SBK | Intervista esclusiva ad Axel Bassani: “La Bimota ha molto margine di miglioramento. Possiamo fare ancora molto sviluppo”

Autore: Francesco Gritti
franz_house_vg franz_house_vg
Pubblicato il 23 Giugno 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 7 minuti
SBK | Intervista esclusiva ad Axel Bassani: “La Bimota ha molto margine di miglioramento. Possiamo fare ancora molto sviluppo”
P300
NUOVO GRUPPO TELEGRAM - UNISCITI A NOI
Home  »  IntervisteSBK

P300.it ha intervistato Axel Bassani, pilota di Bimota by Kawasaki Racing Team nel mondiale Superbike, durante il Round dell’Emilia-Romagna

da Misano Adriatico – Axel Bassani è un concentrato di spontaneità tutta italiana. Il veneto di Bimota, difatti, ha raccontato la sua carriera e le sue esperienze di vita con un piglio estremamente personale in quest’intervista, svolta nel corso del Round dell’Emilia-Romagna di Superbike.

Ciao Axel, grazie di essere qui con noi. Per la prima domanda ti voglio portare indietro nel tempo. Come ti sei appassionato al mondo delle moto?

“Ho iniziato facendo gare di sci perché da dove vengo io, Feltre, in provincia di Belluno, sei in mezzo alle montagne. Guardando Valentino Rossi in televisione mi è venuta la passione per la moto e allora ne ho chiesta una a Babbo Natale, che me l’ha portata. Da lì ho cominciato a praticare questo sport come passatempo fino ai 12 anni, in cui ho dovuto scegliere se continuare con la moto o sciare. Da lì è iniziato tutto il percorso.”

Hai debuttato fra i grandi in Supersport. Come è stato partecipare a questa categoria quando eri ancora molto giovane?

“Nel 2016 ho partecipato alla Supersport con il Team Italia. Penso sia stato un bene perché già da giovane ero in un campionato di alto livello, ma, al tempo stesso, è stato un male, perché quando hai quest’età è meglio stare in serie minori per imparare e creare la propria equipe. Sono arrivato nel mondiale da solo con mio papà, che di mestiere fa il muratore, quindi non eravamo proprio esperti di moto e, per questo motivo, la concorrenza ci ha mangiato. Abbiamo fatto delle scelte sbagliate, ma poi, per fortuna, abbiamo raddrizzato tutto!”

Nel 2017 hai fatto un salto in Moto2, ma hai corso solo poche gare. Cosa è andato storto?

“Quella è la scelta sbagliata di cui ti ho accennato prima. Avevamo la possibilità di restare nel mondiale Supersport nella famiglia Puccetti, quindi con Kawasaki, nel 2017, però è arrivata la chiamata dalla Moto2. Sai, quando hai 17 anni e ti arriva un’offerta del genere è difficile dire di no perché credi di essere arrivato. Nel mio caso penso sia stata l’unica scelta sbagliata che ho fatto perché non ero pronto, ero molto giovane e avevo fatto solo un anno nel mondiale. Di là c’era una moto diversa con gomme differenti. Inoltre ero andato completamente da solo, senza un’equipe o qualcuno che lavorasse per me. Insomma, di là sono abbastanza squali, quindi o mangi o vieni mangiato e noi, purtroppo, siamo stati mangiati.”

Il tuo debutto in Superbike è avvenuto con Motocorsa. Come è nata la possibilità di correre in quel team?

“Nel 2020 ho avuto la possibilità di tornare nel mondiale Supersport dopo aver corso per diverso tempo nell’italiano Superbike. Ero disposto a tornare ‘indietro’ sulla 600 pur di trovarmi nel mondiale per cercare di rimettermi in luce. L’anno non è stato dei migliori perché non è facile fare un passaggio di categoria simile. Per fortuna, verso fine stagione abbiamo cominciato a cercare qualcosa in Superbike e abbiamo parlato con Motocorsa. Il team si è dimostrato molto aperto ed era una squadra giovane in questo ambiente. Abbiamo concordato di fare un progetto e da lì è partito tutto. Abbiamo fatto un test a Estoril a fine 2020 per conoscerci e vedere se era possibile e fattibile iniziare questo viaggio prima di partire definitivamente.”

Nel 2024 sei poi approdato in Kawasaki. Come hai vissuto il cambio di ambiente?

“Per me è stato difficile avere molta più gente che lavora all’interno della squadra. Quando sei in un team satellite come Motocorsa ti ritrovi in un ambiente più familiare, cosa che ha dei pro e dei contro, dato che di là, come ho già detto, fai parte di una grande famiglia, mentre qua è tutto molto più professionale. Devi anche condividere molte persone con il compagno di squadra, cosa a cui non ero abituato, dato che, quando corri da solo, hai tutti per te, mentre qui devi essere in grado di ottimizzare questa situazione. Hai anche un po’ più di pressione addosso, dato che corri per una casa madre. Inoltre hai più eventi, più interviste, più foto e cose di questo genere. Insomma, diventa un lavoro vero e proprio. Non che prima non lo fosse, però era la passione ad essere preponderante. Quando diventi un ufficiale essere un pilota diventa il tuo lavoro 365 giorni all’anno.”

Sei passato prima in Kawasaki e poi in Bimota. Come è nata la possibilità di diventare un pilota factory?

“A metà 2023, quando Johnny (Rea n.d.r.) ha deciso di lasciare Kawasaki, loro hanno iniziato a guardarsi intorno. Una delle scelte, penso la prima, dato che ho poi ho firmato, ero io. In quel periodo volevo andare in una casa ufficiale, che penso sia l’obiettivo di qualsiasi pilota. Come trattativa è stata semplice, dato che siamo andati d’accordo fin dall’inizio e in un mesetto abbiamo chiuso tutto.”

Passare da una Panigale a una Kawasaki non deve essere stato semplice. Come ti sei adattato alla nuova moto?

“Il primo test che ho fatto a Jerez nel 2023 è stato tosto. Ho sentito molto la differenza tra i due mezzi, dato che provenivo da una Ducati, che già ha un telaio diverso dalle altre moto, e da un motore V4, che ha un’erogazione diversa rispetto a quella di un 4 cilindri in linea. L’anno scorso ho faticato davvero tanto, visto che ho dovuto riadattare il mio stile e cambiare gli allenamenti a casa, dato che lo sforzo fisico era differente e, quindi, avevo bisogno di una preparazione diversa. Quest’anno, con Bimota, mi sono trovato di nuovo a casa, dato che la KB998 ha le ali e la parte aerodinamica, che in Kawasaki non c’era, a differenza di Ducati. Questa moto è più simile alla Panigale, cosa che mi ha permesso di fare un ulteriore passo avanti. Le due moto di cui mi hai chiesto sono abbastanza diverse, dei mondi un po’ a sé stanti, quindi ognuna ha i suoi pro e contro.”

A proposito di pro e contro. Potresti dirmi quali sono, secondo te, i principali pro e contro della Bimota? Cosa è cambiato dalla tua prima volta a bordo della nuova moto?

“Ho sentito l’anteriore più stabile rispetto a quello della Kawasaki, cosa che mi dà più fiducia, specialmente nei tratti veloci, dato soprattutto il posizionamento delle ali. Ritengo l’ergonomia della moto è migliore, visto che quest’ultima è un po’ più comoda per il mio stile di guida. Rispetto a quest’inverno abbiamo cambiato qualcosina, ma non molto, visto che la base era già abbastanza buona. Adesso stiamo cercando di capire che direzione prendere per il prossimo anno. In pratica l’idea è cambiare, ma non troppo, visto che non vogliamo perdere la strada. Ci sono stati dei cambiamenti, ma è poca roba.”

Visto quello che hai detto poco fa, pensi che la Bimota sia già pronta?

“Guardando l’aspetto telaistico, la moto è molto buona. Insomma, mi piace e lavora bene. Abbiamo molto margine di miglioramento, visto che possiamo fare ancora molte cose. La base telaistica, però, è più che buona.”

Questo è il tuo secondo anno in questa struttura. Ti sei ambientato del tutto? Che rapporto hai con il tuo compagno di squadra, Alex Lowes?

“Il secondo anno va sempre un po’ meglio! Penso sia simile a cambiare lavoro, visto che, andando avanti nel tempo, il rapporto con i colleghi diventa sempre più fluido. Il rapporto con tutti è più disteso, così come è più semplice trovare una soluzione ai problemi, dato che il team inizia a conoscerti. Il rapporto con Alex è buono. Ci parliamo, non abbiamo mai avuto grossi problemi. Inoltre è un buon compagno di squadra, lui fa il suo e io faccio il mio. Collaboriamo poco in pista, ma questo fa parte del gioco. Al momento non penso che questa caratteristica sia nelle nostre corde, anche se potrebbe aiutare, specialmente quando abbiamo una moto nuova.”

Ti pongo una domanda molto patriottica. Preferisci Cremona o Misano?

“Se ti devo parlare con il cuore ti dico Misano, dato che adesso abito qui vicino ed è una gara sempre speciale. Inoltre sei vicino al mare e l’aria è diversa, ti dà un’altra sensazione. Anche quello a Cremona è un bell’evento, in cui c’è molta gente. Certo, è all’inizio, quindi deve ancora crescere e trovare il suo posto nel mondiale Superbike. Misano e l’Australia sono le due tappe più belle del calendario, almeno secondo me.”

Ora, invece, vorrei passare ad un argomento personale. Quale ritieni sia il momento migliore della tua carriera?

“Sicuramente Imola 2023, quando mi sono giocato la vittoria con Toprak (Razgatlioglu n.d.r.). Sono stato poco furbo, dato che se gli fossi rimasto dietro avrei potuto studiarlo meglio. Sono voluto andare davanti e lui, di esperienza, mi ha fregato. Penso sia stata la mia gara più bella in assoluto. Ricordo che è stato un weekend duro da affrontare. C’erano 40 gradi ed era davvero difficile guidare la moto, ma abbiamo fatto una gran gara, dato che, da indipendenti, ci siamo giocati la vittoria alla grande con il pilota più forte della Superbike. Per questo motivo quello è stato il giorno più bello della mia carriera fino ad ora.”

Parliamo di obiettivi stagionali. Quali sono? Pensi di essere in pari con quelli che ti eri prefissato prima dell’inizio dell’anno?

“Ho avuto delle gare in cui ho fatto abbastanza fatica e, quindi, ero un po’ indietro, cosa che non mi aspettavo. Più o meno sono dove pensavo di essere, cioè la top 10, cosa che, per una moto nuova, non è male, dato che il livello è altissimo. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, ossia, se possibile, cercare di fare qualche podio, anche se non è facile dato che i tre gradini sono occupati quasi sempre dalle stesse persone. Però mai dire mai. Insomma, abbiamo visto che può succedere qualsiasi cosa. Noi siamo sempre lì e spingiamo. Sappiamo comunque che è un anno di transizione, dato che stiamo sviluppando tante cose. Inoltre è tutto nuovo. Più della metà delle piste in cui giriamo le affrontiamo per la prima volta, fatto che crea molte incertezze sul risultato. Non vogliamo porci delle aspettative troppo alte, ma preferiamo concentrarci sulla prossima stagione.”

Il tempo è davvero volato via, non voglio disturbarti oltre. Siamo quindi giunti all’ultima domanda. Qual è il tuo sogno?

“Vincere un mondiale penso sia il sogno di tutti. Sono già arrivato al posto a cui ho ambito. Spero di riuscire a realizzare quello che ti ho detto prima, poi sarei anche apposto! (ride)”

Ringraziamo Axel per il suo tempo e Eva di Bimota per averci permesso l’incontro con il pilota.

Media: Bonora Agency

---

Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi


Condividi

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

NordVPN
LE ULTIME DI CATEGORIA