Un anno fa, di questi tempi, si temeva per la sua vita dopo un volo inimmaginabile, uno schianto che nemmeno i videogiochi dalla fisica irreale avrebbero prodotto.
Sophia Floersch è una ragazza tedesca che compirà 19 anni il prossimo 1° dicembre. A Macao, nel weekend appena passato, è tornata sulla pista che la stava portando via con tutti i suoi sogni un anno fa. È stata la chiusura di un cerchio apertosi proprio lì, alla curva Lisboa, quando la sua F3 è decollata in retromarcia ad una velocità impossibile, scavalcando il guard rail, schiantandosi contro una tribunetta dei fotografi con il roll bar e ricadendo sulle protezioni.
Sono servite decine di minuti per estrarla dai resti della sua monoposto, poi la corsa in ospedale. La frattura della vertebra C7, le undici ore di operazione con le dita incrociate affinché non ci fossero lesioni al midollo ed una potenziale paralisi.
Un miracolo. Grazie a Dallara e a tutto ciò che ha reso possibile qualcosa che pareva davvero inimmaginabile. Sophia si è ripresa, ha recuperato, è tornata a casa ed è partita con la riabilitazione. Come se nulla – o quasi – fosse successo. Un solo obiettivo: tornare a correre. È lo spirito di chi è campione dentro prima che fuori, quello dei Monger, dei Correa, di ragazzi che non si fermano davanti a nulla, nemmeno dopo aver visto la morte in faccia.
La seguiamo da tempo da queste parti. La ricordiamo piccola piccola in F4 tedesca del 2016 a sgomitare con la generazione che adesso sta pian piano arrivando. Era in squadra, ad esempio, con il vincitore di Macao di pochi giorni fa, Verschoor. Ma condivideva la pista con altri nomi che conosciamo: Juri Vips, Mick Schumacher, lo stesso Juan Manuel Correa. Insomma, fa parte di quel gruppo, è cresciuta con loro. Ha proseguito nella F3 europea, fino all’incidente pazzesco dell’anno scorso.
Avrebbe potuto tentare la selezione per unirsi alle colleghe donne nella W-Series ma, anzi, ha criticato la categoria definendola “Marketing”. Il gusto è nel correre con i ragazzi e batterli alla pari. Quest’anno Sophia ha corso nella Formula Regional Europea, la categoria nata dopo che la F3 europea si è fusa con la GP3. Ha concluso il campionato al settimo posto, portando a termine tutte le gare sempre in top ten e sfiorando due volte il podio. Alla faccia del recupero.
E poi Macao. Poco importa che la gara sia terminata con un ritiro e che il risultato non sia stato quello sperato. La vera vittoria è stata semplicemente esserci. Tornare su quel luogo, salire in macchina e riaffrontare la curva Lisboa la prima volta, magari chiedendosi “ma come ho fatto a finire là sopra?!”.
Macao 2019 ha due vincitori. Il primo, Richard Verschoor, è quello che ha battuto tutti i suoi avversari. La seconda, Sophia Floersch, è quella che ha vinto contro se stessa e Macao. Un altro cerchio chiuso, un’altra bella storia.
Immagine: Sophia Floersch / Facebook
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