All’inizio del WRC 2001, la carriera di Didier Auriol è ad un punto “morto”. La chiusura del programma ufficiale Toyota, che ha preferito concentrarsi su un’esperienza Formula 1 rivelatasi poi fallimentare, lo ha costretto a ripiegare sulla bellissima ma mai competitiva Seat Córdoba, al volante della quale è riuscito ad arrivare in zona punti una sola volta in tutto il 2000 ma con un risultato eccelso, ossia il terzo posto nel Rally Safari.
Anche la carta d’identità non è più dalla sua parte: a 42 anni qualche punto di domanda sopra la testa del campione del mondo 1994 comincia inevitabilmente a palesarsi, ma a scacciarli prontamente arriva la chiamata di Corrado Provera e del team Peugeot, in caccia di un secondo pilota full-time da affiancare al campione in carica Marcus Grönholm. Il matrimonio tra Auriol e Peugeot rappresenta un evento molto particolare, poiché Didier ha occasione di pilotare una vettura francese nel WRC per la prima volta dopo 16 anni.
Il debutto sulla 206 a Montecarlo è travolgente ma dura poco, perché nella quarta prova speciale perde una ruota mentre si trova al comando, e anche in Svezia e Portogallo lo score di punti resta a quota zero. Il Rally di Catalunya si svolge sull’asfalto amico su cui Auriol ha già vinto nel 1998 e la competitività della Peugeot sul catramato può essere un’ottima occasione di rivincita.
Il weekend inizia tra le polemiche. Jesús Puras, pilota ufficiale Citroën, viene accusato di avere stilato le note del percorso catalano in anticipo rispetto alla ricognizione, precisamente nel corso del Rally del Mediterraneo disputatosi nella stessa zona un mese prima, ma alla fine la FIA non riscontra alcuna irregolarità.
Favorite per il successo sono proprio Citroën e Peugeot, che sull’asfalto dispongono indubbiamente delle vetture più performanti. In testa al campionato c’è invece Tommi Mäkinen, determinato a riprendersi lo scettro iridato dopo il passo falso del 2000 e già vincitore a Montecarlo e in Portogallo. A -4 dal finnico c’è Carlos Sainz, portato ovviamente in palmo di mano dal pubblico spagnolo.
Il rally inizia inevitabilmente sotto il segno di Puras, che a prescindere dalla “legalità” delle sue note conosce le strade a menadito. Al termine della prima tappa “Chus” ha 8”7 su Philippe Bugalski, suo compagno di squadra e clamoroso vincitore dell’edizione 1999 sulla Xsara Kit Car. Alle spalle delle due Citroën ci sono le Peugeot di Auriol e Gilles Panizzi, staccate di 11”2 e 18”5, mentre Grönholm ha aggiunto un’altra “tacca” sulla sua facilmente dimenticabile stagione 2001 colpendo una roccia nella PS4, quando occupava il terzo posto. Con Richard Burns rallentato da noie al cambio della sua Subaru e le Ford tenute alla larga dalle prime posizioni da problemi di handling (per Sainz e François Delecour) e alla pompa della benzina (che costringe Colin McRae al ritiro), la Mitsubishi di Mäkinen è l’unica valida alternativa al dominio delle vetture francesi.
La seconda tappa inizia con Puras vincitore nella PS7 ma autore di un sanguinoso errore nella prova successiva, che permette a Bugalski di riavvicinarsi e poi di prendere il comando nella PS9 nonostante qualche piccola noia ai freni. I sogni di gloria dello spagnolo finiscono nel tratto di collegamento tra PS11 e PS12, quando la Xsara #15 si ferma a causa dello stesso problema patito da McRae nella giornata precedente. Auriol, che la PS11 se l’è portata a casa, dista 27”7 da Bugalski al termine della seconda tappa e ha ormai staccato Panizzi di oltre 40 secondi.
La giornata decisiva parte con un colpo di scena. Bulgalski inizia ad accusare problemi alla frizione e Auriol cerca immediatamente di approfittarne, segnando il miglior tempo nella PS13 e rosicchiando 4”4 al connazionale nonostante un numero da circo all’interno di una esse veloce. “Buga” perde altri nove secondi nella PS14 ma a fine prova la Xsara cede di schianto. Le riparazioni richiedono molto tempo e la Citroën #14 si presenta in ritardo al via della PS15, fatto che costa un minuto di penalità e consegna la leadership ad Auriol. Un’altra penalità, ben più cospicua e che toglierà Bugalski dalla zona punti, verrà comminata per un errato posizionamento di partenza nella PS15. Auriol conclude il giro mattutino della domenica con 29”9 su Panizzi, vincendo anche la PS16 prima di badare alla gestione del vantaggio. 20° trionfo iridato per Didier, con Panizzi a firmare la doppietta Peugeot e Mäkinen a chiudere inaspettatamente il podio.
Auriol torna a vincere per la prima volta dal Rally di Cina del 1999, che ha rappresentato anche l’ultimo successo Toyota prima del rientro nel WRC datato 2017. Questa, tuttavia, sarà anche l’ultima gioia di Didier nel WRC: la stagione 2001 si concluderà mestamente al settimo posto anche perché alla vittoria catalana seguirà una sequenza di cinque ritiri di fila. Non bisogna tuttavia nascondere che, forse, l’amore tra Auriol e il team Peugeot non è mai sbocciato e questo è facilmente riscontrabile nelle quattro occasioni in cui la Casa del Leone preferisce dare fiducia a Panizzi o a Harri Rovanperä per la classifica costruttori, pur traendone comunque grande beneficio.
Dopo un 2002 di semi-ritiro, Auriol disputa il mondiale 2003 con Škoda pagando a più riprese, tuttavia, il confronto con il giovane Toni Gardemeister. Questo porta al suo stop dalle competizioni a tempo pieno. L’ultima vittoria di Auriol nel WRC arriva a distanza di 12 anni e 10 mesi dalla prima (sesta posizione all-times in questa statistica) ed è attualmente la settima più anziana nella storia del mondiale rally.
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