Da Shah Alam 1996 a Sepang 2018

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
30 Gennaio 2018 - 11:00
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Era il 31 marzo del 1996 quando un giovane ragazzino di Tavullia esordiva nel mondiale delle 125cc. Da quel momento Valentino Rossi entrò in scena in quello che ancora oggi è un palcoscenico che lo vede grande protagonista. Un ingresso esuberante, quasi prepotente di un talento a cui bastarono poche gare per farsi notare dagli addetti ai lavori e dai tifosi non solo italiani, ma di tutto il mondo.

Si perchè Rossi era diverso dagli altri, con la sua spontaneità nello scherzare o parlare seriamente davanti ai microfoni, come la grande capacità di prenderti per il culo senza che tu te ne potessi accorgere. Il suo primo bersaglio della carriera fu Martinez, preso di mira tutte le volte sia in pista che fuori a suon di provocazioni perchè lo spagnolo ogni volta che sentiva parlare, oppure lottava, con quel ragazzino con il numero 46 si agitava particolarmente. Ma di Rossi colpiva anche la grande capacità di prendersela con se stesso, come in Brasile quando dopo essere caduto dichiarò: “Credevo di aver imparato, ed invece ho sbagliato come un pivello”.

In quella stagione Valentino salì sul podio per la prima volta in Austria, in una gara vinta da un grande promessa poi non mantenuta come Ivan Goi. La vittoria arrivò nel GP successivo, a Brno, dopo un duello guarda a caso con quel Martinez con cui si era dato fastidio tutto il campionato.

Nessuno in quel periodo, nonostante si capisse che Rossi non era un pilota come gli altri, si sarebbe immaginato che quel successo sarebbe stato il primo di 115 distribuiti in un arco di tempo così lungo. Loris Reggiani, che in quel periodo iniziava a muovere i primi “passi” come commentatore, disse dopo aver visto Valentino in diversi punti del circuito di Imola: “Rossi in curva supera le leggi della fisica semplicemente perchè non le conosce. L’ho visto fare delle traiettorie che non sono umane”.

Nel secondo giorno di test a Sepang, a distanza di 22 anni Valentino Rossi, per festeggiare la lunga collaborazione con AGV ha deciso di indossare una replica del casco usato nel 1996. Il sole e la luna diventati per qualsiasi ragazzino dell’epoca e non solo dei simboli che dopo tanti anni sono ancora presenti nell’immaginario di tanti appassionati e tifosi.

Da Shah Alam 1996 a Sepang 2018. Il tempo passa velocemente, ma certi ricordi restano sempre.

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