Dopo un’altra stagione da mattatore, Jonathan Rea ottiene il suo terzo titolo iridato conquistando la corona di campione del mondo 2017. Un periodo incontrastato questo il suo e che sembrerebbe non avere una fine a breve. Come nelle ultime due stagioni, un titolo iridato più che meritato, e forse anche di più contando le premesse d’inizio anno, dove si pensava a un ritorno alla ribalta della Ducati con lo squadrone Davies-Melandri; niente di più lontano dal vero.
A Magny-Cours Jonathan Rea ha vinto gara-1 con una superiorità disarmante sugli avversari, vincendo dalla Superpole con sedici secondi di vantaggio sulla coppia Melandri-Sykes. Il ravennate è riuscito a rubare, in parte, la scena al nordirlandese, prima rimontando dal 12° posto, poi superando con estrema facilità Chaz Davies (solo 10° e in crisi nera sul bagnato oggi) e infine in un duello fino all’ultimo giro contro Tom Sykes, comunque autore di una grande prestazione visto l’infortunio al mignolo di Portimao. In quarta posizione, a ribadire come la MV possa diventare una protagonista importante con il giusto supporto, è giunto Leon Camier, seguito da Alex Lowes.
Le condizioni prima del via erano già incertissime: cielo terso sopra il tortuoso Magny-Cours, ma pista ancora bagnata dagli scrosci mattinieri che hanno anche reso la vita difficile ai piloti nella Superpole. Si è partiti con una gara bagnata quindi, e con la possibilità quindi di effettuare un flag-to-flag, se necessario, in gara (cosa in realtà non effettuata da nessuno).
Al pronti via le Kawasaki partono a razzo dalla prima fila, lasciando con un palmo di naso il povero Leandro Mercado che da secondo in griglia si ritrova quarto, dietro anche a un Davies altrettanto spettacolare allo start (da settimo a terzo). Il gallese prova già a splittare il duo Kawasaki, provando l’attacco al tornantino Adelaide su Sykes, ma Tom risponde con l’accelerazione della sua Ninja nel rettilineo successivo; Davies riaffonderà il colpo alla variante successiva terminando, momentaneamente, il duello in suo favore.
In tutto ciò, Rea davanti fa segnare un 1:55.5, un crono di due secondi migliore rispetto ai principali avversari.
Dietro al trio inglese, la lotta è tra le due Yamaha del team Pata, Mercado, Camier e Melandri in rimonta dal 12° posto. Il più intraprendente all’inizio è l’olandese van der Mark, che emerge dalla lotta col compagno di squadra e alla fine del primo giro è quinto; già però al tornantino Adelaide del secondo giro, il #60 perde il posteriore in accelerazione, e la moto senza controllo butta giù anche Forés che scattava dalla quarta casella. Gara finita per il team Barni, mentre van der Mark riuscirà a riprendere la corsa. Melandri intanto supera, come Lowes, Mercado e Camier.
Dal quarto giro in poi, quello a perdere nettamente terreno è Chaz Davies: i suoi tempi, già lontani da quelli di Rea, cominciano a essere dal secondo fino ai tre secondi pieni più lenti rispetto a quelli di Sykes e di Melandri. L’attacco del rientrante Sykes è inevitabile, e nel giro di pochi giri anche i principali inseguitori si bevono senza un battito di ciglia il gallese. Problemi sia al posteriore che all’anteriore per lui. Il suo compagno Melandri tiene alta la bandiera Ducati però, passando Lowes e seminando Camier, mentre Mercado perde terreno rimanendo inchiodato dietro alla Ducati #7.
A metà gara superata, le posizioni sembrano congelate (eccezion fatta per Davies e la sua gara da “gambero”) quando Melandri e Camier cominciano a girare sul ’54.0 con la pista in miglioramento. Sono più veloci anche di Rea davanti ma soprattutto di Sykes che forse comincia a viaggiare di conserva visti i dolori alla mano. In ogni passaggio il “Porcospino” mangia alla verdona un secondo al giro almeno, e a cinque dalla fine è a 3.7 di ritardo. Nel frattempo stupisce Davide Giuliano, ottavo con la Honda e nettamente migliore del compagno Gagne in gara.
A tre giri dalla fine Melandri è oramai l’ombra di Sykes e i suoi tempi continuano a essere i migliori, mentre Camier è sì più veloce della Kawasaki ma troppo lontano per sperare nel recupero. Il primo attacco avviene all’inizio del penultimo giro al curvone Estoril con un largo di Sykes, che però chiude la porta in faccia al ravennate in maniera anche piuttosto pericolosa, e l’anteriore di Melandri sfiora di un nulla la gomma posteriore di Sykes. Marco ci riprova all’ultimo giro nello stesso punto e stavolta Sykes non può richiudere la traiettoria. Ha inizio così un bel duello all’ultimo giro tra i due, con Sykes che risorpassa in accelerazione la Panigale dopo il tornante e Melandri che risponde brillantemente alla 9. Alla chicane finale l’italiano ha vantaggio, e otterrà così il secondo posto dietro all’eroe di giornata e degli ultimi tre anni, Jonathan Rea.
In classifica la lotta per il secondo posto, tra i piloti, è l’unica faccenda che conta ancora qualcosa: tra Davies, oggi 10°, e Sykes ci sono 25 punti a favore del campione del mondo 2013 (327 a 302) e nelle prossime tappe, Jerez de la Frontera e Qatar, potremmo vedere gare nettamente opposte. In quarta posizione Melandri è a 270 punti, e visto il difficile inizio di stagione, un ritardo di appena 32 punti dal compagno è poca cosa. Tra le marche Kawasaki vola a 490 punti, mentre la Ducati ora è a -75.
L’appuntamento è a domani con la seconda gara, ma anche con le varie classi che accompagneranno il resto del weekend a Nevers.
Qui i risultati del GP e la classifica mondiale.
Fonte immagine: worldsbk.com
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