SBK | GP Australia 2020 – Anteprima

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di Alyoska Costantino @AlyxF1
26 Febbraio 2020 - 17:00
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L’attesa è quasi finita. Tra meno di quarantotto ore il campionato mondiale Superbike 2020, alla sua 33a edizione, prenderà il via sulla pista di Phillip Island, per il primo appuntamento di tredici previsti in calendario. Una tappa che ha persino rischiato la posticipazione o l’annullamento a causa degli incendi che hanno devastato l’Australia e che, seppur ora sotto controllo, hanno messo in ginocchio l’intero Paese con un disastro senza precedenti. Fortunatamente, con questa crisi di cui si vede la luce in fondo al tunnel, adesso ci si potrà godere il lato sportivo che offre l’Australia, specie in ambito due ruote.

Alla vigilia del primo Gran Premio dell’anno, su una delle piste più affascinanti e difficili dell’intero calendario, in termini regolamentari non ci sono da segnalare grandi modifiche in confronto agli stravolgimenti degli anni precedenti. Già da Phillip Island farà ritorno il format che già abbiamo conosciuto e di cui si è discusso parecchio nel 2019: l’inserimento della manche sprint la domenica mattina con un punteggio all’incirca dimezzato per le prime nove posizioni, con il quale si deciderà la griglia di partenza di gara-2. Rimane invece presente la Superpole di venticinque minuti, con la quale si deciderà la griglia della prima manche. A inizio febbraio è stato anche pubblicato il Balance of Performance introdotto dalla Dorna e dalla FIM e previsto per le moto partecipanti, con poche differenze da segnalare rispetto all’ultimo aggiornamento avuto ad Assen l’anno scorso. Nel calendario rientra la Germania e c’è la novità di Barcellona, mentre lasciano la scena Laguna Seca per gli Stati Uniti e Buriram per la Thailandia.

Avendo parlato di moto, è ora di concentrarsi sui protagonisti che disputeranno la stagione 2020. Sono 22 gli iscritti alla massima categoria delle derivate di serie, ma a Phillip Island e nel Gran Premio del Qatar ne vedremo solo 19, in quanto i team Motocorsa, Brixx Performance e metà del box MIE Althea correranno solo dalla prima tappa europea, il Gran Premio di Spagna a Jerez; in sostanza, per vedere Leandro Mercado, Sylvain Barrier e Jordi Torres in pista bisognerà attendere un altro mese.

Nonostante le tre assenze momentanee, il livello di questa Superbike appare decisamente più interessante rispetto a dodici mesi fa e anche rispetto al recente passato. Partiamo ovviamente dal team da battere: Jonathan Rea e Alex Lowes fanno coppia per la prima volta in campionato nel team Kawasaki, alla guida della ZX-10RR della squadra Provec. Il #22 è arrivato dalla Yamaha dopo un buon terzo posto in campionato (seppur grazie all’infortunio dell’ex-compagno van der Mark durante la stagione) e adesso lo aspetta un nuovo confronto ancor più ostico con il cinque volte campione del mondo. Esser diventato il pilota più titolato della storia del campionato sembra non aver saziato la fame di successi del #1, che si presenta da assoluto favorito per la lotta al titolo e per portare a sei il numero di allori iridati consecutivi.

Non sarà di certo un’impresa facile, perché gli avversari che il nordirlandese dovrà affrontare quest’anno appaiono più preparati e agguerriti che mai. Il primo della lista è un altro campione, della Superbike inglese stavolta, e si tratta di Scott Redding, arrivato in forze alla Ducati dopo il titolo al debutto nel BSB in sostituzione di Álvaro Bautista. L’inglese di Gloucester, dopo aver abbandonato la MotoGP, pare aver trovato una seconda giovinezza nelle derivate di serie e ciò è stato confermato anche dagli ottimi test svolti. Sono andati un po’ meno bene per Chaz Davies, forte di una stagione 2019 in crescendo nel finale e in cui è tornato alla vittoria a Laguna Seca, ma l’imperativo è quello di iniziare bene il campionato al contrario di quanto successo negli ultimi due anni, per rimanere in scia agli altri contendenti. La cabala è a vantaggio della Ducati: nelle ultime due edizioni tutte le vittorie sono andate al marchio bolognese, due grazie a Marco Melandri e tre nel 2019 con Álvaro Bautista.

Parlando di Bautista, lo spagnolo è stato una delle pedine di mercato più importanti durante lo scorso anno e un rinnovo che pareva praticamente annunciato con Ducati si è trasformato, in qualche mese, in un passaggio alla Honda, pronta al ritorno in forma totalmente ufficiale in SBK. Un momento che gli appassionati di vecchia data aspettavano da diciotto anni, dopo la stagione d’antipasto del 2019 con la vecchia Fireblade. HRC, nei suoi classici colori rossi-bianco-blu, si presenta ai nastri di partenza di Phillip Island con la nuova CBR1000RR-R, che sarà guidata appunto da Bautista e da Leon Haslam. Il pilota di Toledo è pronto a un secondo assalto al titolo dopo quello fallito, principalmente per errori suoi, nel 2019, mentre l’ex-pilota Kawasaki, dopo una stagione deludente, si appresta a iniziare la sua terza avventura con Honda, con la quale ha svolto degli ottimi test rispetto al compagno. Honda non vince in Australia dal 2007, quando fu James Toseland a vincere per il team Ten Kate.

Un altro pilota su cui tanti, tantissimi avevano messo gli occhi è Toprak Razgatlıoğlu. Il talento turco, pupillo di Kenan Sofuoğlu e della sua academy, sembrava destinato a essere il successore di Rea alla corte di Kawasaki, ma degli screzi con i vertici di Akashi in occasione della 8 Ore di Suzuka dello scorso anno, dove “Razga” non ha fatto nemmeno uno stint di gara, l’hanno fatto virare verso la Yamaha, creando così un dream team. Il team Pata Crescent, che avrà a disposizione il nuovo modello M della Yamaha YZF-R1, potrà contare su Razgatlıoğlu e l’olandese Michael van der Mark, alla quarta stagione con la Casa dei Tre Diapason. Nei test di Phillip Island antecedenti al weekend, le R1 sono state molto competitive e potrebbero essere le favorite in vista del Gran Premio.

Messa un po’ in ombra da ciò che succedeva attorno al mondiale SBK, la BMW giunge alla sua seconda stagione dal ritorno in forma ufficiale, anch’essa con una squadra di piloti molto interessanti. Sono i due ex-rivali della stagione 2013, il campione del mondo di quell’anno Tom Sykes e il vicecampione Eugene Laverty: il primo, che ha guidato lo sviluppo della nuova S1000RR e che ne ha subito elogiato la guidabilità sin dalle prime gare stagionali, prendendosi anche qualche soddisfazione tra podi e pole position. Laverty torna invece in sella a una moto ufficiale a distanza di sette anni dall’ultima volta, quando proprio nel 2013 ottenne il record di vittorie (nove quell’anno, al pari di Sykes) con l’Aprilia RSV4. Difficile decretare se la BMW, dopo appena un anno di transizione e duro lavoro, possa essere una spina nel fianco dei big. Se per Sykes la pista di Phillip Island ha sempre rappresentato un incubo, Laverty può iniziare degnamente la sua nuova avventura, in una pista dove ha vinto per l’ultima volta con la Suzuki, nel 2014.

I cambiamenti in griglia non riguardano però solo i team ufficiali. Molti i ritorni e anche i debutti, oltre quello di Redding: il team Puccetti, capace di vincere la propria prima gara in campionato lo scorso anno con Razgatlıoğlu, accoglie il rientrante Xavi Forés che, dopo l’annata di BSB con Honda, salirà sulla Kawasaki del team italiano; un altro ritorno è quello di Sylvain Barrier, che non vedremo a Phillip Island ma che, dopo anni difficili tra infortuni e ritorni nelle serie nazionali, è finalmente tornato sulle scene mondiali col team Brixx Performance, su Ducati privata.

Nel GRT Yamaha Junior Team sono ben due i debuttanti, tra cui un italiano: in sostituzione del ritirato Marco Melandri e del partente Sandro Cortese, la squadra ha deciso di puntare su Federico Caricasulo, vicecampione del mondo della SSP600 sempre su Yamaha, e su Garrett Gerloff, pilota americano adocchiato da Ben Spies e arrivato terzo nel MotoAmerica dello scorso anno. Per il momento i test dell’ex-team della Supersport non sono stati entusiasmanti, ma ci si aspetta una crescita dai due entro la fine dell’anno. Sono debuttanti anche Maximilian Scheib per il team Orelac, alla sua prima esperienza completa dopo le wildcard del 2018, e Takumi Takahashi per MIE Althea Racing, già visto lo scorso anno come sostituto di Leon Camier in più tappe.

Tra gli altri team privati da tenere d’occhio vediamo sicuramente la squadra Ten Kate, per distacco la migliore tra i team satellite durante i test con il proprio pilota Loris Baz, confermato dopo l’ottima seconda parte di stagione nel 2019. Barni Racing dispone invece di un nuovo pilota: Leon Camier ha lasciato la Honda per salire sulla Ducati Panigale V4 R, anche se i test invernali sono stati disputati in gran parte da Cortese a causa di un infortunio che ha impedito a Camier di guadagnare esperienza sulla moto; l’italo-tedesco si è invece accasato, in fretta e furia, col team Pedercini che, dopo la brutta vicenda che ha riguardato il suo ex-main sponsor Global Service Solutions, ha dovuto ripiegare all’improvviso sul bicampione del mondo. Infine, da segnalare il passaggio del nostro Michael Ruben Rinaldi al team GoEleven, dopo la bocciatura di Barni a seguito di un 2019 fallimentare.

Nel weekend australiano non sarà presente solo la SBK. A farle compagnia, come da prassi, ci sarà la Supersport 600, anch’essa forte di nuovi arrivi e possibili nuovi protagonisti. Randy Krummenacher, campione del mondo dello scorso anno, si è accasato con MV Agusta e avrà il duro compito sia di difendere il proprio #1, che di portarlo ufficialmente alla corte del marchio varesino dopo stagioni poco felici. Tra i suoi avversari ci saranno Mahias sulla Kawasaki, il nuovo arrivato Andrea Locatelli sulla Yamaha del team Bardahl Evan Bros, Jules Cluzel su quella del team GMT94 e anche il compagno dell’elvetico, Raffaele De Rosa. Ci potrebbero essere anche possibili sorprese, tra tutti il campione della Supersport 300 Manuel González, l’ex-pilota KTM in Moto3 Can Öncü su Kawasaki del team Turkish Racing e Andy Verdoïa, anch’egli in arrivo dalla categoria leggera delle moto di serie. Lo scorso a vincere fu proprio il campione in carica, mentre l’ultima vittoria della MV Agusta qui risale al 2017 con Roberto Rolfo (ed è stata anche l’ultima della Casa italiana).

In particolare per la Supersport 600, ma anche per le Superbike, c’è il rischio che le manche debbano essere spezzate in due tronconi con l’obbligo di una sosta per il cambio gomme, a causa del solito consumo esagerato degli pneumatici sulla pista di Phillip Island. Non ci sono invece modifiche per quanto riguarda la fruizione televisiva, con Sky Sport che mantiene la visione in diretta di tutto il palinsesto, TV8 che mantiene le sole due manche complete in live ed Eurosport che alternerà nel weekend, sui suoi canali principali, visioni in diretta e in differita a seconda degli eventi presenti nei vari fine settimana. Il meteo si preannuncia tra l’assolato e il nuvoloso, ma con temperature sempre piuttosto basse durante il weekend; previsto un leggero aumento delle temperature per la domenica.

INFO TRACCIATO

Phillip Island Grand Prix Circuit
Lunghezza tracciato: 4.445 m
Rettilineo principale: 835 m
Curve: 12 (7 a sinistra, 5 a destra)
Senso: antiorario
Record della pista: 1:29.413 (Jonathan Rea, Kawasaki, 2019)

ALBO D’ORO

ORARI TELEVISIVI*

Sabato 29 febbraio 2020

02:15 – SP SBK (Sky Sport MotoGP)
02:55 – SP SSP600 (Sky Sport MotoGP)
05:00 – Gara-1 SBK (Sky Sport MotoGP, TV8)
07:45 – Gara-1 SBK (Sky Sport MotoGP)
14:00 – Gara-1 SBK (TV8)

Domenica 1 marzo 2020

02:00 – SP Race SBK (Sky Sport MotoGP)
03:15 – Gara SSP600 (Sky Sport MotoGP)
04:00 – SP Race SBK (TV8)
05:00 – Gara-2 SBK (Sky Sport MotoGP, TV8)
10:15 – Gara-2 SBK (Sky Sport MotoGP)
14:00 – Gara-2 SBK (TV8)

*: in grassetto gli orari in diretta

Fonte immagine: worldsbk.com

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