A capo del team austriaco dal 2005, Chris Horner ha attraversato quattro cicli senza uragani attorno alla sua figura
La telenovela Ferrari che sta animando una pausa invernale appena iniziata fa sicuramente riflettere. Al di là di quelle che saranno le decisioni da qui a breve, è indubbio che il posto di comando del Cavallino sia sempre costantemente scottante, anche quando apparentemente le cose vanno bene.
Non a caso, infatti, il miglioramento della Ferrari a livello generale rispetto all’anno scorso non è servito a placare le polemiche su Binotto. Sarebbe curioso sapere se, con una stagione iniziata male e finita bene (l’opposto di quanto successo), sarebbe cambiato il sentimento interno a Maranello.
Lasciando stare Mercedes, tornata nel Circus nel 2010, pensavo a come proprio in F1 ci sia un esempio di costanza e visione condivisa.
A Milton Keynes, sede della Red Bull, la targhetta sulla porta di Christian Horner con scritto “Team Principal” è incollata da 17 anni. Se tentassero di staccarla, verrebbe via anche la vernice. Questo non può non fare riflettere se pensiamo che il team austriaco, per 11 di queste 17 stagioni, non ha vinto nulla, con periodi anche estremamente bui come nel 2015 o tra 2017 e 2018.
Costanza, visione, fiducia, non necessariamente in questo ordine, sono gli elementi che hanno portato Horner ad essere insostituibile nel ruolo di comando sin dal giorno uno, con una F1 completamente diversa da questa ed esperienza evidentemente minore rispetto a quella odierna, con sei titoli in più sulle spalle.
Red Bull ha contrapposto due cicli vincenti a due di attesa, anche lunga. Nessun titolo tra 2005 e 2009, nessuno tra 2014 e 2020. In tutte queste stagioni un cambio al vertice, soprattutto nei momenti peggiori, sarebbe stato anche comprensibile dopo una lunga militanza. Eppure si è andati avanti senza mettere in discussione il ruolo di Horner che, evidentemente, ha sempre potuto contare sulla fiducia del Team.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con il ritorno alla vittoria dopo il lungo ciclo vincente Mercedes e basi poste per essere competitivi a sufficienza per aprire continuarne uno nuovo in salsa blu, dopo quello di inizio anni ’10 con Sebastian Vettel. Con una costante al muretto, sin dal primo giorno.
Immagine: Media Red Bull
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