Supercross | Chase Sexton, oltre ogni dubbio

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
14 Maggio 2023 - 16:00
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Nessuno può mettere in discussione quanto fatto dal pilota Honda nel campionato appena concluso. E i potenziali sviluppi futuri sono alquanto succosi…

Il titolo di questa disamina nasconde una doppia chiave. Il titolo AMA Supercross 450cc vinto da Chase Sexton nella piovosa Salt Lake City ha fatto storcere il naso a tanti scettici, ai quali cercheremo ora di portare contro-argomentazioni molto concrete, ma la parola “dubbio” copre anche sensazioni provate dallo stesso pilota dell’Illinois in questi cinque mesi così intensi e travagliati.

Iniziamo da un presupposto, pur soggettivo: chi scrive queste righe ritiene che il motocross sia una parrocchia completamente a sé stante rispetto a tutto il resto del panorama del motorsport mondiale. Il tema principale del campionato appena concluso è stato purtroppo quello degli infortuni, ma le ossa rotte sono da sempre parte integrante di questa disciplina e ragionare per ipotesi in questo senso implicherebbe il dover riscrivere righe e righe di albo d’oro su entrambi i versanti dell’Atlantico. Non è decisamente il caso. Il tema degli infortuni meriterebbe un capitolo a parte: in questa sede ci limitiamo a dire che il sovraffollamento delle infermerie è ulteriormente enfatizzato da calendari che ormai puntano dritti verso l’infinito e, di conseguenza, da ritmi di allenamento sempre più serrati. Il concetto iniziale, pertanto, in questo periodo storico assume valore ancora più significativo.

Sexton ha vinto questo titolo per gli infortuni di Eli Tomac e Cooper Webb? Anche. Ma guai a pensare che stia tutto qui: sarebbe superficiale e pure svilente per il #23. I dubbi “esterni” a pilota e team si limitano dunque a questo, ad una situazione che nel motocross (e nel supercross inteso come disciplina ancora di più) è all’ordine del giorno.

Per vincere il Supercross 450cc 2023 sono serviti 372 punti, cifra perfettamente in linea con i titoli vinti dal 2018 in poi, anno in cui è stato introdotto il punteggio 26-23-21. Si consideri poi quanti risultati sono stati cestinati dallo stesso Sexton nella prima parte di stagione: un dato prodotto da chi cura le statistiche negli Stati Uniti parla di 35 punti persi per cadute, pertanto si può dedurre come il Sexton visto tra aprile e maggio possa garantire fino a 400 punti in una stagione indoor.

Non solo: l’hondista è stato nettamente il più veloce sul giro secco segnando 14 pole su 17 e dieci giri più veloci su 23 gare, contando singolarmente le manche delle Triple Crown. È anche il pilota con più podi (13), con più heat vinte (8), con più giri percorsi al comando (166, anche se in questo caso Tomac è stato battuto proprio all’ultima gara) e, dulcis in fundo, con la miglior posizione media al primo giro (3,421), statistica che al di là del banale conteggio degli holeshot lo rende anche il miglior partente della serie. Solo nel conteggio delle vittorie Sexton è risultato inferiore a Tomac, ma questo rientra nei doverosi margini di miglioramento di un campione ancora 23enne.

Numeri e statistiche che non lasciano spazio a dubbi. Sexton ha pienamente meritato il traguardo raggiunto e il fatto che due dei suoi tre titoli da professionista siano arrivati dopo un certo processo di selezione lo rende anche un pilota solido dal punto di vista fisico. In quasi sei anni interi di carriera, infatti, l’unico infortunio serio è la scapola fratturata a Houston #2 nel 2021, scenario peraltro non inconsueto per un pilota al debutto nella classe regina del Supercross.

Chiave doppia, dicevamo all’inizio. Gli interrogativi non sono infatti mancati nemmeno nella testa di Sexton, vittima di troppi incidenti di percorso nelle fasi iniziali del campionato e sempre mentre si trovava al comando di un main event o subito nei paraggi. Importanti le parole pronunciate dopo la vittoria di Atlanta, gara che ha fatto cadere una “barriera mentale” divenuta fin troppo evidente nelle settimane precedenti: in Georgia Sexton è riuscito finalmente a condurre una finale perfetta, al comando dall’inizio alla fine e senza errori, e da quel momento il vento della stagione è cambiato: per fermare Chase è servito il diluvio di East Rutherford, altrimenti la conquista di cinque vittorie consecutive non sarebbe stata di certo una chimera. E ad ogni successo finale, come un mantra, nell’intervista di rito si bada a ribadire il concetto: “Sì, io sono capace di condurre un main event in prima posizione”.

Anche a livello di squadra è sorto qualche dilemma sul da farsi. Lo stesso Sexton ha reso noto come gli allenamenti in ottica National siano iniziati nella settimana di Nashville, ma proprio a Salt Lake City un’importante retroscena è stato svelato da Jason Weigandt, reporter del SuperMotocross e telecronista del campionato outdoor: il programma settimanale di Honda ha subito una marcia indietro su richiesta dello stesso Sexton, che dopo la vittoria nel Tennessee (nel giorno dell’infortunio di Webb) ha scelto di non abbandonare gli allenamenti nel supercross fino all’eventuale esclusione matematica dalla corsa titolata. Decisamente un’ottima idea col senno di poi, segno di grande determinazione e forza mentale.

E ora? Tra due settimane sarà già tempo di National e la sfida in casa Honda è da leccarsi i baffi. Il debutto americano di Jett Lawrence in 450cc, moto che caratterizza i suoi allenamenti ormai da mesi, è atteso da tutti gli appassionati di motocross in giro per il mondo e Sexton è lì ad aspettare il nuovo avversario e compagno di squadra. Dopo una stagione outdoor come quella del 2022 è lecito indicare il #23 come favorito, ma il talento e la determinazione dell’australiano sono più che noti e nulla sarà lasciato al caso.

Passando oltre e pensando al 2024, le voci di corridoio che vogliono Sexton vestito di arancione lasciano presagire un autentico scossone. Honda potrebbe perdere il proprio campione come successo con Ricky Carmichael a fine 2004, anche se in tema di sostituti Lawrence si porrebbe su un livello molto differente rispetto a ciò che rappresentava Travis Preston 19 anni fa, ma se tutto ciò non dovesse verificarsi teniamoci pronti ad un’annata da fuoco e fiamme.

Ciò che è certo, in ogni caso, è che a prescindere dai colori che vestirà in futuro Chase Sexton dovrà essere sempre visto per ciò che è: un fuoriclasse, un campione vero e meritevole.

Immagini: HRC Media Site

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