Brembo

Scusi, per il parcheggio?

di Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 30 Giugno 2018 - 19:25
Tempo di lettura: 3 minuti
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Scusi, per il parcheggio?

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Seguo la notizia della penalizzazione di Vettel per aver bloccato Carlos Sainz durante la Q2 austriaca. Ci sono da notare un paio di cose prima di andare al nocciolo della questione.

Prima di tutto uno come Vettel, ovvero uno della cerchia dei big, appena finito un giro veloce dovrebbe curarsi di recare meno guai possibili a chi sopraggiunge dietro. Se poi, come ha affermato, dagli specchietti non ha visto o non vede bene, abbiamo un problema che va risolto in fretta.

Seconda cosa: a Barcellona ho potuto constatare con mano di quali strumenti si avvalgono i team per verificare lo stato in pista dei piloti in tempo reale. Detto questo, mi chiedo come sia possibile che il pilota non venga avvisato per tempo se c’è qualcuno che sopraggiunge. Dato che ai box sono “comodi” ed in macchina un po’ meno, propendo per dare una colpa maggiore al muretto nella penalità che si è preso Vettel.

Ora passo ai commissari: l’attenuante del “Sainz ha passato comunque la Q2” evidentemente non è servita a nulla. Quindi massima intransigenza nell’applicazione del regolamento. E questo mi potrebbe anche star bene se non fosse che questa intransigenza, anche a causa del cambio di commissari gara dopo gara, non è sempre lineare. Guardiamo l’immagine in copertina: si riferisce alla Q2 delle qualifiche del Canada, quindi si parla di tre settimane fa (anche se sembrano passati tre mesi). Lo stesso Vettel arriva verso la chicane finale dal lungo dritto e si trova davanti una parata di macchine che vanno a due all’ora, si spostano all’ultimo, creano insomma danni tanti e più di quanto successo oggi. Certo, Vettel è passato comunque in Q3 quindi di fatto non è stato svantaggiato, ma lo stesso dicasi per Sainz oggi, dato che ha potuto girare in Q3 nonostante il rallentamento da parte del tedesco. 

Agevolo il video della ricerca del parcheggio, manco fossero tutti all’Ikea.

Due Renault, una Haas, una Mercedes, con la #27 di Hulkenberg piantata in piena traiettoria dove si arriva ad oltre 300 all’ora. In questo caso non solo non sono state comminate penalità, ma il fatto non è andato nemmeno sotto review, il che già allora sembrava assurdo e visto quanto successo oggi fa storcere il naso. Agevolo poi un altro video: Silverstone 2017 con Hamilton piantato mentre arriva Grosjean.

Anche in questo caso, nulla di fatto. Nemmeno una reprimenda dopo la pole nel circuito di casa.

Tre casi, danno simile, decisioni opposte. Ora: avere commissari fissi porterebbe a pensare a penalità comminate sulla base delle simpatie o antipatie verso questo o quel pilota, ma vedo che le giurie diverse gara dopo gara non portano comunque risultati soddisfacenti. Mi sforzo di accettare che non ci sia malafede nel non sanzionare Hamilton dopo una pole davanti ai suoi tifosi, ma quello del Canada è un caso ben più pericoloso di quanto visto in Austria eppure siamo qui con due valutazioni diametralmente opposte.

Giustamente, i tifosi della Ferrari se la prendono: se da un lato ci sono alcune cose da rivedere sia lato guida che lato muretto, le sanzioni comminate in base a come si scende dal letto al mattino non si possono accettare di buon grado. E aggiungo una provocazione: se questo +3 fosse anche figlio (magari nipote) degli strascichi francesi?!

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