SBK | Álvaro Bautista si sfoga sui social: “Il mio corpo non corrisponde allo standard fisico. Diventa una forma di discriminazione”

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 1 Luglio 2025 - 23:41
Tempo di lettura: 3 minuti
SBK | Álvaro Bautista si sfoga sui social: “Il mio corpo non corrisponde allo standard fisico. Diventa una forma di discriminazione”
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Quest’oggi l’ex-campione SBK si è voluto esporre pubblicamente sulla questione peso, per cui è stato penalizzato dal 2024.


Qualche ora fa, sul proprio profilo Instagram, Álvaro Bautista ha rilasciato un comunicato (in inglese e in spagnolo) in cui ha voluto sfogarsi ed esporsi sull’argomento peso, tematica che negli ultimi anni si è rivelata cruciale nella definizione del regolamento tecnico e sportivo del campionato SBK.

Un anno e mezzo fa, infatti, il campionato SBK ha introdotto un peso minimo combinato moto-pilota da rispettare, sotto al quale sarebbero state aggiunte delle tare. Una regola che, tra tutti, ha svantaggiato più di tutti il #19, che dopo la conquista con relativa facilità del titolo 2023 si è ritrovato in netta difficoltà nel 2024, patendo (tra le altre cose) anche il nuovo handicap introdotto per un pilota molto leggero come lui.

Queste le parole del pilota di Toledo: “Oggi voglio scrivere di qualcosa che non è facile per me, ma che credo sia assolutamente necessario”.

“Oggi non parlo solo come motociclista, ma come persona. In qualità di chi ha dedicato la sua vita a questo sport, che si è allenato ogni giorno con impegno, disciplina, amore per la moto. Parlo anche come qualcuno che ha provato personalmente cosa si prova ad essere giudicati – e, in un certo senso, penalizzati – non per prestazioni o livello di dedizione, ma per il proprio corpo. Per il proprio peso”.

“Per molto tempo sono rimasto in silenzio. Ho cercato di adattarmi, di non creare disagio e di convincermi che questo faceva solo parte del gioco. Ma la verità è che quando le tue dimensioni fisiche diventano uno svantaggio strutturale – qualcosa che non dice nulla sulla tua abilità di motociclista – allora smette di essere un problema tecnico e diventa una forma di discriminazione”.

“Mi sono sentito sotto torchio più di altri, per come devo ripetutamente giustificare il mio posto. Non perché non sia in grado di essere davanti o di correre ai massimi livelli, ma perché il mio corpo non corrisponde ad uno standard fisico che, sebbene non scritto, sappiamo tutti che esiste”.

“Capisco che il peso sia un fattore tecnico nelle prestazioni della moto, lo accetto. Ma quando il sistema non tiene conto delle differenze naturali nelle strutture corporee, smette di essere equo e inizia ad escludere”.

“Ecco perché oggi scrivo questo. Non per fare la vittima, non per creare divisione. Scrivo perché non voglio che altri motociclisti – ora o in futuro – passino quello che ho passato io negli ultimi due anni. Non voglio che sentano che il loro corpo possa essere un ostacolo più difficile di qualsiasi curva in pista”.

“Il mio scopo con questo messaggio è iniziare una conversazione necessaria. Per chiedere di ripensare ai criteri tecnici, regolamentari e soprattutto alla cultura del motociclismo. I piloti non sono definiti dalle loro misure: sono definiti dalla loro intelligenza in pista, dal loro istinto, dal loro coraggio e dalla loro connessione con la moto”.

“Grazie per avermi ascoltato. Non chiedo applausi, solo consapevolezza. E, speriamo, un cambiamento che renda questo sport più giusto per tutti”.

Quelle di Bautista sono le parole di un pilota sì sportivamente svantaggiato, ma che riaprono una questione incredibilmente spinosa e delicata sul fattore peso nelle corse. Delle parole, inoltre, che giungono quando Bautista è oramai a 40 primavere compiute e che potrebbero davvero essere un monito per il futuro, dato che il suo tempo in pista, in un modo o nell’altro, è agli sgoccioli.

Fonte immagine: arubaracing.it

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