Ross, tienici a galla tu

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
24 Gennaio 2017 - 13:30
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Ieri ero stato abbastanza profetico nello scrivere della possibile era post-Ecclestone. Forse me lo sentivo, forse mi ha letto (sì, come no…), forse è solo stata una gran Bottas…

Sta di fatto che ieri, in tarda serata, è arrivata la notizia che chiude un’era, lunga millenni, marchiata Bernie Ecclestone. Da ieri la F1 non è più cosa sua, ma cosa loro. Di bianco in bianco, si passa dal lungo capellame di Bernie ai baffetti antichi di Chase. Si passa, soprattutto, da un uomo che la F1 l’ha vissuta in tutti i ruoli fino a comandarla, ad uno che di esperienza motoristica pare ne abbia ben poca.

Questo, come già detto ieri, desta delle preoccupazioni sul futuro della serie e sui suoi sviluppi a medio e lungo termine. La notizia dell’uscita di Bernie dal suo sport è stata seguita, però, dall’annuncio dell’ingresso al ponte di comando dell’uomo che potrebbe, e per ora uso il condizionale, fare da mediatore tra la tradizione e i voleri futuri dei nuovi padroni della F1.

Ross Brawn entra infatti nel gruppo, insieme a tale Sean Bratches, come managing director della nuova era. Quest’ultimo si occuperà della parte commerciale, mentre Ross sarà responsabile di quella sportiva. Si tratta, per quanto mi riguarda, di una notizia possibilmente positiva. Il possibilmente dipende dal fatto che, al di là del ruolo, bisognerà capire quanto margine di manovra avrà il caro vecchio mangia banane sulla base dei dettami di baffo Chase, il quale ha già riferito che “La Formula 1 non è cresciuta abbastanza e deve iniziare a farlo al suo massimo potenziale”

Ciò che rincuora è il fatto che Ross sia uomo di motorsport e conosca a fondo la materia, avendola trattata anch’esso su più livelli vincendo, tra l’altro, di tutto. Quindi, nel passaggio alla nuova proprietà, fa piacere che ci si sia curati di affidarsi, per la parte sportiva, ad una persona competente. 

Brawn, quindi, rimane la nostra ancora di salvezza nel passaggio dal vecchio al nuovo corso. Nella speranza che abbia poteri sufficienti a mantenere una certa tradizione, evitando stravolgimenti sussurrati che darebbero la mazzata finale ad una F1 che deve, invece di perderne ancora, riguadagnare terreno.

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