Red Bull e il muso flessibile: genio o furbata?

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 7 Novembre 2012 - 18:15
Tempo di lettura: 4 minuti
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Red Bull e il muso flessibile: genio o furbata?
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Spopolano da due giorni le immagini e le indiscrezioni riguardanti il muso flessibile notato sulla Red Bull di Vettel, durante il pit stop nel quale è stato sostituito l’alettone anteriore alla vettura numero 1.

La particolarità è balzata agli occhi di tutti. Sotto le mani del meccanico preposto alla rimozione del vecchio pezzo, la parte più sporgente del muso si torce come se fosse costituito da qualsiasi materiale tranne la fibra di carbonio. Anzi, a dirla tutta pare proprio sia costruito con un materiale quasi ‘gommoso’.

La questione solleva ulteriori dubbi sulla regolarità delle Red Bull, soprattutto da parte dei media e dei tifosi degli avversari più ostici. Ma, prima di gridare allo scandalo, propongo una riflessione sul caso.

Ai tempi, sia nel 2010 che nel 2011, furono le ali flessibili ad andare incontro a forti polemiche. All’aumentare della velocità, le ali si abbassavano letteralmente andando a limare l’asfalto. La Fia intervenne in corso di stagione, a fine 2010, inasprendo le verifiche tecniche. Aumentando cioè il peso verticale sotto il quale le ali dovevano dimostrare di non deformarsi oltre certi limiti.

Scoppia, ora, il caso del muso flessibile. L’immagine che si sta sviluppando nell’immaginario collettivo è che il muso sia costruito con un materiale particolare che permetta alla struttura di piegarsi verso il basso all’aumentare della velocità, andando di fatto a ‘portare con sè’ anche l’intera ala anteriore e aumentare, quindi, il carico aerodinamico.

E, tra l’altro, questo era un concetto del quale si è parlato già in passato. Il divieto di lavorare sulla rigidità delle ali aveva alimentato qualche ipotesi sulla modifica della stessa proprio sul muso.

Attualmente non si è saputo di alcuna presa di posizione da parte di scuderie avversarie sulla questione. Immagino, però, che le verifiche tecniche siano state superate dalla Red Bull, fin da quando ha fatto esordire questa soluzione (e non sappiamo da quando, oltretutto). Così come immagino che la Red Bull stessa fosse a conoscenza della possibilità che questo componente potesse essere scoperto, prima o poi.

A questo punto è corretto parlare di furbata, illegalità e quant’altro? Ci sono delle regole, questo è evidente. Ma quello che la Fia non capisce, per quanto mi riguarda, è che quanto più si tenti di irrigidire il regolamento, tanto più si darà la possibilità agli Ingegneri di sviluppare soluzioni alternative e uniche, che possano dare vantaggi sostanziali sulla concorrenza. E Newey, in questo campo, è attualmente il numero 1.

Voglio dire: se la Red Bull supera le verifiche tecniche con questa soluzione, le ipotesi sono tre: o è regolare, o le verifiche tecniche sono condotte in malo modo, o la Red Bull paga qualcuno per superarle con soluzioni illegali.

Dando per scontato che la terza ipotesi sia da scartare (altrimenti anche 200 ml di benzina, sabato, sarebbero stati facili da recuperare), ne rimangono due, e sul fatto che le verifiche non siano eseguite in modo corretto io ho qualche riserva.

Piuttosto, io credo che sia proprio il regolamento la spina nel fianco di questa Formula 1. Un regolamento troppo restrittivo spinge conseguentemente aerodinamici ed ingegneri a cercare la soluzione perfetta. E quando questa viene trovata, il vantaggio acquisito è sostanziale. Ricordiamoci il doppio fondo della Brawn, gli scarichi soffianti. Questo è un regolamento nel quale qualsiasi soluzione fuori dagli schemi (o non pensata da altri) diventa oggetto del contendere e viene accusata di essere antisportiva a prescindere. Perchè anche se magari le verifiche vengono passate, ‘politicamente’ non è concepibile che il tuo avversario abbia trovato un qualcosa che a te non è venuto in mente, e diventa automaticamente autosportivo.

Molti potrebbero obiettare come, stranamente, solo la Red Bull incappi in queste polemiche. E’ anche verò, però, che Adrian Newey ce l’hanno loro. Se il suo lavoro è tanto ambito da far circolare voci, mesi fa, di un possibile contatto da parte della Ferrari, vuol dire che siamo di fronte ad un genio o ad un truffatore? Io sono convinto della prima ipotesi. Non a caso il palmares parla per lui. Oppure vogliamo intendere che tutte le sue vittorie sono macchiate da furbate epocali?

A questo punto, basterebbe fornire 24 vetture totalmente identiche con l’imposizione di lavorare solo sugli assetti, e nessuno potrebbe più accusare di antisportività qualcun’altro. Oppure, si potrebbe interdire Newey.

O forse questa Formula 1 non è adatta ai geni come lui.

Detto questo, spero si chiarisca questa ennesima polemica, ma non datevi per vinti. Via una, ne nascerà una nuova. E ringraziamo il regolamento.

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