Se il team order è ignorato dalla parte giusta

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Aprile 2019 - 21:30
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All’inizio del quinto giro del Gran Premio del Bahrain Charles Leclerc chiama i box e dice “I’m quicker, guys”, “Sono più veloce”. Ha ormai ripreso Vettel dopo aver perso la prima posizione al via e sente di averne di più. Vuole passare.

Dai box rispondono “resta dietro per due giri”. Non serve. Alla fine dello stesso passaggio, sul rettilineo iniziale, grazie all’ormai sempre più ridicolo DRS la Ferrari #16 passa in fondo al dritto la #5 come se fosse una F2. 

Sarebbe passato comunque: fossero stati due, cinque o dieci giri, Charles domenica era imprendibile per tutti, compagno compreso; senza il dramma del giro 46 la gara non l’avrebbe solo vinta, ma addirittura stravinta.

Ma qui si parla di un team order ignorato, cosa capitata abbastanza spesso nella storia e, soprattutto, di come nessuno se ne sia lamentato. Il che è strano, non trovate? Invece no, non lo è. Ricordo ancora il famoso “Multi 21″ di Sepang del 2013, quando proprio Vettel fu sotterrato dai media per essersi preso la vittoria di forza non rispettando l’ordine imposto dal team invece di lasciare la vittoria a Mark Webber sul finire della gara.

Anni, situazioni, team e compagni diversi, certo. Eppure non un minimo accenno al fatto che, da giovane new entry del team, forse il monegasco avrebbe potuto attenersi almeno per quei due giri alla richiesta del suo ingegnere, per poi chiedere strada e fare il suo con il benestare di tutti. Non credo glielo avrebbero negato, soprattutto ad inizio gara. Non ce n’è stato bisogno. 

Non è un problema di Charles comunque, ma il risultato dell’essere ormai incoronato come nuova punta di diamante del Cavallino. Un’operazione partita in sordina l’anno scorso e diventata ufficiale già dai test di Abu Dhabi. Operazione che, ora, continua fragorosamente e parallelamente al definitivo affossamento del compagno, autoinflitto in primis, spalleggiato da gestioni assurde come quella di Monza 2018 ed appoggiato da molti in seconda istanza.

Dopo due gare con la Rossa Leclerc è già paragonato a Gilles Villeneuve: sembra un pesce d’aprile ma non sto scherzando. Vettel, intanto, continua a sbagliare e credo continuerà a farlo in una situazione ampiamente prevista. Già prima della gara di domenica – ed ammetto di avergli portato anche ulteriore sfiga – me lo immaginavo all’ultima stagione in rosso.

Dopo quanto successo a Sakhir, nel complesso del weekend, credo di non avere più dubbi. Sarei molto, molto sorpreso se le cose dovessero cambiare da qui in avanti. E, se succedesse, Internet credo crollerebbe davvero nel peggiore dei cortocircuiti mediatici.

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