SBK | GP Italia 2008: dal regalo di Bayliss alla battaglia delle “jappo”

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
9 Maggio 2020 - 20:24
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Monza, il tempio della Velocità, rappresenta uno dei luoghi sacri per gli appassionati della Superbike. Un tracciato che, grazie ai lunghissimi rettilinei dove poter sfruttare le scie e le chicane in cui far valere le proprie qualità di staccatore, ha regalato sfide storiche fino all’ultimo anno in cui ha ospitato le derivate di serie, ovvero il 2013.

L’11 maggio del 2008 la pista brianzola ospita la quinta prova del campionato Superbike, un campionato che, fino a quel momento, era praticamente a senso unico, andante nella direzione del #21 più amato da tutti. Troy Bayliss, in sella alla nuovissima Ducati 1098R, è uno schiacciasassi dopo aver perso la possibilità di confermarsi campione nel 2007, e nelle prime otto manche stagionali conquista cinque vittorie e due doppiette, una delle quali nella sua amata Phillip Island. Tutti i suoi avversari più forti, quali Haga, Biaggi, Corser o il compagno di squadra Fabrizio, sono tutti alle prese con degli inizi di campionato un po’ zoppicanti, e dopo la gara di Assen (in cui Troy fa doppietta), il bicampione del mondo ha già 70 punti di vantaggio sul primo degli inseguitori, Carlos Checa sulla Honda CBR1000RR Ten Kate.

Il Gran Premio a Monza inizia in un’atmosfera strana, col pubblico italiano, per la maggior parte ducatista e tifoso di Troy, consapevole di come quella sarebbe stata l’ultima occasione per vederlo sui rettilinei brianzoli dal vivo, in una gara del mondiale. Infatti, poco prima dell’inizio di stagione Bayliss aveva annunciato il suo ritiro agonistico, terminando così una carriera magari non lunghissima in termini di anni ma ricca di emozioni e quasi sempre ai massimi livelli dei campionati maggiori.

Ai suoi tifosi Bayliss vuole quindi lasciare un regalo finale, in modo da accontentare sia la Ducati che i suoi affezionati prima di un struggente addio a fine stagione. Sulla carta, Monza rappresenta una delle tappe più ostiche per la Ducati, poiché la filosofia del motore bicilindrico non si sposa granché con le alte velocità che la pista richiede, più favorevoli alle quattro cilindri giapponesi quali Yamaha e Suzuki.

Questo regalo in carta argentata e fiocco arriva sotto forma di Superpole al sabato. Ancora col vecchio format del singolo giro da poter sfruttare, format di qualifica che sarebbe stato abbandonato dall’anno successivo, Bayliss mette a segno la sua 22a partenza al palo in carriera nel campionato delle derivate di serie. Il suo giro fa saltare sulla sedia anche Luigi Vignando e Pierfrancesco “Frankie” Chili, impegnati nella cabina di commento di La7 a raccontare le qualifiche. Il tempo finale dell’australiano è 1:44.931, l’unico sotto il muro del ’45 in quella sessione e quasi quattro decimi più rapido del secondo classificato, Max Neukirchner su Suzuki.

Troy è sempre stato uno disposto a rischiare per soddisfare il cuore dei tifosi: la pole di Monza 2008, così al limite, né è una prova. (Fonte immagine: cuoredesmo.com)

Le due gare della domenica saranno più ostiche per il fenomeno australiano, costretto più a difendersi che attaccare proprio in una delle gare di casa del marchio bolognese. In gara-1, la sfida è tra le moto giapponesi come prevedibile, con le Suzuki Alstare di Neukirchner e Yukio Kagayama alle prese con la Yamaha R1 di Noriyuki Haga, uno dei principali contendenti al mondiale contro Bayliss.

La sfida si riduce al tedesco e a “NitroNori”, quando Kagayama arriva lungo alla Prima Variante e Bayliss non riesce più a tenere il ritmo dei due avversari. All’ultimo giro il vantaggio è a favore della Suzuki, la più veloce in termini di velocità di punta, e difatti l’esito pronosticato accade: Neukirchner rimane abbottonato a ogni punto di sorpasso impedendo ad Haga di passare e andando a vincere la propria prima gara in carriera, dopo che a Valencia Checa, all’ultimo giro, gli aveva tolto una vittoria oramai certa con un attacco sconsiderato all’ultima curva. Per uno scherzo del destino, la Monza tanto cara che gli aveva donato la sua prima vittoria nel 2008, l’anno dopo stroncherà la carriera del giovane tedesco, a causa di un incidente alla Prima Variante dopo la partenza.

Neukirchner guida la testa della prima gara davanti ad Haga, Bayliss e Kagayama. (Fonte immagine: motociclismo.it)

Gara-2 sarà altrettanto combattuta, ma non ci sarà il campione australiano a giocarsela: nelle prime battute della seconda manche, la 1098 tradisce l’alfiere della squadra Xerox, costringendolo al primo ritiro dell’anno. Campo libero alle moto giapponesi quindi, con nuovamente Yamaha e Suzuki a giocarsela e l’inserimento anche della Honda.

Con Kagayama a sua volta fuori gioco per una caduta alla Ascari, a giocarsi il successo, oltre i due protagonisti di gara-1, c’è un altro giapponese: si tratta di Ryūichi Kiyonari, bicampione della Superbike inglese e secondo pilota del team Ten Kate, protagonista, fino a quel momento, di una stagione tutt’altro che esaltante. Proprio a Monza il pubblico scoprirà il talento del giapponese, che su una pista praticamente mai vista impensierirà i due big della categoria. All’inizio dell’ultimo c’è il connazionale Haga al comando, ma alla Ascari Kiyonari lo sorpassa e sembra avviarsi verso il primo successo stagionale. La Parabolica però lo tradisce: Ryūichi stacca troppo forte e largo per poter mantenere la traiettoria ideale, dando ad Haga lo spazio necessario per incrociare la traiettoria e vincere in volata, per appena dodici millesimi di vantaggio. E’ Neukirchner a finire secondo beffando Kiyonari, con i tre protagonisti racchiusi in 51 millesimi totali.

Kiyonari precede il compagno Carlos Checa. I due sono alla caccia della testa del gruppo. (Fonte immagine: motoblog.it)

Fonte immagine: worldsbk.com

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