Simulatore professionale: la chiave per sbloccare la performance

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Davide De Russis
26 Ottobre 2021 - 10:00
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Ormai la stagione invernale Motorsport è iniziata per molti campionati e, per altri, sta per cominciare. Per questo motivo, il terzo episodio di “Dietro le Quinte” si allontana dai circuiti per un attimo e si dedica a una parte molto particolare della preparazione di un pilota per affrontare la pista: l’utilizzo del simulatore professionale. A causa del lockdown dovuto al COVID-19 nel 2020, si è diffuso rapidamente tra piloti professionisti e semplici amatori il simulatore come hobby o come vera e propria attività sportiva in certi casi. Sono nati veri e propri campionati sim racing su diverse piattaforme simulative con tanto di tassa di registrazione e premi di un certo livello per i vincitori. Quello di cui trattiamo in questo articolo però, non è da confondere con questo genere di attività simulativa. Infatti, il simulatore professionale è utilizzato da molto più tempo dai team per sviluppare la sia la performance del pilota che quella della macchina, mantenendo costi e rischi molto più bassi del classico test in pista. Insomma, nel tempo il simulatore professionale è diventata una delle chiavi più importanti per sbloccare la performance potenziale del pilota e della macchina ancora prima di raggiungere il circuito.

Il Simulatore

Un simulatore professionale può essere utilizzato per riprodurre una realtà virtuale interattiva che rende il pilota e i team in grado di massimizzare il potenziale e l’esperienza. Normalmente, un simulatore professionale è composto da un cockpit (che può essere di tipo Formula o GT) e da uno schermo a 180 gradi che avvolge il cockpit, che aiuta a creare un ambiente di guida completamente immersivo. La stanza in cui si trova il simulatore è genericamente scura e il pilota si trova circondato da grafica ad altissima risoluzione dal pavimento al soffitto. Il sistema audio professionale completa l’immersione nell’ambiente di guida per renderlo il più realistico possibile. In alcuni casi, si possono trovare simulatori professionali che comprendono attuatori idraulici, che riescono a simulare anche i vari movimenti dinamici del cockpit. Pedali e sterzo di ogni simulatore professionale devono essere completamente regolabili per permetterne l’utilizzo a piloti di diverse altezze e corporature, oltre che a replicare la posizione di guida che tipicamente viene adottata nell’auto da corsa reale. Genericamente, questo genere di simulatore è anche dotato di sistema di telemetria live e di un sistema di comunicazione radio a due vie per le comunicazioni pilota-ingegnere. Insomma, tutto è pensato per simulare nel modo più realistico possibile quello che avviene in pista.

I Modelli Fisici e Visivi

Il modello dell’auto è normalmente creato e rifinito da professionisti, sia visualmente che dal punto di vista fisico. Si spendono ore di lavoro sui modelli fisici in modo da replicare le caratteristiche statiche e dinamiche della macchina nel simulatore nel modo più realistico e affidabile possibile. Solo così l’esperienza simulativa è all’altezza di una preparazione per affrontare il circuito vero. Nonostante ciò, c’è sempre da tenere in considerazione quando si testa un errore percentuale tra quanto ottenuto al simulatore e quanto testato nel mondo reale. Ciò significa che, per quanto un simulatore professionale sia di vitale importanza per la preparazione di auto e pilota, ci sono variabili naturali che non è possibile replicare con la stessa precisione con cui si trovano nel mondo esterno, in quanto imprevedibili. Questo è un dato da tenere sempre in considerazione: il confronto tra simulazione e mondo reale è ciò che fa la differenza.

In ogni caso, la calibrazione del modello fisico è di vitale importanza per garantire il realismo della simulazione. Il modo migliore per validare un modello fisico è eseguire la calibrazione con un mix di piloti reali e sim driver professionisti. Lavorando con i piloti che hanno guidato in pista l’auto reale si possono utilizzare i dati acquisiti in pista come base per il modello simulativo. Una volta che il modello è pronto all’85%, il sim driver professionista passa una giornata a testarlo e a creare i dati che faranno poi la differenza nella rifinitura del modello del simulatore in modo che sia accessibile ad ogni pilota.

Il Circuito

Anche il modello del circuito è di vitale importanza per un simulatore professionale. Infatti, il modello fisico di un circuito controlla i seguenti parametri: superficie del tracciato e la sua rugosità, cordoli, il coefficiente di attrito dell’erba o della ghiaia nelle vie di fuga, l’altezza dei cordoli e la loro rugosità, il cambiamento di gradiente, ecc. Qualunque superficie che genera un attrito è simulata in modo che il modello dinamico del simulatore utilizzi un coefficiente di attrito il più accurato possibile in modo che l’auto si comporti come farebbe nel mondo reale. La correttezza visuale del circuito è normalmente sviluppata con lo stesso genere di precisione perché, nonostante sia la fedeltà fisica del modello a fare la differenza tra un videogioco e un simulatore professionale, anche i riferimenti visivi del tracciato sono essenziali per la preparazione del pilota, soprattutto quando si usa il simulatore per insegnare un circuito a un pilota (Circuit Learning).

Circuit Learning

Il Circuit Learning è una delle operazioni più comuni che viene effettuata da un pilota con il simulatore. Si va a preparare il pilota ad affrontare una pista che non conosce in modo che, quando si troverà nel circuito reale, sappia dove e come frenare, che traiettoria seguire, ecc. per ottenere la miglior prestazione possibile già dalla prima sessione di prove libere. Il compito dell’ingegnere in questo caso è quello di utilizzare telemetria e onboards per istruire il pilota sul modo migliore di affrontare il tracciato, curva dopo curva.

Setup Development

Anche gli ingegneri possono trarre benefici dall’utilizzo di un simulatore professionale, in quanto è possibile modellare virtualmente diversi setup in modo da valutare direttamente col pilota quale punto di partenza potrebbe essere il migliore una volta arrivati in circuito. Normalmente, un setup viene studiato dal punto di vista dinamico tramite software di dinamica multi-body e, successivamente, tramite un laptime simulator prima di arrivare al simulatore driver-in-the-loop dove il pilota effettivamente testa quanto simulato al computer.

Insomma, che si tratti di un pilota professionista che vuole migliorarsi in vista della stagione o della gara successiva oppure di un semplice entusiasta che vuole vedere cosa si prova a stare al posto di un pilota, il simulatore professionale, con i giusti modelli fisici di auto e circuito e se costruito propriamente, è un ottimo inizio per sbloccare quella performance che richiederebbe tempo e chilometri in circuito, a un costo in termini economici e di rischio senz’altro molto più elevati di quelli che si possono avere in uno studio simulativo. Inoltre, garantisce a qualunque appassionato una vera e propria full immersion “nell’ufficio” di un pilota reale. Anche se simulato.

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