Lo scorso 4 maggio, al Sam Boyd Stadium di Las Vegas, Adam Cianciarulo aveva perso in maniera piuttosto clamorosa l’ultima possibilità di vincere un titolo Supercross nella classe 250cc, cadendo nelle ultime battute della finale e consegnando lo scettro del campionato Costa Ovest nelle mani di Dylan Ferrandis. Nella notte di sabato, nello stesso stadio, il pilota della Florida si è fatto il miglior regalo possibile per i 23 anni (compiuti proprio ieri), vincendo la Monster Energy Cup al debutto assoluto nella categoria 450cc dopo avere salutato la classe cadetta con il titolo vinto nel National.
Una vittoria arrivata al termine di una serata stratosferica. Dopo avere concluso al secondo posto nelle prime due finali, Cianciarulo è arrivato alla gara decisiva con gli stessi punti di Eli Tomac e Malcolm Stewart, che si erano alternati al primo e al terzo posto. Anche senza più il milione di dollari in palio, la corsa “winner takes all” non ha tradito le aspettative: le Kawasaki ufficiali di Cianciarulo e Tomac sono rimaste a strettissimo contatto per otto giri finché il pilota del Colorado non ha deciso di scontare il joker lap in anticipo rispetto al suo nuovo compagno di squadra; nonostante un giro a pista libera, Tomac non è riuscito a superare Cianciarulo, uscito dal joker lap all’ultimo giro di nuovo davanti all’avversario. Gioco, partita e incontro (o meglio, trofeo) per Cianciarulo, mentre Tomac può solo recriminare per il tremendo volo che gli ha impedito di andare oltre il terzo posto in gara-2.
Podio completato da Malcolm Stewart, al rientro dalla rottura del femore rimediata a gennaio a Glendale. Il fratello minore del leggendario James, risalito sulla Honda del team Smartop Bullfrog, si è messo subito in mostra conquistando la seconda finale e terminando al terzo posto nelle altre due. Una prova di insolita costanza per Stewart in una serata di grazia per la piccola scuderia privata, che ha chiuso anche al quarto posto con Vince Friese (quarto e due volte quinto, nell’ordine).
L’eccezionale 2019 di Tim Gajser si è concluso con un quinto posto nella cornice di Las Vegas. Due quarti posti in gara-2 e in gara-3 per lo sloveno, che pur senza mai lottare davvero per la vittoria ha dimostrato di essere ad un livello piuttosto alto anche nell’indoor, correndo subito tra i grandi dopo un lungo digiuno.
Ad una defezione in extremis, quella di un Cooper Webb non ancora pienamente ristabilitosi dall’infortunio subito nel National a Unadilla, si è sostituito un piacevolissimo ritorno. Dopo 16 mesi di stop per un infortunio alla schiena, Jeremy Martin è tornato a gareggiare in sella ad una Honda del team Geico facendo a sua volta il debutto in 450cc. Due ottime partenze per il pilota del Minnesota, che ha concluso poi due volte sesto e quindi 14° in gara-3 dopo una caduta, per l’ottavo posto assoluto. Alle sue spalle Chad Reed, passato all’ultimo momento da una Suzuki a una Honda ma sempre gestita dal team di sua proprietà.
Più deludente la serata del team Yamaha, con Justin Barcia solo sesto (5-8-6) e Aaron Plessinger addirittura 15° (22-17-8) dopo una brutta caduta in gara-1. Non si è conclusa al meglio nemmeno l’esperienza dell’altro pilota del mondiale motocross presentatosi a Las Vegas, Jordi Tixier, caduto malamente nel corso delle prove e costretto a disertare il resto del programma.
L’appuntamento con il Supercross è ora per il primo round del mondiale 2020, previsto per il 4 gennaio ad Anaheim.
Gara-1
Gara-2
Gara-3
Classifica finale
Immagine copertina: supercrosslive.com
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.