campione WTCR precedendo di un solo punto Vernay, per una Top3 tutta francese.

Una nota importante va fatta al TCR Europe che, nel 2020, si è posto alle luci della ribalta sia per il titolo di Mehdi Bennani, conquistato senza che il pilota marocchino sia salito almeno una volta sul gradino del podio, sia per la prima e unica vittoria di una donna nella categoria, arrivata in Gara 2 a Zolder con Michelle Halder.

Particolare è stato invece l’anno del TCR Italy che, dopo l’evento conclusivo di Imola, aveva assegnato il titolo a Eric Brigliadori. Una sentenza del tribunale sportivo, in merito alla squalifica di Felice Jelmini da Gara 1 di Misano, ha ridato la vittoria all’italiano di PMA Motorsport, facendo scendere nuovamente Brigliadori al secondo posto e Tavano al terzo. Di conseguenza, per soli quattro punti il pilota siciliano ha conquistato il proprio terzo titolo nel TCR Italy, una settimana dopo il termine del campionato.

Il funesto 2020, nonostante la grave crisi economica in cui è sprofondato il mondo intero e trascinando anche il motorsport, ha visto comunque la nascita di nuovi campionati in ottica 2021: il più importante senza ombra di dubbio è stato il TCR South America, a cui si è aggiunto anche il TCR Spain che per la prima volta avrebbe corso in solitaria.

In termini di sviluppo, Alfa Romeo è diventato il terzo costruttore a proporre una vettura elettrica, la Giulia ETCR, mentre Hyundai si è concentrata sul proprio veicolo di seconda generazione, la Elantra N TCR. In casa Audi è invece andato avanti il lavoro sulla seconda generazione della RS 3 LMS, lanciata nel 2021.

Yann Ehrlacher (Lynk & Co, Cyan Racing) ha ottenuto il primo successo iridato seguendo le orme dello zio Yvan Muller.

2021

Nonostante il mondo fosse ancora colpito dalle vicende del Coronavirus, che nel corso del 2021 ha portato più volte a rinvii e cancellazioni, la regolarità nello svolgimento della stagione ha ripreso una sembianza simile agli anni pre-2020.

Dopo i vari campionati con partenza tipica nei primi mesi dell’anno, ad aprile ha esordito e si è conclusa nello stesso weekend la serie più corta della storia del TCR, il TCR New Zealand durato appena un evento. In scena sulla pista di Highlands, il campionato neozelandese ha visto il doppio successo di Chris van der Drift – poi diventato campione al termine del fine settimana – e l’incredibile affermazione del rallysta Hayden Paddon.

A fine maggio è invece scattata l’unica stagione effettiva del TCR DSG Europe, con il successo dei fratelli Jonathan, Kevin e Steven Giacon al volante dell’Audi DSG del Tecnodom Motorsport.

Solo a giugno ha preso il via la nuova stagione del WTCR, di tappa al Nordschleife e sempre come antipasto della 24 Ore del Nürburgring, che ha visto la prima doppietta di Hyundai nell’Inferno Verde. Il campionato è iniziato con la pole position della Honda di Girolami davanti alla nuova Hyundai Elantra N di Vernay. I costruttori asiatici hanno dominato la sessione di prove ufficiali monopolizzando le prime due file. La pioggia ha condizionato la fase finale sessione, portando la prima delle Lynk & Co solo quinta e la migliore delle nuove Audi addirittura undicesima.

La prima gara ha però visto protagonisti diversi, con il successo andato all’altra Honda di Monteiro, seguito da Muller e Tarquini. La seconda e conclusiva del weekend ha invece portato al successo Vernay in un 1-2 Hyundai firmato insieme a Engstler, mentre il poleman Girolami ha chiuso a dodici secondi dalla vetta.

Dopo il primo round, dunque, Vernay si è trovato in testa alla classifica con 39 punti e sei di vantaggio su Monteiro e Girolami. Non un ottimo inizio per il campione in carica Ehrlacher, costretto ai margini della Top10 e a un undicesimo posto in classifica.

Due settimane più tardi è stato invece il turno dell’esordio dell’ETCR, il primo campionato elettrico targato WSC che ha fatto il suo esordio a Vallelunga. Dodici piloti a dividersi le sei vetture in pista, con un format che prevedeva quattro gruppi di tre vetture ciascuno sfidarsi per il successo. Quindi una manche a giro singolo a massima potenza per determinare le griglie delle due finali da sei vetture ciascuna.

Al termine del weekend, il pilota con più punti accumulati tra la fase a gruppi e la Superfinal sarebbe stato dichiarato vincitore dell’evento. Nel fine settimana romano, il primo trionfatore è stato Azcona con la Cupra e-Race di Zengő Motorsport.

Sette giorni dopo, il WTCR è tornato in pista per il secondo round all’Estoril (Ehrlacher e Tassi), mentre in Brasile, sulla pista di Interlagos si è svolto il primo weekend di gara del neonato TCR South America. Qui a ottenere entrambe le vittorie è stato Pepe Oriola, giunto nel continente americano in supporto della Honda del W2 ProGP.

È servito arrivare a luglio, invece, per vedere l’esordio del TCR Spain come categoria indipendente, con il weekend da tre gare di Jarama, che ha portato al doppio trionfo di Mike Halder, ma anche la prima affermazione femminile grazie ad Alba Cano.

L’evento del WTCR di Aragón di metà luglio è invece stato il primo in cui la massima serie turismo, il WTCR e quella elettrica ETCR (Mattias Ekström) hanno condiviso la pista. Il weekend è ricordato in particolar modo in quanto Tarquini ha ottenuto la sua ultima vittoria in carriera battendo Azcona in Gara 2. La seconda gara è invece andata a Frédéric Vervisch, che ha portato la nuova Audi RS 3 LMS Gen2 al primo trionfo mondiale.

La stagione è proseguita ad agosto con l’ETCR volato in Danimarca (Philipp Eng) al fianco del TCR Denmark, mentre solo alla fine del mese il WTCR si è recato all’Hungaroring (Magnus e Urrutia) dove ancora una volta ha incontrato il proprio destino con il campionato elettrico (Azcona).

Nel TCR Italy, il 2021 è diventato un anno importante in quanto a ottobre è stato assegnato il primo titolo della serie ACI a un pilota non italiano. In questo caso Antti Buri, con la Hyundai di Target Competition, è riuscito in questa impresa.

La seconda parte del 2021 mondiale ha subito un grosso rimescolamento a causa degli effetti del Coronavirus. Infatti tutto il blocco asiatico, tra cui anche il primo round in Corea del Sud, sono stati cancellati e sostituiti da altre tappe in Europa. La prima è stata quella di Most (Girolami e Michelisz), in Repubblica Ceca, seguita a una settimana di distanza da quella di Pau Arnos (Vervisch e Vernay), in Francia, al fianco dell’ETCR (Vernay).

Il campionato elettrico, proprio sulla pista permanente francese, ha assegnato il primo titolo della sua storia a Mattias Ekström. La settimana seguente è invece entrata nella storia del TCR per l’assegnazione del titolo tedesco a Luca Engstler, che ha ottenuto il record (ancora attuale) di sei campionati ottenuti.

Novembre è stato il mese decisivo per la definizione del titolo WTCR, ma soprattutto un mese che avrebbe cambiato la storia delle corse turismo. In occasione dell’evento di Adria (Urrutia ed Ehrlacher), penultimo appuntamento dell’anno, Gabriele Tarquini (definito da WSC “Il Papa delle corse turismo”) – debuttante nel Campionato Italiano Superturismo nel 1989 – ha annunciato il proprio ritiro dalle competizioni dopo una carriera durata 32 anni e in cui ha conquistato due titoli mondiali nel 2009 (WTCC) e nel 2018 (WTCR).

Quel weekend è stato particolare anche per il doppio impegno di Mikel Azcona che, oltre a correre in Veneto nel WTCR, ha fatto da spola con la pista di Barcellona dove nella giornata di sabato ha conseguito il suo secondo titolo nel TCR Europe, prima di tornare in Italia e completare l’evento mondiale.

La sfida finale si è invece protratta fino a Sochi dove Ehrlacher è giunto con la consapevolezza di poter rimettere le mani sul titolo. Il francese, con un vantaggio di 36 punti su Vervisch e di 37 su Guerrieri, era ormai a un passo dal diventare il primo bicampione WTCR. L’evento è iniziato con l’ultima pole position in carriera di Muller, ottenuta davanti ad Azcona e Girolami. Ehrlacher si è dovuto accontentare del quinto posto, mentre Guerrieri e Vervisch non sono andati oltre il sesto e nono.

In Gara 1, con la griglia invertita e sotto il diluvio, il successo è andato ad Azcona, dopo che lo spagnolo ha ottenuto il comando all’ultimo giro passando Vernay, il quale aveva avuto un migliore scatto al via. Ehrlacher, invece, ha solo dovuto evitare i guai e grazie al sesto posto – con Vervisch terzo – ha conquistato il secondo titolo consecutivo.

La seconda gara, sempre sul bagnato, ha negato a Muller un’ultima gloria a distanza di un anno dal successo di Aragón. A mettere il francese ko è stato un incidente proprio con il vincitore di Gara 1 alla penultima curva, che ha lasciato così strada libera prima a Girolami, quindi ad Huff che alla ripartenza dopo la seconda neutralizzazione è volato verso la conquista della vittoria.

Le ultime settimane dell’anno hanno consegnato anche i primi titoli di tre nuovi campionati. Quello del TCR DSG Europe è andato nelle mani di Jonathan e Steven Giacon, quello del TCR Australia a Chaz Mostert, mentre nel TCR South America è stato conquistato da Pepe Oriola, che al suo settimo anno nel TCR è finalmente riuscito a conquistare la prima posizione in classifica.

Nel 2021 quanto più alla nascita di nuovi campionati, si è lavorato alla ripresa dai “dolori” causati dal Coronavirus. Non sono però mancate le novità annunciate per il 2022, con la titolazione FIA anche per l’ETCR, e una stagione più lunga (mai disputata) per il TCR New Zealand. Durante la stagione, era intanto arrivato il prolungamento dell’accordo tra FIA ed Eurosport Events per lo svolgimento del WTCR fino al 2025.

In merito alle vetture, nel corso della stagione è stato portato avanti lo sviluppo della nuova Toyota Corolla TCR, con la creazione del veicolo affidata alle mani del Toyota Gazoo Racing Argentina.

Yann Ehrlacher (Lynk & Co, Cyan Racing) ha confermato il suo titolo per il secondo anno consecutivo, diventando il primo bicampione di una serie TCR internazionale dai tempi di Stefano Comini.

2022

Nei primi mesi del 2022, l’espansione del TCR è continuata con l’annuncio del nuovo TCR Chinese Taipei e della classe TCR nello Sports Car Championship Canada (a sostituire il Canadian TCC), entrambi ai nastri di partenza dal 2022. Inoltre, la Toyota Corolla TCR e la FIAT Tipo TCR hanno passato i processi di omologazione di WSC.

Il nuovo campionato asiatico ha preso il via a inizio maggio sul tracciato di Lihpao, con la vittoria della coppia formata da Kevin Chan e Liu Weizhi.

Una settimana più tardi è scattata invece la quinta stagione del WTCR, un’annata che avrebbe segnato profondamente la storia della Coppa del Mondo Turismo. A fare da apripista è stato il tracciato cittadino di Pau, sede anche del primo round dell’ETCR, vinto dal campione in carica Mattias Ekström.

Nel Mondiale la stagione è scattata ancora una volta nel segno della Honda e ancora una volta nel nome di Girolami, primo poleman del 2022 davanti al compagno di squadra e connazionale Guerrieri. A differenza di un anno prima, Girolami ha ottenuto il successo precedendo il team-mate, mentre in Gara 2 è stato Azcona a trionfare davanti a Urrutia.

Anche quest’anno l’annata del campione in carica Ehrlacher non è iniziata nel migliore dei modi, con il francese apace di racimolare solo un quarto e un quindicesimo posto causato da una foratura mentre si trovava terzo. Dopo il primo round, il WTCR ha avuto una trazione ispanofona con Girolami in testa a 49 punti, seguito da Guerrieri a 42 ed Azcona a 41.

L’evento del Nordschleife, ormai appuntamento fisso del calendario, ha fatto nuovamente da supporto della 24 Ore vinta per la prima volta da Mikel Azcona, ma è stato il primo punto di incrinatura del 2022, nonché ormai il terzo nella sua storia. Il weekend è stato funestato da continui problemi con le gomme Goodyear, che non erano capaci di resistere alle sfide dell’Inferno Verde.

Un difetto non legato al tracciato tedesco, perché contemporaneamente le stesse vetture TCR hanno proseguito in modo liscio le varie sessioni legate alla 24 Ore, che invece ha utilizzato pneumatici Hankook.

Le ripetute forature alle coperture hanno creato non pochi danni, in quanto in qualifica hanno messo più di qualche pilota a rischio, con Huff finito contro le barriere, Honda a soffrire diversi casi di scoppi su varie vetture e Lynk & Co influenzate nel loro unico run.

Dai box si è quindi sollevata una sorta di protesta, con Cyan Racing che sin dalle qualifiche ha optato per non rimandare nuovamente i propri piloti in pista. Questa è proseguita la mattinata seguente con un incontro tra i rappresentanti del fornitore di gomme e quelli delle squadre coinvolte. La conclusione è stata quella di cancellare l’evento per motivi di sicurezza, in quanto Goodyear non poteva garantire l’integrità del proprio prodotto lungo tutta la distanza di gara.

Il WTCR, ormai attento a ogni singolo segnale di cedimento, è tornato in pista all’Hungaroring quasi un mese dopo (Azcona e Urrutia), insieme all’ETCR (Tambay). Entrambe le serie hanno proseguito i propri percorsi rispettivamente a Aragón (Magnus e Azcona) e Jarama (Ekström).

A luglio il Mondiale Turismo ha fatto il suo ritorno a Vila Real (Urrutia e Huff) dopo che l’evento era stato cancellato per due anni a causa della pandemia, mentre l’ETCR si è diretto a Zolder (Martin).

Lo stesso mese ha però visto anche il crollo definitivo del WTCR. Nella calda Vallelunga (Girolami e Magnus), dopo due round tranquilli, il caso Goodyear è tornato alle luci della ribalta. Sin dalle prove libere le Lynk & Co hanno ricominciato ad accusare gli stessi problemi visti già due mesi prima in Germania.

Questa volta, la protesta da parte della squadra sino-svedese è stata un fulmine a ciel sereno. Mentre il weekend ha fatto il suo corso, Cyan Racing ha deciso di ritirare le quattro vetture da entrambe le gare, lasciando facendo scendere lo schieramento a soli undici veicoli in pista.

A questo è seguito il ritiro della squadra dal resto della stagione una settimana più tardi, lasciando così il WTCR con una griglia notevolmente ridotta e soprattutto senza i campioni 2022 a difendere il titolo. I vertici di FIA, WSC, Discovery e Goodyear hanno quindi lavorato affinché potesse continuare l’integrità della serie per il resto della stagione, ma anche in vista del 2023.

La serie ormai monca ha proseguito il suo cammino ad Anneau du Rhin (Berthon e Huff), proprio in casa di Yvan Muller e Yann Ehrlacher, senza i due protagonisti e soprattutto senza che il quattro volte campione del mondo WTCC potesse salutare per l’ultima volta il proprio pubblico, in quanto ritirato poi a fine stagione.

Dopo la tappa francese, una lunga pausa di tre mesi ha coinvolto il WTCR prima di ritrovarlo in pista per gli ultimi due appuntamenti in Medio Oriente. In questo enorme lasso di tempo, Jerimy Daniel è stato consacrato primo campione del SCCC canadese, in Italia Niels Langeveld è diventato il secondo campione straniero consecutivo del TCR Italy, Adrien Tambay ha ottenuto il titolo nel secondo e ultimo anno dell’ETCR, mentre il TCR Germany si è reso protagonista di un altro record.

In questo caso, Engstler Motorsport ha ottenuto il proprio undicesimo titolo piloti grazie a Martin Andersen, diventando la squadra che ne vanta (allo stato attuale) più di tutti nella storia delle TCR Series.

A fine ottobre, invece, Kevin Chen e Liu Weizhi sono diventati i primi campioni del TCR Chinese Taipei, dopo aver conquistato il successo in tre dei quattro eventi.

Nello stesso fine settimana a Le Castellet è andata in scena la seconda edizione dei FIA Motorsport Games, che ancora una volta ha visto le vetture TCR come rappresentanti della categoria turismo. Dopo il successo della Russia nel 2019, quest’anno a ottenere la medaglia d’oro è stato Tom Coronel in rappresentanza dei Paesi Bassi.

Novembre, si sa, è sempre stato il mese dell’assegnazione del titolo mondiale. Dopo due anni l’Asia è tornata ad essere protagonista, anche se lontana da Macao, dove nelle classiche date si è disputato il primo TCR Asia Challenge andato nelle mani di Felipe da Souza.

Sakhir è stato il teatro del penultimo appuntamento, che ha riportato la griglia a quattordici vetture, tra cui quella del neo-campione del TCR Europe Franco Girolami. Nell’evento a supporto della 8h del Bahrain del WEC hanno vinto le Hyundai di Azcona e Michelisz, con lo spagnolo a 297 punti e un enorme vantaggio di 60 lunghezze su Néstor Girolami.

L’assegnazione del titolo è stata rimandata all’ultimo evento che si è svolto in una versione accorciata del nuovo tracciato saudita di Jeddah. Come detto, il vantaggio di Azcona era talmente ampio da far bastare lo svolgimento delle qualifiche per consegnare all’iberico il suo primo titolo mondiale, grazie al terzo posto ottenuto nel Q2 alle spalle di Berthon e del compagno di squadra Michelisz.

La stagione si è conclusa con un assolo delle Audi di Comtoyou grazie ai successi di Berthon e Magnus, quest’ultimo rafforzato da una doppietta completata dalla wild-card macedone Viktor Davidovski. Azcona ha potuto terminare il proprio anno con un sesto e un terzo posto, che gli sono stati utili per chiudere con un vantaggio di 83 punti in classifica.

Come sempre, la stagione è stata condita dalla firma di nuovi accordi per la nascita di nuovi campionati come il TCR Finland (mai disputato) e la rinascita di vecchie glorie come il TCR Middle East (rimandato per due anni e poi cancellato).

Lato nuove vetture, JAS Motorsport ha sviluppato la terza versione della Honda Civic (la FL5), mentre Romeo Ferraris – ormai fuori dal giro delle corse con l’Alfa Romeo – e WSC hanno portato avanti lo sviluppo del concetto HTCR (TCR ibrido), rimandato poi al 2024.

Mikel Azcona (Hyundai, BRC Squadra Corse) ha riportato il titolo al Costruttore Sudcoreano dopo due anni di dominio di Lynk & Co.

IL CROLLO DEL WTCR E LA NASCITA DEL TCR WORLD TOUR E IL TCR WORLD RANKING

Purtroppo, le varie vicissitudini che negli anni hanno buttato cattiva luce sul WTCR e sulla sua integrità hanno costretto WSC e Marcello Lotti a riportare in alto il concetto TCR e i suoi valori. Per questo, a ottobre 2022 è stata annunciata la nascita del nuovo TCR World Tour, che mettesse di nuovo al centro costruttori, team e piloti e soprattutto l’equità in pista tra i partecipanti, lasciandosi alle spalle FIA ed Eurosport Events per la seconda volta (dopo l’addio del modenese al paddock del WTCC circa dieci anni prima), nonostante l’accordo firmato fino al 2025 pochi mesi prima.

Un nuovo campionato al via nel 2023, che a differenza dei precedenti, avrebbe fatto e fa del suo caposaldo quello di correre al fianco delle serie locali.

In aggiunta, è stato creato il TCR World Ranking, sulla base del sistema di punteggio nel mondo del tennis, che secondo una serie di coefficienti basati sul risultato ottenuto in una gara, il tipo di campionato in cui viene ottenuto (mondiale, regionale, nazionale, sub-nazionale o endurance) e il numero di vetture in pista, va ad assegnare un punteggio a ogni pilota. L’obiettivo: portare i migliori al mondo tra tutte le serie esistenti al TCR World Ranking Final.


Con il 2022 termina anche la seconda parte del lungo percorso che vedrà il suo ultimo episodio venerdì 14 marzo, con la fase conclusiva che racconterà gli anni dal 2023 ai primi mesi del 2025, con il TCR World Tour eretto a nuova massima serie delle corse turismo.

Immagini: TCR Hub

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