Rally di Montecarlo 2002: la prima (non) vittoria di Sébastien Loeb

StoriaWRC
Tempo di lettura: 5 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
19 Gennaio 2019 - 19:02
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La stagione 2002 del WRC si pone al centro di quella che, al momento, può essere considerata come l’ultima età dell’oro del mondiale rally. Il periodo trascorso tra il 1997, anno della nascita delle “World Rally Cars”, e la prima metà degli anni 2000 ha visto sfidarsi in giro per il mondo un grande numero di Case e, allo stesso tempo, alcuni tra i piloti più forti della storia, che per una meravigliosa coincidenza si sono ritrovati contemporaneamente protagonisti del campionato.

Nelle poche settimane trascorse tra il Rally del Galles del 2001, che ha messo la parola fine ad uno dei mondiali più incredibili di sempre incoronando Richard Burns e la Subaru, e il Montecarlo 2002, il mercato piloti ha regalato un clamoroso scossone: Burns ha infatti portato l’alloro iridato in Peugeot e il suo posto è stato preso da Tommi Mäkinen, quattro volte campione del mondo con Mitsubishi ma logorato in pochissime settimane dalla pochezza della nuova Lancer WRC. Al fianco del britannico c’è Marcus Grönholm, campione nel 2000 ma reduce da un 2001 sfortunatissimo, mentre Mäkinen è spalleggiato dal giovane Petter Solberg. Confermato il dream team Ford con Colin McRae e Carlos Sainz, mentre lo “scartato” François Delecour ha dovuto ripiegare proprio sulla Mitsubishi.

Le vetture iscritte al mondiale costruttori sono ben sei, con Hyundai e Škoda, ma le Case ufficiali effettivamente impegnate sono sette, poiché vi è anche Citroën. Tuttavia il Double Chevron non partecipa a tutto il mondiale, dunque non può rientrare nella classifica riservata alle marche. Proprio al volante della Xsara c’è uno dei giovani più interessanti sulla piazza: si chiama Sébastien Loeb ed è il campione del mondo junior in carica. Non solo: alla sua prima esperienza su una WRC ufficiale, l’anno prima a Sanremo, l’alsaziano si è classificato secondo, battuto solo da Gilles Panizzi. Al suo fianco, due guide esperte come Philippe Bugalski e Thomas Rådström.

Il Montecarlo 2002 si snoda per 388 chilometri, divisi in 15 prove speciali. Sono previsti ben quattro passaggi sul Col de Turini, il luogo più rappresentativo del rally: due al sabato, pomeriggio e sera, e due alla domenica mattina su percorso inverso. Il favorito d’obbligo è Mäkinen, vincitore nelle tre edizioni precedenti e a caccia dello storico record di Sandro Munari e Walter Röhrl.

La stagione di Citroën inizia nel peggiore dei modi: nel tratto stradale che porta al service park, i motori delle Xsara di Bugalski e Rådström si ammutoliscono e pertanto la squadra di Guy Fréquelin è ridotta di due terzi ancor prima di iniziare. Ai piloti si presenta un fondo asciutto, senza neve né ghiaccio, ma tanti optano comunque per un inizio prudente: Sainz vince la prima frazione su Mäkinen e la seconda viene cancellata per l’eccessiva presenza di spettatori in zone pericolose. Lo spagnolo accusa qualche problema al motore nel giro pomeridiano e il finlandese eredita la leadership, ma ben presto sale in cattedra Loeb: scratch nella PS4, con 18 secondi rifilati a Grönholm e quasi 23 a Mäkinen per prendere il comando della classifica, e vittoria in notturna nella PS5. La prima tappa del mondiale si chiude quindi con l’iridato junior davanti ai mostri sacri della specialità: 36″7 su Mäkinen, 44″6 su McRae, 51″2 su Grönholm e 58″1 su Sainz.

Il sabato comincia con una breve sfuriata di Solberg, che vince la PS6 ma sbatte in quella successiva, mentre Loeb guadagna su Mäkinen e Grönholm sfila il podio provvisorio a McRae. Il nuovo pilota Subaru risponde a Loeb nella PS8, limando 6″3, ripetendosi poi in occasione del primo passaggio sul Turini, quando Loeb perde 12″8 conservando 26″9 di vantaggio nella generale. Il gustoso testa a testa generazionale riprende nella ripetizione serale delle due frazioni pomeridiane: il francese prende 8″8 nella Coaraze – Loda, il nuovo pilota della Subaru ne rosicchia 7″5 sul Turini. Il vantaggio di Loeb al termine della seconda tappa è di 28″2, mentre Sainz è lontano oltre due minuti al terzo posto.

Ed è qui che Citroën commette l’errore decisivo. La Xsara di Loeb viene infatti portata al parco chiuso con un set di gomme nuove “ai piedi”, cosa vietata dal regolamento. La decisione dei commissari, dopo una lunga nottata, è quella di non squalificare Loeb, assegnandogli una penalità di due minuti. Citroën si appella alla decisione e Loeb resta momentaneamente al comando. “Non sono contrariato”, dice Loeb, “se sarò nelle condizioni di vincere lo farò e questo mi piacerebbe molto. Poi, facciano quello che vogliono”; più stizzito Sainz: “Non capisco questa decisione: se uno viola una regola viene squalificato, altrimenti no”. La penalità, che fattivamente spedisce Loeb a un minuto e mezzo da Mäkinen, non scoraggia il giovane alsaziano, che perde una decina di secondi nella PS12 a causa dello spegnimento del motore ma poi vince la PS13 e amministra la situazione nelle ultime due frazioni. Loeb chiude con 45″9 di vantaggio su Mäkinen ma Citroën perde il ricorso, dunque il finlandese può festeggiare il suo quarto Montecarlo e la vittoria al debutto con Subaru. Questa sarà anche l’ultima vittoria di Mäkinen nel WRC.

Sfuma così il primo (tuttavia enormemente meritato) successo di Loeb nel mondiale, un traguardo che però avrebbe richiesto solo pochi mesi ancora: in Germania Loeb avrebbe colto finalmente la sua prima vittoria e, per quanto riguarda il Montecarlo, si sarebbe rifatto già l’anno dopo su un podio interamente marchiato Citroën, con McRae e Sainz al suo fianco.

Il mito di Loeb ha avuto origine da una non-vittoria ed è esploso a suon di successi. Ora, con lo storico passaggio a Hyundai, il pilota divenuto Extraterrestre ha ribadito al mondo intero di avere ancora una grande fame. Riuscirà a dare ulteriore lustro alla sua leggenda?

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