È arrivato il momento di tirare le somme del TCR 2024, in attesa dell’inizio di un 2025 che scatterà tra poche settimane
Siamo arrivati al giro di boa della mini-pausa tra le due stagioni del TCR, tra quella che è stata l’ultima gara del 2024 (la 24 Ore di Città del Messico del TCR México Endurance) e la prima del 2025 (la 4h di Daytona dell’IMSA Michelin Pilot Challenge).
In attesa del primo semaforo verde di quest’anno, andiamo ad analizzare quelli che sono stati i protagonisti dello scorso, tirando le somme su chi ha sorpreso, chi ha avuto una grande crescita e chi è invece rimandato al 2025 – nessuna bocciatura, perché si sa, durante le feste siamo tutti più buoni – per cercare di risollevare un 2024 non propriamente convincente. Sarà un’analisi a tutto tondo, prendendo in considerazione campionati, costruttori, vetture, squadre e piloti.
PROMOSSI
CAMPIONATI
TCR ITALY – Senza ombra di dubbio il nostro campionato nazionale si conferma essere il migliore di tutto il panorama TCR. Ancora una volta ha messo in scena uno spettacolo senza eguali, proponendo gare di alto livello, tanta varietà e soprattutto griglie molto numerose. La novità del 2024, di scindere le classi SEQ e DSG, è stato un valore aggiunto perché oltre a dare più visibilità alla seconda, ha evitato momenti spiacevoli scaturiti spesso dall’incrocio di vetture più veloci con quelle più datate. L’ottima salute della serie è confermata sia dalla varietà di vetture (cinque costruttori presenti), sia dalle numerose nazioni di provenienza dei vari piloti (sette, di cui sei rappresentate nella Top10). Lo scontro generazionale tra i grandi campioni – ancora competitivi – e le nuove leve è stato un dettaglio da non sottovalutare.

TCR CHINA – A differenza della serie italiana, in Estremo Oriente c’è meno varietà, ma questo non ferma la competitività della serie cinese che da anni è capace di proporre grandi nomi e battaglie all’ultimo respiro. La lotta per il titolo del 2024 è stata una delle più serrate, con i due contendenti che hanno dovuto giocarsi il tutto per tutto nel round finale a Macao, essendosi ritrovati a due gare dalla conclusione con un distacco risicato.

TCR SOUTH AMERICA – Continua la parabola ascendente del campionato sudamericano, che ogni anno riesce a migliorarsi. Questa volta oltre a una battaglia a tre per il titolo che ha visto tre costruttori lottare per il titolo, tanti nomi storici e grossi del motorsport sono passati da qui (Pernía, Rossi, Fontana, Piquet Jr., oltre al test di Rubens e Dudu Barrichello). Il secondo posto di Cardoso nella tappa del World Tour è l’ennesima conferma dell’ottimo lavoro degli organizzatori per migliorare di stagione in stagione il livello del campionato.

COSTRUTTORI
HYUNDAI – Il marchio coreano si è confermato essere il migliore anche in questa stagione, riuscendo a conquistare quasi tutto in ogni campionato in cui ha partecipato. Ha portato a casa i titoli nel World Tour, Asia, China, Japan, Australia ed Eastern Europe. Ha mostrato sempre di essere a un buon livello anche nei campionati in cui non ha vinto, come UK, Michelin Pilot Challenge e México, mentre è mancata un po’ nell’Italy. Tutto sommato ancora una volta l’ottimo lavoro svolto da Hyundai ha dato conferma con i risultati in giro per il mondo.

HONDA – Come Hyundai, anche la vettura italo-giapponese ha mostrato di adattarsi bene in ogni situazione, riuscendo a portare a casa tante vittorie in giro per il mondo, anche se ha faticato e non poco a conquistare l’ambito premio finale. Pochi sono stati infatti i titoli assoluti ottenuti (Denmark e Spain), ma in generale ha quasi sempre mancato l’obiettivo per pochissimo. Il plus deriva dall’aver scalzato dopo tre anni l’Audi RS 3 LMS come miglior vettura dell’anno, ritornando a vincere il premio per la prima volta dal 2020.

VETTURE
CUPRA LEÓN VZ – Nuova ma subito convincente. La neonata di casa Cupra ha subito sorpreso conquistando successi in ogni campionato in cui ha corso (Europe, South America, Denmark, France, Italy – quella di Tavano poi revocata -, Russia, Spain, UK). Non è semplice riuscire a imporsi fin dai primi chilometri percorsi, ma il fatto che ci sia riuscita quando si tratta comunque di un’auto ancora da sgrezzare conferma l’ottimo lavoro fatto dal costruttore spagnolo. Il titolo europeo di Franco Girolami e gli annunci di altri campionati pronti ad accoglierla nel 2025 sono la prova che il piede con cui ha esordito sia quello giusto.

SQUADRE
ALM MOTORSPORT – Dopo un lungo viaggio iniziato nel campionato baltico ormai più di cinque anni fa, la squadra estone ha finalmente raggiunto la vetta contro team ben più importanti e strutturati. Ora ALM può considerarsi una delle compagini da temere maggiormente e da prendere come riferimento, avendo conquistato successi a catena, avendo lottato per tanti titoli ed essendo riuscita a portarne a casa diversi come quello a squadre nello Europe e nell’Italy e quello dei piloti nello Spain.

PMO RACING – La squadra brasiliana si può considerare una delle vere soprese di questo 2024. Prima dell’inizio della stagione, osservando quanto fatto l’anno precedente, probabilmente nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul loro risultato. Eppure ha dominato sia il TCR South America che il TCR Brasil, portando a casa in entrambi i casi il titolo piloti e quello a squadre. Undici podi di fila da inizio stagione e sei successi consecutivi sono quelli che li hanno elevati ad outsider dell’anno. Non resta che scoprire se riusciranno a confermarsi anche nel 2025.

PILOTI
THED BJÖRK – Senza ombra di dubbio lo svedese è il pilota che più ha strabiliato nel 2024. Questo perché dopo tante stagioni passate in sordina, ormai le aspettative per Björk non erano più così alte. Eppure con la costanza, la velocità e soprattutto la determinazione, il pilota di Lynk & Co è riuscito a presentarsi a Macao ancora con l’ambizione da titolo. Un Mondiale sfuggito all’ultimo, ma che sicuramente lo porta ad avere i riflettori puntati addosso nel 2025, sperando nella riconferma di un pilota ritrovato, che ormai mancava da quando ha vinto l’unico campionato nel WTCC nell’ormai lontanissimo 2017.

IGNACIO MONTENEGRO – Prima stagione in Europa e da subito ha fatto capire che la classe mostrata nel paese d’origine era più che concreta. Dopo la conquista del titolo sudamericano nel 2023, Nacho è giunto nel Vecchio Continente e dopo quattro gare ha portato a casa il primo titolo (TCR Spain Winter Series). Poi un doppio percorso nel TCR Europe e nel TCR Spain, in cui nel primo ha lottato fino alla fine, ma forse la mancanza di esperienza lo ha penalizzato, nel secondo invece non ha avuto scrupoli e si è affermato tra i migliori, strappando il successo finale nella gara conclusiva.

NICOLAS TAYLOR – Lui è certamente il pilota che ha fatto sbarrare gli occhi di chiunque lo abbia osservato. Giunto nel TCR Italy da sconosciuto, alla prima stagione in un campionato professionista ha subito mostrato un piede infuocato in qualifica e poi, pian piano, è riuscito ad affermarsi anche in gara con vari successi e un titolo arrivato da terzo in classifica prima del round finale. La sua tranquillità prima di Monza fa capire anche che il suo livello è molto alto, pur essendo un esordiente, e che può puntare a mettere in scena un futuro decisamente glorioso.

PEDRO CARDOSO – Non al livello di Taylor, in quanto già attivo la stagione precedente, ma sicuramente un outsider del 2024. Il brasiliano ha sorpreso tutti partendo con un secondo posto e poi cominciando a conquistare podi e vittorie a ripetizione, tanto da arrivare a metà stagione con un abisso di punti tra sé e gli avversari. Tra tutti i piloti in pista, prima del via del campionato, probabilmente nessuno si sarebbe aspettato il suo dominio, ma Cardoso ha saputo mostrare il suo talento a suon di conferme e prestazioni eccezionali.

ZAC SOUTAR – Anche per lui si può parlare di una stagione da outsider. Tra i tanti nomi imponenti del TCR Australia, il giovane Soutar ha messo in opera una stagione eccellente pensando che è arrivato a contendersi il titolo con un team privato, lottando contro squadre ben più strutturate e soprattutto legate a marchi ufficiali. Un errore di troppo gli ha negato la grande gloria, ma certamente potrà dimostrare di aver acquisito la giusta esperienza con una conferma nel 2025.

RIMANDATI
CAMPIONATI
TCR ASIA – Tornato in attività dopo una stagione di fermo, il 2024 del TCR Asia si profilava grandioso con il rilancio della serie Sprint e la novità di quella Endurance. Peccato che i problemi siano sorti prima ancora di partire. Per il campionato di durata, due soli iscritti alla prima corsa e poi stagione abbandonata. Per quello sprint, una partenza rimandata e una conclusione riprogrammata infinite volte. La griglia è stata pure nella media, ma la disparità è stata troppo elevata. E per il 2025? Si parlava di cinque paesi da toccare, ma alla fine saranno di nuovo tre.

TCR AUSTRALIA – Ogni anno che passa, le presenze vanno sempre scemando. Per fortuna che il 2024 è stato un campionato combattuto, ma le polemiche a inizio stagione per la mancata assegnazione dei punti di Gara 1 a Symmons Plains, la protesta di D’Alberto, l’addio dello stesso e di Honda a fine stagione e una griglia praticamente fissa a dieci vetture hanno fatto il resto. Grande punto interrogativo per il 2025 che vedrà un nuovo promoter, un calendario stravolto, due eventi con il World Tour e tre in supporto al Supercars, oltre che il debutto in Nuova Zelanda e Macao.

TCR MÉXICO – Prima stagione del campionato che ha portato finalmente il TCR in Centro America, dopo l’esperimento mai concretizzato del TCR Las Americas. Ben due serie, Endurance e Sprint, con la prima che è stata un monologo, ma che ha visto il colpo di scena finale a rimescolare le carte, la seconda un finale non lo ha mai visto. Eventi cancellati, conclusione mai annunciata e campioni dichiarati oltre tre mesi dopo. In più dal lato dei tifosi, è difficile seguire una serie se non c’è un ottima copertura da parte degli organizzatori, con risultati e classifiche da cercare come se fossero una caccia al tesoro.

TCR JAPAN – Con la corsa di dicembre è arrivato al termine il contratto di sei anni tra WSC e i promotori della serie giapponese. Ci sarà un futuro? A guardare dall’interesse mostrato nel 2024 verrebbe da dire di no, però le trattative per la ricerca di un nuovo gruppo che si occupi del campionato del Sol Levante sono in corso. Purtroppo lo scorso anno è stato il peggiore della storia della competizione, con solo tre vetture (nemmeno di casa) a correre tutti gli appuntamenti. Un calendario che è stato rivoluzionato per ridurre ancora di più i costi di organizzazione che ha portato a un monotono 2024 di sole tappe a Motegi. C’è poco da aggiungere per questa stagione che ha lasciato con tanto amaro in bocca. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi.

COSTRUTTORI
AUDI – Quest’anno è iniziato il lento allontanamento che porterà il Customer Racing ad abbandonare il TCR in via definitiva. Dal secondo trimestre – come annunciato nel 2023 – non sarebbero state più vendute nuove auto, continuando però a fornire supporto ai team che già sono in possesso di una RS 3 LMS. La pecca più grande è la decisione di non coinvolgere più i piloti ufficiali nei vari campionati, lasciando un grosso buco che altri grandi costruttori dello stesso livello non hanno. Questo anno di transizione, prima del progressivo allontanamento definitivo, non è stato strabiliante. Qualche titolo conteso, ma pochi risultati concreti ottenuti.
VETTURE
AUDI RS 3 LMS – Analogamente al discorso riguardante il costruttore, la RS 3 LMS inizia a far sentire la pesantezza della propria età. Tra i vari costruttori è l’unico a disporre di una vettura che quest’anno porterà sulle spalle ben quattro anni di vecchiaia. Qualche piccola miglioria, ma ovviamente nessun grande aggiornamento che possa dare nuova linfa. Ne è una dimostrazione la campagna disastrosa nel World Tour e le difficoltà nelle serie regionali. In quelle nazionali sa ancora difendersi, ma per quanto? E inoltre dopo tre anni consecutivi ha perso il titolo di “Model of the Year”.

PEUGEOT 308 P51 – La questione della vettura prodotta da GRM è leggermente diversa. Ha corso solo due eventi, quindi poter dare un vero e proprio giudizio non è possibile in quanto è ancora troppo presto. Nelle due uscite si è però subito notata l’ottima competitività della vettura – la quale ha già conquistato due vittorie in sei gare -, che però paga ancora la sua gioventù con qualche problema di affidabilità. La partenza sembra promettente, ma riuscirà ad essere promossa nel 2025? Sicuramente sarà da tenere d’occhio con attenzione.

SQUADRE
BRYAN HERTA MOTORSPORT – Storici dominatori dell’IMSA Michelin Pilot Challenge, la squadra del colosso statunitense quest’anno si è persa in un bicchiere d’acqua. Quattro vetture al via, ma pochissima incisività che ha portato a perdere il titolo riservato ai piloti. Pochi successi di tappa e tante occasioni talvolta sprecate. Con i protagonisti del 2024 che hanno cambiato classe, nel 2025 ci si aspetta il ritorno al vertice da parte di BHA.

AREA MOTORSPORT – Una stagione iniziata da dominatori incontrastati, con il trionfo finale che ormai sembrava finire per certo nelle tasche di Adam Shepherd, ma poi lanciato via per una pompa della benzina. Questa componente ha drammaticamente scritto le sorti del campionato britannico nella seconda metà, con il pilota della Cupra che puntualmente ha dovuto alzare bandiera bianca quando sembrava involarsi con facilità verso l’ennesima vittoria. Sul finale di stagione hanno testato la carta della nuova León, che quanto meno ha un po’ risollevato il morale. Sperando che non si verifichino nuovamente gli stessi errori.

PILOTI
SANTIAGO URRUTIA – Tra tutti i piloti di Cyan Racing è l’unico a non aver conquistato nemmeno un successo. Qualche secondo posto, ma per il resto solo piazzamenti e tante, troppe squalifiche. Da un talento come l’uruguaiano non ci si aspettava assolutamente un anno così. Pensando che possa essere solo una stagione anomala, il prossimo anno è necessaria una sua risalita per non finire nello stesso turbinio che ha afflitto tutta l’era TCR del suo compagno di squadra Björk.

RAPHAEL REIS – Quarta stagione nel TCR South America e quarto anno con un terzo posto in classifica. Se nelle annate passate gli avversari potevano sembrare sopra la media, quest’anno c’era quasi l’obbligo di vincere. Eppure l’animo del brasiliano si è surriscaldato troppo spesso, portando a incidenti, penalità e brutte prestazioni che non gli hanno nemmeno dato la concreta opportunità di lottare per il titolo nelle fasi finali della stagione, nonostante fosse partito come il pilota da battere dopo le prime gare.

Immagini: TCR World Tour, TCR Europe, TCR South America, TCR Asia, TCR Italy, TCR China, TCR Spain, TCR Australia
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