Come rovinare un mondiale

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
8 Ottobre 2017 - 21:31

Il sogno della Ferrari di tornare a vincere dopo dieci anni dall’ultimo alloro mondiale sta finendo lentamente in pezzi. E l’aggettivo “lentamente” forse non è nemmeno così azzeccato, vista la serie di eventi racchiusi in soli tre weekend di gara che si sono susseguiti a svantaggio del Cavallino Rampante. Eventi, c’è da dire, causati dai piloti stessi o dal team stesso, in una maniera o nell’altra. Il crash di Singapore, i guasti in Malesia a Vettel prima e a Raikkonen poi, la candela maledetta che ha fermato Seb oggi… tutto ricollegabile a una situazione, soprattutto mentale, che ha portato a un vero e proprio crollo di concentrazione e, di conseguenza, delle prestazioni.

Come ogni pomeriggio domenicale post-gara, tutte le arrabbiature, gli urli e gli insulti verso l’avversario finiscono con un po’ di mal di testa e con un banale muso deluso, per tornare poi alla propria vita lavorativa, scolastica o sociale già dal terribile lunedì successivo. E il GP del Giappone non ha fatto eccezione, nonostante l’ennesima batosta per i tifosi Ferrari. Anzi, io alla fine sono tornato a dormire abbastanza sereno, visto anche il delirio che si è scatenato sul nostro forum durante l’evento. V’invito anche a recuperare e a rileggere certi momenti esilaranti, perché meritano davvero. E anche sul piano prettamente sportivo, la rimonta di Kimi e la rincorsa di Verstappen si son fatte guardare stamattina.

Il problema che tratta questo articolo sta proprio in questo però: il campionato 2017, che ha migliorato sotto moltissimi punti di vista la grigia (in tutti i sensi) annata 2016 tra vetture, regolamenti, gomme e competizione, ha visto sfide tra piloti con le stesse casacche (chi ha detto Perez e Ocon?), duelli ruota a ruota, sorpassi “con i cosiddetti” e colpi di scena, ma soprattutto un duello per il titolo tra due alfieri di due team opposti dopo tante, troppe annate dominate dalle Frecce d’Argento: Lewis Hamilton da una parte, Sebastian Vettel dall’altra. Due dei tre migliori piloti del Circus a parer mio (insieme al barbuto di Oviedo a cui piace scherzare sul suo motore).

Purtroppo, però, proprio il punto cardine d’interesse della stagione ora sta venendo meno: la continua perdita di punti di Vettel rischia di infrangere le speranze iridate della Rossa dopo una stagione di ribalta, ma anche di far calare a picco l’interesse per una Formula 1 finalmente tornata in salute dopo almeno quattro anni (a esser gentili) di buio. Le gare di Marina Bay, Sepang e Suzuka son state tutte godibili, ma la voglia di spegnere il televisore e mandare tutto a quel paese dopo le rotture o gli incidenti delle Ferrai è stata forte. E quasi in contemporanea, altri punti d’interesse si stanno piano piano assopendo, come il duello Force India (limitato dal muretto box) oppure la competizione stessa che, con la Ferrari sperduta, è per forza di cose diminuita. Solo la Red Bull e il risveglio dal letargo di Verstappen stanno facendo riassaporare il brio, ma è difficile che il terribile ventenne possa tenere alto, da solo, l’interesse dei Gran Premi.

Come detto in maniera arguta proprio sul forum nella discussione della gara di Suzuka, questo finale di stagione della Ferrari ricorda tremendamente quello, sempre del Cavallino, del 1985. Dopo la fuga iniziale, culminata in grandi trionfi come Nurburgring o Montreal, Michele Alboreto fu vittima della scelta di Enzo Ferrari di passare alle turbine Garrett in modo da evitare i presunti favoritismi della KKK tedesca alla McLaren-Porsche di Alain Prost. Qui non si parla di turbine, ma la sensazione che la Ferrari abbia fatto tutto “di corsa” per rimediare allo svantaggio tecnico nato dopo Spa e dopo il cambio di regolamento sull’olio è forte. E l’aver mandato in fumo tutto il buon lavoro fatto fino all’estate fa davvero male, ai fan e alla squadra.

La mia speranza, per gli ultimi quattro round, è di vedere una Ferrari tornare sui propri passi, in maniera precisa e senza più “distrazioni” per il titolo, che oramai sta per tornare tra le mani di Lewis Hamilton e della Mercedes, ma ovviamente una competizione ad addirittura sei piloti (considerando anche le Red Bull) mi stuzzicherebbe non poco. Lo sguardo di molti è verso il 2018, quando questa interessantissima sfida per la Casa di Maranello ricomincerà dall’inizio.

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