Stavolta non ci sono “se” e “ma” che possano tenere: se ieri Marco Melandri ha potuto godere appieno dei problemi alle gomme di Rea andando a vincere ostacolato solo da Tom Sykes, questa mattina il “Porcospino” ha dato il meglio di sé in un corpo a corpo con il campione del mondo. Jonathan, tornato apposto dopo i problemi accusati allo pneumatico posteriore in gara-1, ha compiuto un capolavoro per rimanere in lotta coi propri avversari, mancando la vittoria in volata per appena 21 millesimi. Il record del campione del mondo rimane comunque assolutamente positivo nel Victoria, dopo tre annate in cui ha conquistato cinque vittorie su sei manche, seppur non sia stato in grado di eguagliare le vittorie di Corser.
In terza posizione la sorpresa incarnata da Xavi Forés, che con la Ducati satellite del team Barni chiude l’ottimo weekend australiano e si prepara, chissà, anche a qualcosa di più di un semplice podio già dal prossimo round al Chang International Circuit. Lo spagnolo, seppur favorito dalla pole position ottenuta dall’inversione della griglia, è rimasto al comando anche dopo il flag-to-flag obbligatorio dovuto all’eccessivo consumo delle gomme, rintuzzando gli attacchi dei migliori fino a tre giri dalla fine. Dietro di lui Tom Sykes che lascia l’Australia, vera e propria “bestia nera”, con il secondo posto in classifica e con due punti di margine sul compagno di casacca Rea. Tirate d’orecchio invece a Chaz Davies, autore di una scivolata (fortunatamente innocua) al secondo tornantino al dodicesimo giro, proprio mentre era al comando poco dopo il cambio gomma. 25 punti buttati per il gallese, che potrebbero rivelarsi un macigno a fine stagione.
La conferma dell’obbligo del flag-to-flag è arrivata poco dopo gara-1 del sabato, visti i problemi avuti da Jonathan Rea e soprattutto visti i controlli fatti prima del via dai tecnici Pirelli sulle gomme, dove le pressioni degli pneumatici consigliate dalla casa italiana non erano state rispettate da due team su tre. E così, nonostante il parere contrario di Ducati, si è optato per lo “spezzare” in due tronconi la gara, con una sosta obbligatoria da eseguire entro il dodicesimo giro. Cielo assolato, finalmente, su Phillip Island.
Allo spegnimento dei semafori il migliore allo scatto è Rea, che con una delle sue proverbiali partenze passa dalla seconda alla prima posizione, inseguito da Fores e Laverty, partito a sua volta molto bene dalla seconda fila. Davies si posiziona in quinta, mentre Melandri ne recupera solo una ponendosi in ottava, davanti a Sykes. Già all’Honda Hairpin le posizioni si mescolano ed è formidabile l’attacco di Laverty che scavalca ben due piloti in una sola staccata, passando al comando.
Mentre l’Aprilia fugge via, la realtà della gara di oggi pare da subito molto diversa rispetto a quella di ieri: Camier all’inizio del secondo giro passa tre piloti in fondo alla Doohan mettendosi secondo. Davies non ci sta e nel giro successivo fa la stessa cosa, sorpassando i due anglosassoni e difendendosi dal contrattacco di Rea alla Southern Loop. Queste lotte paiono favorire Laverty davanti, che però al terzo giro butta via un’occasione importante cadendo all’uscita della Siberia, riuscendo a ripartire ma con quasi un giro di ritardo. Da dietro sbuca fuori anche van der Mark, in lotta furiosa col vincitore di gara-1.
Rea ripassa al comando poco dopo, ma le Ducati di Davies e Forés sverniciano la Ninja #1 sul dritto di Phillip Island. Continua intanto la battaglia tra Melandri e van der Mark con diversi contatti sfiorati alla Southern Loop mentre stupisce Razgatlioglu che riesce a tenersi, per qualche giro almeno, davanti al ben più esperto Sykes in ottava posizione.
Un giro prima dell’apertura della pitlane è sempre van der Mark a fare la parte del protagonista nelle battaglie: passa Melandri puntando e poi superando il campione del mondo all’Honda Hairpin; Johnny si rifà con gli interessi nella esse veloce che porta alla Lukey Heights. Al nono giro cominciano i cambi gomme per i piloti al comando e i primi a rientrare sono Forés, Rea e van der Mark, che lasciano così campo libero a Davies, davanti con un po’ di margine sul compagno di squadra. Al decimo tocca ai rimanenti protagonisti, con le due Ducati che precedono Sykes, Lowes e Camier sia all’entrata che all’uscita dai box. Al comando c’è quindi Davies, mentre Rea è imboscato in una lotta serrata con van der Mark. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: Davies cade proprio nel giro del rientro al tornantino, e non riesce a ripartire! Gara finita per il gallese.
Melandri è quindi davanti per la prima volta nella seconda manche, ma Forés e Sykes non guardano in faccia a nessuno e approfittano della poca velocità dell’italiano nel curvone per passare davanti. Rea fa lo stesso rompendo gli indugi sia sul ravennate sia sul compagno di squadra, mentre le Yamaha si scornano tra loro battagliando sempre con il #33.
Quando finalmente Melandri riesce a liberarsi di van der Mark fa suo il miglior giro della gara in 1:30.660, riagganciando i tre davanti. Il più impressionante del gruppetto è sicuramente Forés, il quale continua a resistere agli attacchi delle “verdone” senza errori o indugi. Sykes a cinque giri dalla fine compie un errore e lascia sfilare la Ducati ufficiale, che si riaccoda così a Rea; appare chiaro che i tre davanti ne abbiano di più sia rispetto a Sykes, sia rispetto alle Yamaha e alla Honda di Camier.
A tre giri dalla fine la resistenza di Forés viene piegata: dopo diversi tentativi, Rea stacca profondissimo alla Doohan e chiude il più possibile sia alla Southern Loop, sia all’Honda Hairpin, permettendo anche l’ingresso di Melandri sullo spagnolo. È una questione fra loro tre, con Melandri che all’inizio dell’ultimo giro sfrutta la scia e sembra davanti alla Doohan, ma Rea compie un miracolo in frenata e riesce a tenere a suo vantaggio la linea, impedendo la risposta al ravennate. Pare fatta per il nordirlandese ma Melandri non ci sta: all’ultimo curvone è nettamente più rapido del pilota Kawasaki ed esce a velocità doppia verso la linea del traguardo, che taglia quindi da vincitore battendo Rea per appena 21 millesimi. Terzo Forés davanti a Sykes, poi Lowes, Camier e van der Mark. Torres mette una pezza al pessimo inizio di ieri con un ottavo posto, davanti a Baz e Razgatlioglu.
La classifica vede Melandri a punteggio pieno in questo inizio di campionato, davanti a Sykes e a Rea nella classifica, rispettivamente a 33 e 31 punti. Forés a 29 poi, davanti al trittico di britannici composto da Lowes (19 punti), Camier e Davies (16 entrambi). Nel campionato marche Ducati, per la prima volta a distanza di sei anni, guadagna la leadership con 50 punti, davanti a Kawasaki (40) e Yamaha (21).
Appuntamento ora con il quarto GP di Thailandia della storia per la Superbike, dove le possibilità che Rea replichi il dominio assoluto degli ultimi anni sono alte. Ci si aspetta anche il ritorno di Savadori sull’Aprilia, mentre Ducati potrebbe esser già costretta a stringere i denti.
Qui i risultati e la classifica mondiale alla fine del primo round.
Fonte immagine: worldsbk.com
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