Stefano Domenicali torna a parlare alla FIA Sport Conference

F1Regolamento
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
25 Giugno 2014 - 12:52
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Stefano Domenicali è tornato a parlare in pubblico da quando si è dimesso dalla Ferrari, in occasione della conferenza annuale della FIA, svoltasi a Monaco di Baviera. Il tema del panel era “Come far crescere il motorsport in un mondo che cambia”. Vi riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti.

Prima di tutto, che cosa sta facendo Domenicali al momento? Qual è il suo possibile futuro? L’italiano non ha voluto dare ulteriori dettagli al riguardo, ma si è limitato a dire: “Adesso come adesso, sto tirando il fiato. Dopo 23 anni di lavoro senza sosta, ho un po’ di tempo libero e colgo l’occasione per stare con la mia famiglia, il che è un bene!“.

Quale pensi che sarà il fattore più influenzante nella crescita del motorsport, nei prossimi anni?

Prima di tutto, parliamo di più ruoli chiave: proprietari di diritti e licenze, i team, i costruttori e i fan – non c’è solo una cosa da fare – sarebbe come considerare solo una fetta della torta. Si parla di qualcosa che connette persone di differenti età e culture. Le persone più avanti negli anni vogliono vedere corse pure e vogliono divertirsi, poi abbiamo i più giovani che vogliono un’esperienza diversa. Ci sono poi i costruttori che hanno interessi tecnici e commerciali, e le squadre che vogliono vedere delle corse pure. Bisogna continuare a sviluppare lo sport per tutte queste realtà diverse. Quello che è sicuro, è che bisogna continuare a sviluppare questo sport per le generazioni più giovani. I giovani non sono attratti dalle nuove tecnologie ‘a parole’, ma devono essere direttamente connessi allo sport attraverso la tecnologia. Devono sentirsi coinvolti”.

Attrarre nuovi fan può essere semplice come invitare il pubblico a delle giornate di guida aperte a tutti?

Quello è importante per chi vuole sentirsi parte dello show, ma dobbiamo anche attrarre gente che è semplicemente fan dello sport e che vuole ‘sfidare’ i campioni tramite giochi o esperienze interattive. Guardando al mercato americano, ho imparato che i fan vogliono sfidare il campione del basket americano, e così via. I fan vogliono essere protagonisti. Se riuscissimo a fornire un’esperienza simile, aiuteremmo lo sport a essere connesso con i fan”.

Per i giovani che vogliono essere coinvolti come piloti, dev’essere qualcosa di abbordabile come costo, altrimenti è impossibile. C’è una dicotomia di fondo: all’inizio, le nuove tecnologie sono costose. Dobbiamo trovare un equilibrio – se siamo troppo aggressivi verso le nuove tecnologie, corriamo il rischio di perdere la passione per lo sport. È una questione di equilibrio attento”. 

 

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