Phillip Island si dimostra, ancora una volta, una bestia nera per le gomme Pirelli. Come nel 2024 SBK e SSP vedranno il flag-to-flag.
Tra meno di un mese la Superbike aprirà i battenti col primo round della stagione a Phillip Island ma, come successo già nel 2024, l’inizio dell’annata non sarà dei migliori: in seguito ai timori per le previsioni meteo avverse ed il solito layout del Victoria, particolarmente aggressivo sulle gomme, le manche di SBK e SSP subiranno delle importanti variazioni.
Anche quest’anno, infatti, si è deciso di optare per la soluzione di comodo già usata dodici mesi fa: l’introduzione di una sosta obbligatoria in flag-to-flag. La decisione è stata presa dalla FIM e dalla DWO (Dorna WSBK Organization) e farà accorciare a venti giri le manche lunghe della classe principale, con l’obbligo di utilizzare i compound al posteriore per al massimo undici giri prima del rientro ai box; ancora più ferrea la situazione della Supersport, i cui partecipanti dovranno compiere la sosta dopo al massimo dieci passaggi. Inoltre, ogni pilota avrà a disposizione due set di gomme aggiuntivi durante il weekend.
Una situazione certamente anomala e che mette in cattiva luce la SBK, Phillip Island e, soprattutto, il fornitore di pneumatici Pirelli, anche quest’anno incapace di affrontare al meglio una sfida come quella australiana e senza essersi preparato a dovere, magari distribuendo un compound specifico per quest’evento.
E’ sorta anche qualche perplessità sul perché dover applicare una soluzione simile, dato che questi compound, l’ottobre scorso, hanno completato con successo e senza intoppi la gara della Moto2, durata ventitré giri. La motivazione, a quanto pare, è da ricercare nelle differenze di temperature tra un periodo e l’altro dell’anno, con la SBK e la SSP che si ritrovano nella situazione più svantaggiosa.
Gregorio Lavilla, direttore esecutivo del campionato, ha spiegato: “Phillip Island è nota per il suo layout avvincente e veloce ma presenta anche delle sfide uniche per via del suo asfalto e delle condizioni meteo in rapido mutamento. Nonostante i miglioramenti alle condizioni della pista nel corso del tempo, resta estremamente impegnativa, specialmente tenendo presente che sarà il primo Round della stagione nel quale i team staranno ancora mettendo a punto il loro setup base. Considerando la nostra esperienza a Phillip Island, abbiamo concluso che confermare un pit stop obbligatorio sia l’approccio migliore per garantire la qualità delle gare. Adottando questo format facciamo sì che tutti i partecipanti possano competere in condizioni di equità e sicurezza in quello che si preannuncia come un avvincente avvio di stagione”.
Fonte immagine: worldsbk.com
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