In occasione della sua visita all’ambasciata britannica in Giappone, il pilota inglese ha raccontato a P300.it le sue prime impressioni riguardo la sua nuova avventura nel Sol Levante.
Zak O’Sullivan è uno dei volti nuovi del motorsport giapponese. Il 20enne pilota inglese ha iniziato quest’anno una nuova avventura in Giappone sbarcando nella Super Formula, dove sta affrontando la propria stagione d’esordio con Kondo Racing.
Nei primi due weekend del campionato, andati in scena a Suzuka e Motegi con due double header, O’Sullivan è riuscito ad ottenere dei punti all’esordio assoluto in Super Formula a Suzuka, chiudendo all’ottavo posto la prima gara del campionato. Da lì, alcuni episodi sfortunati non gli hanno permesso di tornare in Top10, sfiorata in entrambe le gare a Motegi con un 12° posto al sabato ed un 11° posizione nella gara domenicale.
Oltre all’impegno in Super Formula, quest’anno O’Sullivan è al debutto anche nel Super GT, gareggiando nella categoria GT300 con una Ferrari 296 GT3 di CarGuy MKS Racing in coppia con Rikuto Kobayashi.
In occasione della sua visita all’ambasciata del Regno Unito in Giappone avvenuta lo scorso 30 aprile, P300.it ha avuto l’occasione di parlare in esclusiva con Zak O’Sullivan, che ci ha raccontato le sue sensazioni sull’inizio di questa sua nuova avventura in terra nipponica.

Ciao Zak, grazie per essere qui con noi! Quest’anno per te è tutto nuovo con il tuo approdo in Super Formula; come pensi che siano andati i primi due weekend a Suzuka e Motegi?
“Mi sono piaciuti questi primi due weekend, è tutto diverso da ciò che è in sostanza è stata tutta la mia carriera sin qui. Correre in Giappone è molto differente: il team lavora in maniera completamente diversa rispetto a come ero abituato, ma sto imparando molto di più rispetto a quanto avrei fatto se fossi rimasto in Europa, il che è buono. Però mi sta piacendo tutto questo, adoro conoscere nuovi tracciati e trovo il tutto piuttosto divertente”.
“Ovviamente speravo di fare un po’ meglio nei primi due round di Super Formula. Non credo di esser partito male a Suzuka, ma sfortunatamente a Motegi ho faticato un po’; il nostro passo gara lì non era così male, ma la qualifica è molto determinante in questo campionato: non conta quanto sei veloce in gara, anche se dai un secondo al giro a tutti, ma il weekend potrebbe essere praticamente compromesso al sabato o alla domenica mattina. Vedremo come andrà ad Autopolis, dopo le prestazioni buone mostrate a Motegi, sono fiducioso che possiamo far bene e finire a punti”.
Sei in un team, Kondo Racing, con tanta esperienza e che in passato ha lavorato con diversi piloti internazionali come Nick Cassidy e Sacha Fenestraz. É un fattore questo che ha aiutato il tuo inserimento in questo contesto?
“Penso sia d’aiuto il fatto che in passato il team abbia lavorato con piloti europei. Tuttavia, rimane sempre una questione personale e mi sto ancora adattando, non è semplice per via della ‘barriera linguistica’ ed altri fattori. Dal mio punto di vista, però, è un vantaggio trovarmi in un team così esperto così come l’avere un compagno di squadra altrettanto esperto come Kenta (Yamashita, ndr.), che ormai è in Super Formula da tanti anni e dal quale posso prendere dei buoni riferimenti sin dal primo giro delle prove libere, il che è veramente importante per me perché posso imparare ancor più velocemente i circuiti e stargli vicino durante il weekend”.
In passato la Super Formula ha accolto altri piloti inglesi come Andrew Gilbert-Scott (vice-campione Formula Nippon nel 1994, ndr.), Johnny Herbert e Richard Lyons, che riuscì a laurearsi campione nel 2004. I loro risultati hanno in qualche modo ispirato la tua scelta di sbarcare in Giappone quest’anno?
“Suppongo che il successo di molti piloti europei, non solo inglesi (con alcuni di loro che hanno corso molto prima di me), ha dimostrato come la categoria è sempre stata estremamente competitiva, dove con tanto impegno si può performare al meglio”.
Dando uno sguardo al prossimo round della Super Formula, nel weekend di Autopolis si disputerà una sola gara invece che due come accaduto nei primi due round. Come cambia il tuo approccio al weekend con programma diverso ed in cui avrai una sola gara nel fine settimana per la prima volta in carriera?
“Penso che la differenza principale sarà il non avere una seconda chance per fare meglio: a Suzuka, per esempio, ho fatto una brutta qualifica nella prima gara ma nella seconda sono riuscito a fare meglio. Un weekend della Super Formula vede ben due round all’interno dello stesso fine settimana, poiché c’è un’altra qualifica il giorno successivo. Sarà interessante e, come per ogni gara, l’obiettivo sarà quello di imparare il più possibile durante le prove libere della mattina, visto che ci sarà una sola occasione per far bene invece che due”.
Adesso che hai compreso come funziona il campionato ed il livello di competitività, quali sono i tuoi obiettivi per il resto della stagione?
“Penso che possiamo essere tra coloro che approdano costantemente in Q2, dove Kenta si è piazzato negli ultimi anni intorno la sesta e l’ottava posizione. Credo che sia un obiettivo ragionevole, ora ne siamo rimasti appena fuori ed anche se in gara parti bene ma ti ritrovi nel caos, ottieni solo pochi punti. L’obiettivo principale per adesso è diventare più rapidi nel giro secco, ed il resto verrà da sé”.
Dopo il round di Autopolis ci sarà la due giorni di test al Fuji, un tracciato che conoscerai nel weekend del in Super GT. Pensi che questo test possa essere una valida occasione per migliorare ulteriormente e capire cosa ti può aiutare per il resto del campionato?
“Sì, voglio sfruttare questi due giorni al massimo. I test a Suzuka sono serviti principalmente ad abituarmi alla macchina o a riprenderne confidenza dopo l’inverno. Ma ora conosco la macchina, quindi sono felice di sperimentare con l’assetto. Non vedo l’ora di vedere se riesco a trovare qualcosa con cui mi sento più sicuro, che mi aiuti a ottenere una maggior prestazione dalla vettura”.
Oltre all’impegno in Super Formula quest’anno gareggi anche nel Super GT, un’opportunità arrivata un po’ a sorpresa nel bel mezzo dei test pre-stagionali del campionato. Ci puoi raccontare come è nata questa possibilità? E come ti stai trovando nel lavorare con un altro pilota sulla stessa macchina?
“Sì, come hai detto tu l’opportunità è arrivata veramente all’ultimo momento: dopo il primo weekend della Super Formula a Suzuka, mi è arrivato un messaggio da parte del mio manager del fatto che ci fosse un sedile libero nel Super GT, nella GT300, ed abbiamo convenuto che fosse un’occasione utile per conoscere al meglio alcuni circuiti nei quali correrò anche in Super Formula. Ovviamente ho preso al volo l’occasione ed è anche un modo per gareggiare su una vettura GT, cosa che non avevo mai fatto prima così come il condividere l’auto con un altro pilota, per di più veloce come lo è Rikuto (Kobayashi, ndr.), che è veramente molto bravo. Mi è piaciuto molto il primo round, vedremo come andrà questo weekend al Fuji. É bello districarsi tra Super GT e Super Formula anche per il fatto di ritrovare nel Super GT gran parte dei piloti presenti anche in Super Formula: è una cosa un po’ strana da vivere, ma mi sta piacendo”.
Gareggiando in due categorie diverse, è molto importante la comunicazione con i team. Avendo disputato già tre weekend di gara, hai trovato qualche difficoltà da questo punto di vista oppure ti stai trovando sempre meglio?
“Penso che sto migliorando da questo punto di vista. É ovvio che lavorando per due team la situazione è un po’ diversa: in CarGuy tutti parlano in inglese abbastanza bene e ci sono meno cose da tradurre, mentre in Kondo, che è il mio principale focus quest’anno, la situazione è in progresso e su questo stiamo pian piano migliorando gara dopo gara, ed il nostro rapporto all’interno del team migliora di pari passo”.

Riguardo a questa visita di oggi (30 aprile, ndr.), è come se tu ora sei una specie di ambasciatore del Regno Unito in Giappone, a differenza di quando correvi in Europa data l’ampia presenza di piloti britannici. Ti piace il fatto di essere l’unico pilota inglese in questo contesto?
“Sì, è molto diverso rispetto a quanto ero abituato ma è una bella cosa, così come lo è stato parlare con l’ambasciatrice britannica ed altre cose che ho fatto oggi. Sto notando che in Giappone c’è un grande interesse per il motorsport e per il tipo di infrastrutture che hanno nel loro campionato nazionale”.
Immagini: JRP
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