E’ davvero difficile commentare, anche con una piccola dose di ironia, il deficere che attanaglia chi provvede a sottoscrivere, anno dopo anno, i regolamenti che hanno portato alla tomba in progressione dal 2009 quella che, una volta, era la F1.
Di fatto stiamo parlando, per il 2015, di un regolamento deficiente stilato da un gruppo di deficienti, intesi come persone carenti di qualunque spirito diverso da quello chiamato Business.
Ma voglio commentarlo con voi, questo sforzo immane di deficienza, perchè una più dell’altra si tratta di norme che non migliorano di certo la situazione, e che nulla hanno a che fare con lo sport che abbiamo sempre avuto in mente.
Partiamo dalla vera chicca pro-spettacolo. La ripartenza da fermi dopo l’ingresso della Safety Car. Giusto settimana scorsa si è disputata al Nurbugring la 24 ore, su tutto il tracciato (vecchio+nuovo). Sia in questo caso che a Le Mans è stata introdotta la Slow Zone, vale a dire la possibilità di introdurre, in un determinato punto della pista dove si è verificato un incidente, un limite di 60/80 km/h mantenendo le vetture in pista. Succede che, in questo modo, i distacchi rimangono invariati tra i vari piloti, ma è possibile nel frattempo intervenire per ripristinare la sicurezza della pista.
In F1 no. Dall’anno prossimo, se per ipotesi abbiamo 5 Safety Car in una gara, abbiamo 5 nuove partenze. Come annullare la gara precedente e ricominciare da zero, con tutti i rischi del caso (incidenti, false partenze, partenze sbagliate, etc). Immaginate un qualsiasi pilota che sta vincendo a Montecarlo a 10 giri dal termine con 20 secondi di vantaggio sul primo inseguitore. Qualcun’altro sulla pista si fotografa sui guard rail ed entra il buon Maylander. Dopo qualche giro rientra ai box. I piloti si fermano in griglia nelle posizioni che occupavano prima della neutralizzazione. Il primo ha già visto andare in fumo i 20 secondi di vantaggio sul secondo, alla ripartenza brucia la frizione e arriva a Santa Devota secondo, dove resta per gli ultimi giri dopo aver comandato senza avversari la gara.
Vi sembra una cosa normale? A me pare il tentativo di creare il più casino possibile per avere sempre più vincitori diversi durante l’anno. Questa è una porcata che concorre con il DRS in quanto ad antisportività assoluta.
Ma passiamo alla seconda geniale idea: quella di estendere il parco chiuso all’inizio delle FP3 del sabato mattina. Se non hai trovato l’assetto giusto entro il venerdì sera, sabato e domenica sei spacciato. Altra regola pro-caos, che renderà la vita più difficile a piloti ed ingegneri nella ricerca del giusto compromesso, anche perchè le ore di ‘coprifuoco’ del venerdì notte non saranno più 6 ma 7, per diventare 8 nel 2016. Tanto vale fornire vetture uguali a tutti, a questo punto.
Ovviamente, progressiva diminuzione dei test in pista fino al 2016, e dei test in galleria del vento per lo sviluppo delle macchine. Contestualmente, i simulatori costeranno sempre di più alla faccia della riduzione dei costi.
E arriviamo alla regola pirotecnica, l’introduzione del pattino in titanio sul fondo piatto per favorire le scintille! ‘Che ce frega’ di 22 aspirapolveri che girano in pista più lenti delle vetture di 10 anni fa, tanto abbiamo le scintille che fanno spettacolo, in attesa delle trombette giuste per accontentare le orecchie degli organizzatori dei GP. Solo loro, ovviamente, che vedono gli incassi diminuire. Perchè gli appassionati veri sanno che trattasi di cazzata galattica.
Dopo le oscenità a sfondo erotico di quest’anno, i musi degli aspirapolveri 2015 saranno esteticamente più digeribili. Così dicono. Non si sa ancora in che termini, ma conoscendo i nostri polli sicuramente saranno ancora peggio, visti i buchi regolamentari che ampiamente vengono messi a disposizione degli ingegneri.
L’unica postilla interessante di un regolamento da malati mentali è l’obbligo del fissaggio a due stadi delle ruote, per evitare che in ripartenza dalla pit qualche ruota voli via.
Insomma, dobbiamo imparare che al peggio non c’è mai fine. A partire dal 2009 è stata inanellata una serie di boiate sempre maggiori, che hanno portato questa categoria probabilmente ai livelli più bassi di sempre. La regola dello ‘spettacolo a tutti i costi’ partorisce ogni anno sempre più dettagli artificiali per cercare di ‘creare’ show, dare in pasto al pubblico un prodotto (non uno sport) appetibile, cool, dinamico. Poco importa se di sportivo non sia rimasto più nulla, poco importa se dobbiamo accontentarci di 50 sorpassi con il DRS che non ne valgono nemmeno uno di quelli di un tempo.
E dire che il crollo degli ascolti è lì, palese, inattaccabile. Oltre al fatto che, per quanto riguarda l’Italia, la Ferrari pare tornata a quella pre-periodo d’oro, il calo degli spettatori è frutto di scelte reiteratamente disgraziate che hanno allontanato la F1 dal pubblico vero e appassionato, per allargare gli orizzonti in paesi sportivamente osceni e allargarsi ad un pubblico molto più ampio che comprende, rovescio della medaglia, anche quello casuale: quello che vede solo la partenza per gustarsi gli incidenti.
Puntare sulla quantità (e i quattrini) piuttosto che sulla qualità. Ecco la ricetta che il mondo della F1 (comprese le squadre, che hanno sempre avallato certe scelte per il proprio tornaconto) ha studiato per autodistruggersi.
Solo una cosa, chiedo, per il prossimo consiglio mondiale. Una modifica di pochissimo conto, che potrebbe voler dire tanto. Cambiate nome a questa categoria. Chiamatela GP1, o come preferite. Ma togliete a chi l’ha ormai vista morire il peso di sapere che ‘questa’ F1 segue cronologicamente tutte quelle pregresse.
Perchè questa F1 non è più la nostra, e ne abbiamo le palle piene di essere presi in giro da chi si vuole solo riempire il conto in banca.
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.