Sebastian Vettel c’è ancora: non più vincente, più umano e discusso di prima. A Baku una P6 in risposta a haters e voci di ritiro

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
13 Giugno 2022 - 09:50
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L’anno scorso, dopo la gara dell’Ungheria, mi ero soffermato sulla figura di Fernando Alonso, tra l’altro diventato con questa gara ufficialmente il pilota più “longevo” della Formula 1 per distanza tra primo ed ultimo GP disputato. Come passa il tempo.

Questa volta mi preme parlare di Sebastian Vettel. Uno che, con Fernando, ha incrociato le ruote, gli occhi, il destino, i campionati. Se, come avevo scritto, “È sempre Alonso, ma un altro Fernando”, la metamorfosi compiuta da Sebastian negli ultimi anni l’ha reso completamente un’altra persona.

Me ne sono accorto a Barcellona ascoltandolo in conferenza stampa ed è stato lui stesso a raccontare il perché di questo suo cambiamento, con un forte accento sui temi sociali ed ambientalisti. I figli, la famiglia, una privacy fortemente mantenuta al punto da renderlo, ad oggi, l’unico pilota senza profili ufficiali sui social network; ma, non per questo, meno chiacchierato di altri, anzi. Vettel è al momento uno dei più discussi, come d’altronde è sempre stato: prima lo era per la sua attività in pista, ora lo è per quella fuori.

Ho avuto la percezione, ascoltandolo quasi in un monologo, di un ragazzo con un background completamente diverso, più completo, rispetto a quello che dominava ai tempi della Red Bull. Come se la differenza di età tra quel Sebastian e questo sia maggiore del tempo trascorso. La definitiva esplosione pubblica del suo interesse per i temi sociali e di salvaguardia del futuro è coincisa con l’arrivo in Aston Martin. Nel nuovo team, tra l’altro raggiunto nel pieno di una pandemia, Vettel si è aperto ai vari temi che conosciamo, prestando il suo volto a diverse iniziative pubbliche a sostegno di questa o quella causa. L’ultima è stata un’intervista – con tanto di copertina – su una rivista gay, nella quale ha dichiarato come la Formula 1 sia pronta ormai ad accogliere un pilota omosessuale.

Questa nuova versione di Vettel, oltre a suscitare apprezzamento da gran parte dell’opinione pubblica sportiva, ha anche portato con sé delle critiche, anche in considerazione delle difficoltà nel raccogliere risultati con il suo nuovo team. Nella scorsa stagione il tedesco ha raccolto appena 9 punti più di Lance Stroll, al netto della squalifica di Budapest (dove era arrivato 2° per 18 punti persi) e nonostante il primo podio ottenuto proprio a Baku, in una delle gare pazze che si sono corse in Azerbaijan. Neanche il tempo di chiudere il primo anno con il team britannico che già le voci di ritiro erano tornate a farsi sentire, per accompagnarlo poi sin dall’inizio di questa stagione, quasi come un’ombra. L’inizio 2022 è stato influenzato dal Covid, che gli ha fatto saltare i primi due appuntamenti con un ritorno orrendo (e parzialmente giustificabile) a Melbourne. Nelle successive cinque gare tre sono state concluse a punti, una appena fuori (Barcellona) ed una (Miami) è terminata con un contatto con Mick Schumacher quando era in lotta per la top ten.

Aston Martin fatica ancora, forse più dell’anno scorso. Ma nelle ultime due settimane, proprio quando le voci di mercato ed eventuale ritiro si sono intensificate, il tedesco ha tirato fuori le due gare migliori dell’anno. A Monaco ha chiuso in top ten, protagonista di alcuni dei parecchi sorpassi snobbati dalla regia, insieme a Pierre Gasly. Nella Baku che l’anno scorso l’aveva visto ereditiere (anche fortunato) della seconda posizione, per tutto il weekend Sebastian è restato agevolmente in top ten.

Il sesto posto finale, stavolta in una gara “normale” e senza Safety Car, è forse il miglior risultato del Vettel in versione Aston Martin e mette un po’ a tacere sia le voci che lo vorrebbero fuori ad ogni settimana, sia le accuse (anche pacchiane) di essere ormai un ex pilota che pensa solo alle “questioni arcobaleno” e di cercare tramite quelle un po’ di visibilità; critiche sbandierate con un sottile accento discriminatorio. Non sarà più vincente e la sua era può anche definirsi passata – si potrebbe dire lo stesso del suo vecchio avversario spagnolo – ma, proprio come per Fernando, questa nuova versione di Vettel è sicuramente migliore e più completa di quella precedente. E, se la vettura lo permette, qualche colpo – come abbiamo visto a Baku – è ancora in grado di regalarlo. Migliorare si può, ma evidentemente non vale per tutti.

Immagine: Media Aston Martin

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