SBK | Intervista esclusiva ad Alessandro Delbianco, pilota Yamaha nel CIV e nell’EWC: “Sto valutando la Supersport”

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Tempo di lettura: 11 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
25 Aprile 2024 - 11:00
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P300.it ha avuto l’opportunità d’intervistare Delbianco, pilota protagonista in vari campionati ed istruttore per Area 52 Racing.


Quando si pensa ai volti italiani nelle derivate di serie, c’è l’imbarazzo della scelta: da piloti esperti quali Danilo Petrucci ed Andrea Iannone si passa poi a talenti più freschi quali Nicolò Bulega ed Axel Bassani, ma oltre alla scena internazionale del campionato SBK non bisogna dimenticare nemmeno quella in Italia.

Uno dei volti più interessanti che corre nel Campionato Italiano Velocità SBK è, infatti, Alessandro Delbianco. Classe 1997 e nativo di Rimini, Delbianco conta già una notevole esperienza sia in ambito nazionale che quello estero, avendo corso nella mai dimenticata STK1000 nel 2018 e persino in SBK nel 2019, in entrambi i casi come pilota del team Althea Racing.

Nel 2024, invece, il #52 affronterà un doppio impegno correndo sia nel CIV che nell’EWC, sempre alla guida della Yamaha R1. Insieme a questi impegni il riminese aggiungerà quello “quotidiano” dell’Area 52 Racing, un corso di guida da lui organizzato per gli amatori che puntano a salire di livello.

Il riminese ha gentilmente concesso a P300.it un’intervista di quindici domande in cui ha parlato del suo passato, del suo presente ed anche delle sue prospettive future, di cui troverete la trascrizione qui sotto. Buona lettura.


Ciao Alessandro. La prima domanda è: come stai?

Sto bene, è un periodo tosto. Cavolo, abbiamo fatto un sacco di date con l’Area 52 Racing e sono partite le gare della stagione. Mi sto allenando un sacco, ma sono bello pieno di impegni e di questo sono molto contento”.

Quali sono i tuoi primi ricordi inerenti al motociclismo? Chi è stato il tuo riferimento da giovane?

“I primi ricordi di motociclismo per me sono in realtà molto semplici, cioè di me e della mia famiglia, essendo partito come un gioco. Il mio riferimento era mio padre: i consigli venivano da lui, nonostante lui non fosse un pilota. Era tutto fatto ‘in casa’ ecco, quindi non avevo un coach o un insegnante, nessuno di questo genere”.

Pista preferita?

“Ti direi le prossime, nel senso che mi piace molto conoscere piste nuove, mi piace un sacco l’esperienza che si fa, per esempio questo weekend sono stato a Le Mans. Non c’ero mai stato e per me il primo turno su una pista nuova è sempre uno spettacolo. Invece, di quelle che conosco, credo di essere veramente molto affezionato ad Imola”.

Hai altre passioni oltre al motociclismo?

“Sì, in realtà mi sto appassionando moltissimo in generale all’allenamento, quindi quello che riguarda palestra o soprattutto corsa a piedi. Le maratone mi piacciono tantissimo, le moto però rimangono il 100% della mia passione”.

Per quanto il tuo nome sia associato a quanto fatto nel campionato italiano, nel 2018 ti sei fatto anche conoscere dal grande pubblico partecipando al campionato STK1000. Che ricordi hai di quella stagione?

“Quella nella STK1000 la ricordo come una stagione di svolta, nel senso che ha simboleggiato il passaggio dall’essere un ragazzino alle corse da adulto e quindi la ricordo molto bene e con piacere, soprattutto. Credo che questo sia stato un passaggio chiave per la formazione di me pilota. Anzi, la cosa che mi dispiace è che purtroppo ci ha fatto un solo anno perché poi è stato l’ultimo anno di quella categoria, dopodiché è stata cancellata. Da quell’anno lì non c’è stata più e questo è veramente un peccato”.

Nel 2019 sei poi rimasto con Althea Racing, su una terza Honda privatissima schierata in collaborazione col team MIE. Quella CBR sembrava molto lontana prestazionalmente, ma ti sei fatto valere comunque.

“Il 2019 è stato sicuramente un anno difficile per me, perché ovviamente ero su una moto privatissima e non è stato facile, però comunque mi sono tolto qualche soddisfazione. Non quante ne avrei volute, specialmente perché poi, a mio parere, mi sarei potuto meritare anche di fare un’altra stagione almeno in un mondiale, però è andata così. Comunque anche quella la ricordo con molto piacere”.

A Donington sei stato protagonista di quel salvataggio epocale sul bagnato in Gara 1. Come ci sei riuscito?

“Donington è stata una gara bagnata dove però, in qualifica, per una buona parte di inizio sessione me la sono giocata contro Jonathan Rea; se ci penso ancora faccio fatica a crederci. Purtroppo sul finale la qualifica è stata asciutta, io non avevo fatto in tempo a montare le gomme slick, quindi partivo ultimo per la manche e, partendo ultimo, ho dovuto recuperare in maniera molto rapida le prime posizioni. Quindi il salvataggio è stato frutto di aver spinto troppo per concludere il più avanti possibile; dall’altra parte, però, sicuramente era una gara per cui ci tenevo talmente tanto a fare bella figura e ad ottenere un risultato che non potevo cadere, quindi in qualsiasi modo ho cercato di stare in piedi”.

Nel 2022 hai lasciato Aprilia per salire in sella ad una Yamaha: quali sono state le tue sensazioni quando hai girato in pista per la prima volta con la R1?

“In realtà devo dirti che, post-Aprilia, io la Yamaha la conoscevo già perché lavoravo in una scuola guida e facevo i corsi di guida proprio con la R1, quindi anche se ovviamente si trattava della stradale, un po’ il carattere di quella moto lo conoscevo e devo dirti che a me è sempre piaciuta anche da guidare. E’ un mezzo che tutti dicono sia molto facile e molto comoda. Lo è, però rimane comunque una moto bella arrogante, s’impenna, ha una buona erogazione. Quindi sapevo già a cosa andavo incontro e non vedevo l’ora”.

Lo scorso anno hai disputato il Bol d’Or 2023 col team OG Motorsport, col tuo iconico arrivo a spinta al traguardo in seguito ai problemi tecnici patiti. Cosa ci puoi raccontare di quell’esperienza?

“Allora, io l’anno scorso nel 2023 ho fatto il Bol d’Or, ma l’ho fatto perché nella mia vita, negli ultimi dieci anni, ho sempre fatto tutto in funzione al mondiale Superbike, tutto ciò che si dovesse fare in prospettiva SBK. Però mi ero dato una deadline, una data di scadenza, ti parlo già di cinque-sei anni fa: mi sono detto ‘quando raggiungo i 25-26 anni smetto di rincorrere solo ed esclusivamente questo sogno del mondiale Superbike’. Io negli anni ho detto di no ad un sacco di esperienze, dalla MotoE a tante altre occasioni per puntare al mondiale Superbike. Quindi dentro di me ho pensato ‘mollo tutto per fare la SBK, ma a 25-26 anni voglio anche iniziare a divertirmi con le corse’ quindi mi sto buttando in tutte quelle esperienze che da sempre mi piacerebbe fare, tipo l’Endurance a cui partecipare è veramente uno spettacolo. Ok il mondiale Superbike, però non voglio vivere solo di quello con quest’angoscia. Quindi ho fatto 26 anni ed un giorno ho risposto ad una mail che mi era arrivata per fare il mondiale Endurance, scrivendo che avrei partecipato. La gara qui a Le Mans l’ho vissuta veramente bene, perché era qualcosa che volevo fare, non l’ho fatto su imposizione. L’ho disputata perché volevo correrla, quindi non ho neanche sentito la fatica. Mi sono proprio divertito, come se fosse una gara tra amici”.

Quest’anno disputerai i quattro appuntamenti dell’EWC insieme a Pitlane Endurance, nella categoria Stock (e hai già preso parte alla 24 Ore di Le Mans). Come sarà amalgamare l’impegno dell’Endurance col CIV?

“Io credo che l’Endurance sia un grande aiuto per noi che facciamo il CIV, nel senso che per il campionato italiano si gira molto poco. Solo sei weekend di gare e pochi test nel mezzo, quindi avere la fortuna di fare l’EWC comunque ti permette di rimanere un po’ di più in moto. Son cavolate, però anche abituare l’occhio ai 300 km/h di velocità è importante, così quando poi torni al CIV sei anche un pochino più tranquillo”.

Parlando di CIV, in questo inizio 2024 sei tornato a correre per DMR Racing, ora squadra Yamaha. Dopo l’inizio in salita di Misano, cosa punti ad ottenere?

“Con DMR in realtà sono dispiaciuto, perché in Gara 1 abbiamo compiuto una scivolata. In realtà io con loro ci tenevo a fare una stagione sempre a podio o comunque di soli risultati positivi senza errori, questo era il mio obiettivo. Purtroppo l’ho già rovinato perché, anche in questo caso, abbiamo fatto pochi test ed abbiamo avuto un problema banale, però accadono anche quelli in gara, quindi ho fatto settimo e secondo. Sicuramente con loro cercherò di ottenere il maggior numero di risultati positivi“.

La scorsa stagione del CIV SBK si è chiusa con la bufera dello scontro di Imola tra Michele Pirro e Lorenzo Zanetti. Tu che visione hai dell’accaduto?

“Faccio fatica a giudicare, nel senso che quando un pilota si fa tanto male quanto Pirro, che sia ‘giusto’ o meno quello che l’avversario ha fatto è sempre un peccato, quindi si fa fatica a giudicare, secondo me. Sono molto vicino a Pirro per quello che è successo, perché oltre a non aver avuto l’occasione di giocarsela in pista si è anche fatto molto male. Anche Zanetti, d’altra parte, lo capisco perché comunque aveva il desiderio di giocarsi il campionato“.

Hai anche fondato una scuola di guida con corsi specifici, denominata Area 52 Racing ed in collaborazione con Alessia Tonini. Com’è nata l’idea?

“La nostra è una sezione sportiva, noi promuoviamo il motociclismo in quanto sport, un po’ come una palestra ed io ho sempre lavorato come istruttore di guida. L’idea è nata perché, ad un certo punto, durante le mie giornate come istruttore mi rendevo conto che non era una vera e propria scuola guida, perché mi ritrovavo magari con tante persone dietro di me ed io in qualità di apripista, però erano persone che guidavano la moto tre volte all’anno, stavano su una 1000cc e quindi se gli dicevo, ad esempio, ‘fai questa traiettoria’, loro invece dovevano contrastare la potenza della 1000cc e dunque non ascoltavano nulla di ciò che gli dicevo. Con Alessia invece abbiamo avuto l’idea di cambiare approccio: noi ci alleniamo con la R3 per esempio, perché riteniamo che la R3 sia una moto ottima per allenarsi. Allora abbiamo provato a portare agli amatori medi questo concetto dell’allenarsi con un mezzo dotato di una potenza comoda, così che si potessero concentrare solamente su sé stessi e sulle loro skill”.

Quali sono i principali insegnamenti che fornisci agli amatori in pista?

“La differenza tra un amatore veloce ed un pilota è al 100% l’ingresso in curva. Questo perché un pilota entra in curva con più ‘tranquillità’, quindi entra molto più veloce di un amatore che magari non è abituato ad andare così veloce ed ha un po’ di paura. Il 90% delle volte ripeto le stesse cose, ovvero di mollare i freni o comunque di lavorare sulla percorrenza in ingresso. Quello che però io cerco sempre di trasmettere a quelli che fanno i corsi di guida con me ed Alessia non sono solo le skill ovviamente, che rimangono la base principale sul come andare più veloci in pista, ma la maggior parte dell’insegnamento è sul come si costruisce una giornata in pista: come e cosa si fa al primo turno, cosa si fa al secondo, quali esercizi possiamo fare per diventare più veloci o anche il come si gestiscono le gomme; tutte quelle cose che un pilota sa di esperienza e magari un amatore non conosce, quindi anche come si sistema una moto, le pressioni, le temperature. C’è un po’ un lavoro a 360° della giornata in pista, ecco”.

Cosa ne pensi della crescente popolarità della Supersport, dopo l’introduzione delle moto Next Generation? Saresti interessato a correre in questa categoria (magari proprio nel mondiale)?

“Io la Supersport l’ho saltata a pie’ pari, quindi non sono un gran conoscitore. A me in realtà garba molto la Superbike perché mi piace pensare di correre con le moto più potenti che ci siano. Adesso invece sì, la sto valutando, nel senso che comunque la SSP sta prendendo piede ed anno dopo anno ha uno sbocco sempre migliore, quindi ci sono sempre tante opportunità in questi anni per la Supersport, la sto valutando. Però è anche difficile perché poi in SSP non c’è un grande appoggio delle Case, o magari c’è ma ci sono tanti team privati e quindi non è facile trovare una sistemazione buona anche lì. Nonostante questo, mi piacerebbe“.


Ringraziamo nuovamente Alessandro Delbianco per l’opportunità concessaci e gli auguriamo un 2024 di soddisfazioni sia nell’EWC che nel CIV, con la speranza magari di rivederlo anche sul palcoscenico mondiale con più costanza.

Fonti immagini: Facebook / Alessandro Delbianco, DmR Racing, Althea Racing, area52racing.it

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