Quando capiremo i rischi del DRS?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Aprile 2018 - 20:13
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Non solo antisportivo, ma anche pericoloso. 

L’incidente tra Ricciardo e Verstappen deve far riflettere non solo sulla questione difese / attacchi, ma anche sui rischi provocati dall’uso del DRS. Perché che ne dicano i fan dei 280 sorpassi al giro, l’ala mobile è molto più pericolosa di quanto sembri. Oggi, tra le righe di un incidente assurdo, si è visto chiaramente.

Il ciocco tra i due tori è esempio lampante di tutto questo. A parità di macchina Daniel è arrivato sul diffusore del compagno con una differenza di velocità totalmente senza senso per due vetture che corrono nella stessa categoria e che, a maggior ragione, appartengono allo stesso team. Una differenza di velocità che gioca un ruolo chiave nel momento in cui si approccia una staccata e che, indipendentemente da chi si trova davanti, mette in difficoltà sia chi attacca che chi difende.

Arrivare con 15/20 km all’ora di velocità in più (e nel caso di monoposto di team diversi chissà cha la differenza non sia anche maggiore) impone al pilota in fase di sorpasso di avere riflessi da robot nel caso in cui chi è di fronte tenti la difesa. Con il risultato che, a volte, le cose possono anche non andare bene. Il problema è che si parla di sorpassi ad oltre trecento all’ora, e basta davvero un mezzo decimo in più o in meno a provocare un disastro. Basti pensare, con le dovute differenze, a quanto successo in qualifica tra le Toro Rosso di Hartley e Gasly. 

Nel caso di Ricciardo, una volta arrivato a tuono sull’altra RB14 pensando di poter passare all’esterno, una volta cambiata idea (come da lui dichiarato “per non frenare sullo sporco”) la velocità era ormai troppo alta, tanto che se Verstappen non si fosse mosso probabilmente l’australiano sarebbe andato lungo in curva 1, esattamente come ha fatto Vettel durante la ripartenza dalla Safety Car.

Il DRS, poi, gioca in coppia con il divieto per chi si deve difendere di cambiare traiettoria più di una volta. Nella Formula 1 del 2018, insomma, per regolamento il difendente è costretto a lasciar passare chi arriva da dietro, già favorito dall’ala mobile, andando a pompare una statistica sorpassi che, però, rimane emotivamente sterile.

Continuo a sostenere che l’ala mobile sia un giochino prima di tutto antisportivo, perché crea un handicap per il pilota che subisce il sorpasso. In secondo luogo, come visto oggi, si tratta di un sistema pericoloso perché crea una differenza spropositata di velocità tra le due vetture, che richiede riflessi ancora più pronti di quanto necessario.

Confido che prima o poi ci si liberi da questa piaga e che si torni a vedere sorpassi veri e meno rischiosi. E chi se ne frega se cala la quantità. Quello che importa è la qualità, sempre.

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