SBK | Test Portimão pre-2020, sintesi delle due giornate

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
28 Gennaio 2020 - 18:00
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Il penultimo test del mondiale Superbike in attesa dell’avvio in Australia si è concluso ieri pomeriggio e in cima alla lista dei tempi della seconda giornata all’Autodromo dell’Algarve troviamo Toprak Razgatlıoğlu su Yamaha R1 del team Pata, in 1:40.804. Il turco è stato tra i due protagonisti indiscussi del test portoghese e si prepara a un debutto d’impatto col marchio di Iwata in quel di Phillip Island, anche se quella del Victoria è una pista che non dice granché bene né a Yamaha né a “Razga” da parecchio tempo. Il team ha preparato due moto per il nuovo pilota e, su quella sperimentale color carbonio, il pupillo di Kenan Sofuoğlu ha recuperato due posizioni rispetto alla domenica. Stesso trattamento per il più esperto Michael van der Mark, quinto in classifica a sei decimi dal tempo del compagno. La seconda Yamaha in classifica è però quella di Loris Baz del team Ten Kate, a meno di due decimi dal pilota factory e autore di ben 74 giri.

“Quando il gatto non c’è, i topi ballano”, e oltre alla Yamaha, in assenza della Kawasaki, ad aver “ballato” è stata la Ducati, che durante il primo giorno ha piazzato Scott Redding in prima posizione, scalzato poi dal #54 per otto centesimi di secondo. Rispetto al primo giorno il campione della Superbike inglese non ha effettuato un grande balzo in avanti (solo tre decimi guadagnati), ma considerando l’andamento dei test di questa settimana, unito ai risultati ottenuti in quelli di Aragón e Jerez, a Borgo Panigale si può ben sperare per l’avvio in Australia. Anche Chaz Davies può finalmente sorridere, con due giornate a Portimão ben più fruttuose di quelle in Spagna; il gallese ha chiuso settimo il primo giorno e quinto il secondo, con in cascina 71 giri durante il lunedì.

Chi si è messo in mostra in maniera decisamente più netta rispetto al test in Andalusia è la BMW: Sykes e Laverty hanno chiuso rispettivamente in settima e ottava posizione a un distacco tutto sommato accettabile (nove decimi per Tom e un secondo e uno per Eugene), ma oltre a ciò che si può trapelare dai tempi c’è da sottolineare il lavoro fatto sull’assetto e sul motore, per cercare di mettersi in pari con i principali rivali. Non tutto è andato a gonfie vele però: l’irlandese ha dovuto “parcheggiare” rapidamente la sua moto per un principio d’incendio, cosa che ha rallentato il lavoro del primo giorno.

Dopo lo zampino che la pioggia ha messo durante le prove di Jerez, il team HRC ha potuto fare il primo confronto diretto con gli avversari su una pista totalmente asciutta. Al sesto posto troviamo quindi Leon Haslam, staccato di soli otto decimi rispetto alla più collaudata R1, ma soprattutto a pochi centesimi da due big come Davies e van der Mark. Più in sordina la giornata di Bautista, che ha chiuso oltre la 20a posizione col tempo di 1:43.559. Non sono trapelati molti dettagli su ciò che il team e la coppia di piloti sta facendo, ma la voglia di HRC di mettersi in gioco anche nel campionato delle derivate di serie è palpabile.

Non sono mancati i piloti privati: oltre a Baz, nuovamente il migliore tra i clienti, troviamo le Yamaha della coppia GRT, Federico Caricasulo e Garrett Gerloff, ancora una volta piuttosto vicini in classifica (separati addirittura da soli 15 millesimi), e si tratta di un ulteriore prova della bontà della Yamaha 2020. Alle loro spalle le Ducati Panigale V4 R private di Rinaldi e Mercado (rispettivamente per GoEleven e Motocorsa Racing), mentre sono un po’ più staccati Xavi Fóres con l’unica Kawasaki presente in pista (17° nella seconda giornata e 13° nella combinata), Sylvain Barrier con la Ducati di Brixx Performance (19°) e Sandro Cortese sulla moto del team Barni (22°); l’italo-tedesco ha anche ceduto momentaneamente la sella a Leon Camier durante la parte finale della seconda sessione, come primo assaggio della Ducati che guiderà a Phillip Island. Presente anche Christophe Ponsson sull’Aprilia di Nuova M2 Racing, andato decisamente meglio rispetto alla prova di Jerez.

Come detto all’inizio, Kawasaki Racing Team non era presente alla due giorni di Portimão, ma in compenso la squadra spagnola si è data da fare sulla pista del Montmelò per un test privato. Al contrario dei colleghi presenti in Portogallo, la Kawasaki ha dovuto fare i conti con un meteo incerto, ma alla fine anche Rea e Lowes hanno potuto lavorare dignitosamente sul bilanciamento della ZX-10RR; i due britannici si sono espressi in maniera molto positiva sulla moto e saranno sicuramente il team da battere in quel di Phillip Island.

Il prossimo appuntamento è previsto per il 24 e il 25 febbraio, con le ultime due giornate di prove collettive che si disputeranno proprio sulla pista australiana. Prove che, oltre a essere utili per i team per gli ultimi ritocchi sulle moto prima dell’inizio del mondiale e per i piloti come riscaldamento in vista del primo round, saranno decisivi per capire se in Australia ci sono le condizioni atmosferiche per correre, dopo gli incendi divampati per mesi che hanno reso l’aria quasi irrespirabile per alcune settimane.

Fonte immagine: worldsbk.com

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