Quel confine tra gloria e disastro. Questa volta è l’azzardo a premiare la Ferrari

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 8 Aprile 2018 - 19:55
Tempo di lettura: 3 minuti
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Quel confine tra gloria e disastro. Questa volta è l’azzardo a premiare la Ferrari

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Dopo la fortuna di Melbourne, certificata a più riprese dagli stessi uomini Rossi, è un meraviglioso azzardo a premiare una tenacissima Ferrari. In nessun altro modo la Rossa sarebbe riuscita a portare a casa una vittoria importante come questa in ottica mondiale.

A metà gara, quando le strategie sono diventate più chiare, il rischio di perderla e di vedere addirittura una doppietta Mercedes è stato alto. Perché le Mercedes avevano cambiato idea portandosi sulle gomme medie per andare fino a fine gara con un pit in meno, mentre per le Ferrari si prospettava una seconda sosta che avrebbe inevitabilmente portato ad una sconfitta pesante dopo un sabato da sogno. Il drammatico secondo pit stop di Raikkonen, con il meccanico ferito (al quale vanno gli auguri di tutti di pronta guarigione), ha segnato il crocevia del Gran Premio. Non sappiamo se anche Sebastian fosse destinato ad effettuare la seconda sosta in quel frangente, ma gli attimi frenetici ai box hanno costretto il tedesco a restare in pista quei due / tre giri nei quali, probabilmente, si è deciso di tentare l’azzardo con delle gomme soft che alla fine hanno resistito per ben 39 giri. Se Sebastian si fosse fermato, rientrando dietro Lewis, forse sarebbe riuscito con gomme nuove a riprendersi la posizione sull’inglese. Tanto valeva rischiare e bene ha fatto la Ferrari a lasciarlo in pista. Secondo per secondo, giusto tentare di vincerla.

Sebastian ha corso gli ultimi quindici giri da campione. Sappiamo quanto i piloti odierni siano costretti dagli attuali regolamenti a gestire, risparmiare, non spingere al 100% sulle gomme. In questo caso Seb è stato fenomenale nel centellinare il gas sulle coperture, in modo da risparmiarle quanto necessario da resistere all’assalto finale di Bottas. Qui si apre comunque una parentesi: com’è possibile avere sette mescole se poi con una soft si possono compiere 40 giri nel caldissimo Bahrain? Poco importa alla Ferrari, ovviamente, il cui rischio ha pagato alla perfezione con altri 25 punti in cascina.

Certo, il confine tra gloria e disastro è misurabile, oggi, in un paio di giri. La Mercedes sulle gomme medie era veloce e molto, segno che nonostante le due vittorie c’è ancora da lavorare per lottare alla pari sul passo gara. Con un paio di tornate in più forse Bottas sarebbe riuscito a completare la rimonta, e parliamo comunque della Mercedes meno veloce delle due, visto un Hamilton azzoppato dalla penalità e dalla strategia in favore di Bottas nel tentativo di portare a casa la gara con almeno una Freccia d’argento. Il fatto che nelle prime due uscite sia girata bene con un po’ di buona sorte e un azzardo riuscito è un indice di fiducia non da poco per la Rossa. Pensate alle sfortune dell’anno scorso e a come è iniziato il 2018.

Ora comunque c’è poco da festeggiare, perché il Bahrain già da domani sarà alle spalle. Tra sette giorni si corre in Cina, dove l’anno scorso la fortuna della Virtual Safety Car aveva tolto la vittoria a Seb in favore di Hamilton. Non c’è tempo per respirare perché si va di nuovo in battaglia. C’è ancora da migliorare, ma fortuna e azzardi in aiuto sono pur sempre un’arma in più quando vengono premiate.

 

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