Il weekend ungherese ha sollevato un problema non di poco conto, che per quanto mi riguarda deve essere affrontato: dopo i problemi di Kimi Raikkonen durante le prove libere, oggi è stato il turno di Nico Hulkenberg nel fare i conti con un’ala anteriore collassata.
Se per Kimi il problema si è verificato a bassa velocità, in uscita dalla terz’ultima curva del tracciato di Budapest, dobbiamo ringraziare che Nico sia uscito illeso dall’incidente di questo pomeriggio. Perdere l’ala anteriore alla massima velocità è uno dei problemi più pericolosi per un pilota, che non ha modo di frenare la vettura per la perdita di carico sull’anteriore. Peggio ancora se l’ala si incastra, come successo a Nico, tra l’asfalto e il fondo vettura.
E’ da qualche stagione che lo studio delle ali anteriori porta a soluzioni sofisticatissime dal punto di vista aerodinamico, con veri e propri castelli di flap che servono a canalizzare l’aria in diverse direzioni in base al tracciato, al setting vettura e via dicendo. Nelle prime stagioni del dominio Red Bull, ricorderete, c’erano state anche diverse polemiche riguardanti la flessibilità delle ali stesse all’aumentare della velocità, che assumevano quindi una vera e propria funzione aerodinamica.
Ultimamente, però, come potete vedere nella foto di copertina (vale per Mclaren come per le altre scuderie), l’area in cui fisicamente l’ala anteriore è ancorata ai supporti verticali del muso si è ridotta drasticamente. L’elemento portante dell’ala è collegato solo per pochi centimetri ai due supporti, che devono quindi sostenere un peso maggiore soprattutto all’aumentare della velocità. Con l’avvento dei musi alti e fino a non troppi anni fa, l’ala era ancorata per tutta la sua ‘profondità’ ai piloncini, che quindi dovevano sostenere uno sforzo minore.
E’ evidente che il tutto sia stato studiato nei minimi dettagli per questioni aerodinamiche, e che lo studio sia stato anche parecchio costoso (visto che si parla tanto di soluzioni costose quando inutili), ma alla luce degli ultimi eventi forse sarebbe il caso di valutare la situazione e di pensare ad interventi che rendano più sicure le monoposto e, soprattutto, i piloti.
Visto il periodo, è il caso di non abbassare la guardia pensando che questa volta è andata bene. Perché abbiamo (spero) imparato che sentirsi troppi sicuri è il primo passo per minare la sicurezza.
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