Schumi: #KeepFighting diventa un motto, la privacy resta (e resti) tale

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
18 Dicembre 2016 - 22:15
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Nelle ultime settimane la famiglia di Michael si è aperta verso i suoi fan in un modo che in molti, probabilmente, non si aspettavano. 

I social network sono stati i primi obiettivi. Facebook, Twitter ed Instagram hanno visto nascere, dopo centinaia di pagine di fan a lui dedicate, anche i suoi profili ufficiali, quelli contraddistinti dalla spuntina blu che caratterizzano i profili verificati. Da un mese circa, questi sono popolati con contenuti ed immagini che ripercorrono la sua carriera e commemorano vittorie, eventi e quant’altro.

Nella giornata di ieri è stata comunicata la nascita di una nuova iniziativa, supportata da un sito internet ( http://www.keepfighiting.ms ) che vuole abbracciare e dare un senso al motto che da ormai tre anni accompagna la convalescenza di Michael. Si chiama #KeepFighting e si ispira ad uno stile di vita, ad una condizione mentale, quella del “Non mollare mai”, il “Never give up” di cui lo stesso Michael parlava durante la sua carriera. Il non volersi rassegnare agli eventi e il voler lottare sempre, comunque, fino a quando rimane una minima possibilità di successo, in ogni ambito della vita. Sportiva, personale, professionale.

L’iniziativa parte anche dall’enorme affetto che i tifosi di Michael hanno mostrato in questi anni difficili, e segue l’ufficializzazione della permanenza della mostra a Marburg (doveva restare attiva un paio d’anni) e la Champions for Charity, la partita di calcio che da quest’anno unisce star internazionali a supporto di iniziative di beneficenza.

Nell’annunciare l’iniziativa #KeepFighiting, Sabine Kehm ha ribadito la linea della famiglia riguardo la privacy sulle condizioni di Michael: “La salute di Michael non è una questione pubblica, e pertanto continueremo a non rilasciare dichiarazioni a riguardo. Vogliamo proteggere la sua sfera privata: dal punto di vista legale e nel lungo termine, ogni comunicato riguardante le sue condizioni andrebbe a diminuire la sua privacy. Siamo consci del fatto che molte persone possano non capire tutto questo, ma stiamo seguendo la linea indicata da Michael e vogliamo ringraziare chi comprende e rispetta questa decisione. Michael è sempre stato protettivo della sua privacy, anche nei momenti più felici della sua carriera. Ma ha sempre chiarito che esiste una linea distinta tra il personaggio pubblico e quello privato. Ora vogliamo celebrare l’affetto dei tifosi con diverse iniziative, incluse la mostra, i profili sui social ed ora #KeepFighiting. Molti fan hanno apprezzato e appoggiato queste iniziative.”

Privacy e rispetto sono due termini che spesso non vanno d’accordo. Soprattutto, sembrano essere entrambi concetti superati. Si dà per scontato che un personaggio pubblico debba vivere h24 a porte aperte, solo perché molti si comportano così per esibizionismo o semplice opportunismo. In realtà esiste, per tutti, anche una sfera privata, intima, che non necessariamente deve essere divulgata ai quattro venti. Quando le condizioni sono poi difficili come quelle di Michael, e quando il passato insegna che tutta la sua carriera è stata coerente con la protezione della privacy, mi chiedo come ci si possa attendere ora una sorta di diretta live del suo stato di salute.

Piacerebbe anche a me sapere qualcosa di più, questo mi pare abbastanza logico: ma capisco, comprendo e soprattutto rispetto la decisione di una famiglia che ha, a mio modo di vedere, l’assoluto diritto di gestire la situazione dal punto di vista mediatico come meglio crede. È sempre facile, senza porsi dall’altra parte della barricata, decidere cosa gli altri dovrebbero o non dovrebbero fare. In questi mesi ne ho lette di ogni, da chi ha fatto i conti in tasca quotidiani a Corinna, chi dice che ogni 30 giorni la famiglia dovrebbe rilasciare una dichiarazione (manco fosse una fattura), chi ha suggerito come spendere meglio i soldi di una cura definita inutile senza conoscere lo stato delle cose. Tutti esperti che non sanno assolutamente nulla (come me, come il 99,9% dei cristiani) e che invece credono di sapere e si lanciano in messaggi e dichiarazioni che ne certificano solo l’inadeguatezza. 

Mi pare, poi, abbastanza chiaro che l’assenza di notizie concrete dopo tre anni parli comunque al posto dei comunicati: ma considerato che basta una mezza parola per trovarsi sommersi da bufale, speculazioni, foto di degenti spacciati per Michael sul letto d’ospedale e quant’altro, è meglio che tutto resti com’è e attendere unicamente dichiarazioni ufficiali.

Personalmente mi basta sapere che tutta la famiglia sta facendo il possibile per lui, e di questo ne sono assolutamente certo. Il resto sono chiacchiere. Quando Sabine e Corinna vorranno comunicarci qualcosa di nuovo, saranno le prime a farlo.

Rispettiamo per un buona volta il volere degli altri: sarebbe un bel passo avanti.

#KeepFighting

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