SBK | Test Phillip Island pre-2020, sintesi della prima giornata

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
24 Febbraio 2020 - 11:45
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Il polverone che viene alzato, letteralmente e figurativamente, nelle giornate di test in Qatar non è l’unico spunto d’interesse per gli appassionati delle due ruote al momento. Oggi, tra le 23:00 italiane della domenica e le 7:40 di questa mattina si è svolta la prima giornata di test SBK in quel di Phillip Island, l’ultima tre giorni collettiva prima di far partire le danze del campionato proprio sul velocissimo tracciato australiano. A guidare il gruppone, in una giornata fredda e con qualche goccia di pioggia, è stato Toprak Razgatlıoğlu su Yamaha R1 ufficiale, in 1:30.740 e con una media di 176.3 km/h durante il giro. E’ stata un’ottima prima giornata per il marchio dai Tre Diapason, grazie anche al terzo posto (a soli 37 millesimi dal turco, tra l’altro) di Loris Baz sulla moto del team Ten Kate, mentre Michael van der Mark per ora è settimo con sette decimi di ritardo dal compagno di squadra.

Oltre alla Yamaha, una gradita sorpresa che troviamo nelle prime posizioni è la BMW, quella col #66 di Tom Sykes. La mal propensione dell’inglese per la pista australiana è ben conosciuta, ma nonostante questo l’ex-campione del mondo ha ottenuto la prima posizione nella prova del mattino, per poi cedere a Razgatlıoğlu la testa della classifica, ma per soli 22 millesimi. In top ten anche la seconda BMW guidata da Eugene Laverty, ottavo e, come van der Mark, con un distacco di otto decimi un po’ preoccupante rispetto al compagno di squadra.

Dobbiamo scendere fino alla quarta posizione per trovare la coppia campione del mondo: Jonathan Rea e la Kawasaki si sono ripresentati così a una sessione ufficiale dopo i test saltati a Portimão, ma il distacco del #1 rimane tutto sommato piuttosto contenuto con due decimi di ritardo dal giovane turco della Yamaha. Rea ha svolto 41 giri tra mattina e pomeriggio mantenendo costantemente la quarta piazza, ma c’è da segnalare un dato potenzialmente preoccupante per il nordirlandese: sul lungo rettilineo che porta alla curva Doohan ha registrato una velocità massima di “appena” 300 km/h, pagando dazio rispetto a Ducati e Honda di 10 km/h o anche più. Alex Lowes si trova nono e, sul piano della velocità di punta, soffre decisamente meno del compagno con un picco di 308 km/h; inoltre, è l’ultimo dei piloti sotto il secondo di distacco.

C’era tanta attesa per vedere la nuova Honda CBR in pista nei suoi nuovi colori ufficiali e Leon Haslam non ha deluso le aspettative. L’inglese, vincitore qui con Suzuki e Aprilia, è quinto a meno di mezzo secondo dalla vetta, nonostante sia il primo dei piloti in graduatoria a non abbattere il muro dell’1:31. Sono 34 i giri collezionati da “Pocket Rocket”, contro i 47 di Álvaro Bautista, il quale probabilmente si è concentrato su delle simulazioni di gara (che spiegherebbero il 15° posto). La terza Honda in pista, guidata da Takumi Takahashi per MIE Althea Racing, è 19a e ultima, con otto decimi dal penultimo classificato e oltre cinque secondi di ritardo. Il giapponese ha anche accusato una perdita d’olio che ha costretto i commissari a sventolare la bandiera rossa e a terminare con trenta minuti d’anticipo la sessione.

L’ultimo dei cinque marchi che troviamo è la Ducati, precisamente quella di Scott Redding in sesta posizione. L’inizio dell’anno appare decisamente diverso da quello del 2019 con Bautista dominante, ma l’esperienza dell’inglese su questa pista, dove ha già corso in MotoGP, potrebbe fruttare nel weekend di gara. Il campione del BSB è a circa cinque decimi da Razgatlıoğlu, mentre è decisamente più alto il distacco di Chaz Davies, decimo a un 1.3 secondi e con un tempo di 1:32.1; per il gallese c’è, come segnale positivo, il gran numero di giri svolto (44 totali, 25 al pomeriggio), segno di come potrebbe aver lavorato più sulla gara degli altri big.

Uno sguardo anche ai piloti privati: dopo Baz, il secondo di questi è Sandro Cortese per il team Pedercini, che da qualche giorno ha svelato la nuova livrea e il nuovo main sponsor Outdo, produttore di batterie che lavora su più ambiti e settori. Tornando a ciò che abbiamo visto in Australia, l’italo-tedesco è 11° e, considerando il salto fatto dalla Ducati alla Kawasaki in così poco tempo, si tratta comunque di un buon risultato. Alle sue spalle la prima Panigale V4 R privata, quella di Michael Ruben Rinaldi per il team GoEleven, già capace di una buona prestazione lo scorso anno; per l’italiano un distacco di un secondo e mezzo.

Scorrendo la classifica troviamo le Kawasaki private di Puccetti e Orelac, che precedono Bautista. Xavi Fóres, al rientro nel team di Manuel Puccetti, per ora è rimasto piuttosto in sordina nelle posizioni di rincalzo, mentre l’avventura di Maximillian Scheib è iniziata decisamente meglio rispetto a quella con MV Agusta un paio di anni fa. Molto indietro le due Yamaha GRT di Federico Caricasulo e Garrett Gerloff, un inizio decisamente sottotono per la nuova coppia della squadra Yamaha satellite.

Qui i risultati della prima sessione e della seconda.

Fonte immagine: worldsbk.com

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