Supercross: e siamo a due per il #2

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
2 Maggio 2021 - 17:12

Nella mattina italiana il mondo del Supercross americano e della classe 450SX ha nuovamente assistito alla fame di successo e di titolo di Cooper Webb. E forse il meglio deve ancora venire.


Le diciassette tappe del campionato Supercross, la serie indoor del motocross americano, sono praticamente volate in questi primi mesi del 2021. Forse per il calendario molto ristretto, o forse per il tantissimo divertimento e le tante emozioni che ha regalato e che hanno fatto praticamente volare via il tempo come se non ce ne si accorgesse.

In un altro anno reso un po’ complicato dal Covid-19 che ci ha messo lo zampino, riducendo i luoghi e le location visitate e costringendo allo svolgimento di più gare in medesimi stadi e tracciati, il pronostico di inizio stagione sembrava puntare su due nomi principalmente: Eli Tomac su Kawasaki e Ken Roczen su Honda. Il primo, dopo aver ottenuto il suo primo titolo 450SX nel 2020, pareva pronto a confermarsi per cercare la doppietta Supercross-National Motocross; il secondo sembrava quasi destinato alla totale consacrazione, forte anche di un grande lavoro fatto da HRC sulla nuova Honda CRF 450 R.

Invece, a trionfare non è stato nessuno dei due. Il nome di chi ha vinto non è di certo quello del pilota più tecnico, del più spericolato, del più aggressivo, del più spettacolare e nemmeno del più popolare. Eppure, a ottenere la tabella rossa finale e il #1 per la prossima stagione è stato proprio lui, Cooper Webb.

In una mia bloggata dello scorso anno ammisi come il mio avvicinamento e anche esplosivo interesse al Supercross sia stato aiutato proprio dall’aver trovato un idolo per cui tifare e da incitare. La sua vittoria in volata di Arlington 2019 è stata una specie di colpo di fulmine per il sottoscritto: una rincorsa emozionante culminata da quella manovra così aggressiva, così discussa e soprattutto così cruciale.

Sarebbe però giusto dare a Cooper i meriti di ciò che ha fatto anche sulla base dei numeri: otto successi nei Main Event 2021, tredici podi e 388 punti totali, che rappresentano anche il nuovo record con questo sistema di punteggio e con diciassette prove disponibili. Sono 19 le vittorie nella premier class e 30 quelle totali contando anche i successi in 250SX, e queste ultime lo mettono nella top ten dei piloti più vittoriosi di sempre; una classifica che comprende gente del calibro di James Stewart Jr., Ricky Carmichael, Chad Reed e Jeremy McGrath.

Ma non è grazie ai numeri che ci s’innamora di un pilota nel motorsport. Questi possono impressionare, ma è raro che suscitino emozioni, specie a chi comincia a guardare una categoria da poco. E’ l’esempio perfetto per uno come Webb che, a dispetto del mezzo, delle botte rimediate, del livello di competitività da affrontare e a volte anche delle critiche, non si risparmia mai. Anche nella notte di Salt Lake City 2 si è avuta questa conferma, col successo strappato dalle mani di Chase Sexton nonostante il titolo fosse praticamente già in tasca.

Quel #2 sulla carena della sua KTM sembra essere creato su misura per il tipo di pilota che è Webb: nonostante i successi, la sua considerazione pare quella dell’eterno secondo rispetto ai forse più carismatici Roczen o Tomac. “Non mollare mai”, questo il suo mantra durante le gare, specie in quei cinque minuti finali dove la fatica si fa sentire per tutti ma in cui è fondamentale tenere i denti stretti per non perdere tempo sugli avversari, o addirittura guadagnarne. Cosa per cui Webb pare diventato maestro, in questo 2021.

Esistono anche esempi più estremi della sua tenacia: penso ad Atlanta 2020, quando è stato capace di raggiungere il podio nonostante il pressing di Eli Tomac e la lotta a tre con anche Martin Davalos, ma soprattutto a pochi giorni dalla paurosa botta alla schiena sul cemento dell’AT&T Stadium di Arlington. E come dimenticare la prova di Atlanta 3, in cui una singola luce di speranza accesagli dall’errore di Roczen è bastata per ritrovare le energie sufficienti e per vincere una gara fondamentale? Impossibile direi.

Avendolo menzionato, non si può non parlare di Ken Roczen. Tra i due la rivalità si è accesa solo in questo 2021, anche se i semi del conflitto erano già stati piantati tre anni prima col pauroso incidente di San Diego 2018 e l’infortunio al braccio del tedesco. Webb e Roczen sono stati protagonisti di un duello mondiale per un campionato di tutto rispetto, vivace e animato sia per le azioni in pista che quelle fuori dalla pista.

Come dimenticare lo scambio di battute dopo Daytona, con le accuse del #94 e la sua sicurezza di essere “nella testa di Webb” e la pronta risposta del pilota KTM nel post-gara? Solo un assaggio di una faida che dovrebbe essere ricordata, anche negli anni a venire, tra le più succose e interessanti del panorama motorsportivo. Peccato solo che ciò sia sfociato, da quanto ho visto, anche in uno scontro piuttosto acceso sui social tra le fazioni di uno e dell’altro, cosa che mi ha abbastanza sorpreso a dirla tutta.

Indipendentemente da come si è concluso quest’anno o da come proseguirà il loro confronto negli anni a venire, Webb e Roczen hanno aumentato l’interesse di un campionato già incredibilmente acceso di suo, grazie anche a una griglia comprendente piloti di altissimo calibro e talento quali il solito Tomac, Adam Cianciarulo, Marvin Musquin, Dylan Ferrandis e tanti altri. Riuscire a fare la differenza su una concorrenza di un tale spessore non è cosa da poco, ma Kenny e soprattutto Cooper ci sono riusciti.

Tuttavia, alla fine ci può essere un solo vincitore sotto la bandiera a scacchi. Il secondo titolo di “Coop” nella massima categoria indoor, nonché il quarto complessivo dopo i titoli in 250SX Ovest del 2015 e 2016, è solo un’ennesima controprova della sua sostanza, rimasta nascosta nel biennio 2017-2018 con Yamaha ma tornata alla luce grazie a un mezzo degno di questo nome.

Ciò che impressiona è che, sulla carta, i nomi in grado di batterlo in ottica 2022 non mancherebbero, ma se Webb si dovesse nuovamente mostrare così forte come quest’anno sarà un’impresa riuscire a rubargli il #1 del campione. Senza contare anche chi sta arrivando dalla 250SX, soprattutto quel Jett Lawrence tanto amato e tifato ma soprattutto così talentuoso, e che ha già messo nel mirino Cooper e il titolo 450SX, come dichiarato in qualche intervista.

Ora però l’attenzione si dovrà spostare sul National, in una serie outdoor che ancora rappresenta quell’unico punto debole nel campione della Carolina del Nord. Oramai le due serie, Supercross e Motocross, sono sempre più due mondi distanti in quanto preparazione e specialisti in grado di vincere, ma chissà che in uno stato di forma simile, il #2 non diventi il #1 anche lì.

Congratulazioni Cooper Webb, e sono sicuro che il meglio debba ancora venire.

Fonte immagine: press.ktm.com

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