Quando Binotto, un anno fa, diceva della Ferrari: “Il nostro obiettivo era tornare competitivi, non vincere il titolo”

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
8 Giugno 2023 - 16:05
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Nel 2022 Binotto parlava di competitività. Nel 2023 l’obiettivo titolo è già svanito dopo sette gare

Giusto un anno fa Mattia Binotto, al tempo Team Principal della Ferrari, rilasciava un’intervista alla BBC nella quale chiariva alcuni dettagli riguardo agli obiettivi che la Rossa si era imposta per la stagione 2022.

Obiettivi di cui Binotto aveva parlato già ad inizio stagione, poco prima di quel Bahrain che avrebbe visto una incredibile doppietta Ferrari, con Charles Leclerc davanti a Carlos Sainz e le Red Bull entrambe ritirate. Ecco un estratto delle sue parole.

“Abbiamo fissato come obiettivo il tornare ad essere competitivi nel 2022”, aveva detto Binotto all’emittente britannica, aggiungendo “quindi il target non è vincere il titolo e sarebbe completamente sbagliato cambiarlo in ‘proviamo a vincere il mondiale perché siamo competitivi'”.

Ancora: “Essere competitivi è una cosa, diventare campioni del mondo è un’altra, ricordarlo serve per togliere un po’ di pressione alla squadra, ma credo che sarebbe sbagliato come management cambiare l’obiettivo da quello che era stato detto. A preoccuparmi non è tanto la macchina in sé quanto la capacità nostra, rapportata a quella degli altri, di sviluppo“.

“Credo ci vorrà tempo per il titolo. Il nostro mindset interno è che abbiamo ancora bisogno di migliorare come team per essere capaci di vincere un campionato. Non significa che non ce la faremo, ma che lo faremo appena ce ne sarà la possibilità, consci che è molto impegnativo che essere semplicemente competitivi”.

Un anno dopo queste parole sono cambiate tantissime cose. Le due principali sono che Mattia Binotto non è più Team Principal della Ferrari e che la Ferrari, dopo sette gare oggi come l’anno scorso, si ritrova esattamente con la metà dei punti del 2022 in classifica costruttori, 100 contro 199. La SF-23 è al quarto posto della classifica costruttori, la F1-75 era saldamente al secondo nonostante alcuni ritiri già registrati tra Leclerc e Sainz

Un’altra differenza è nelle dichiarazioni di inizio anno: “Il nostro desiderio è quello di poter lottare ad ogni gara per il risultato migliore” diceva Binotto durante la presentazione della F1-75. “Una monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità”, così l’AD Vigna aveva battezzato la SF-23. “L’obiettivo non può che essere il titolo” aveva invece detto Frédéric Vasseur, appena insediato come nuovo Team Principal al posto di Binotto, “lasciato andare”, diciamo così, al termine del 2022.

Indipendentemente da come sono andate le cose è difficile non notare come gli obiettivi di inizio stagione settati dalla Rossa (o da Binotto?) siano stati tecnicamente rispettati, con la Ferrari 2022 che ha chiuso al secondo posto costruttori tornando a vincere delle gare, cosa che non succedeva dal 2019. Risulta evidente che l’esaltazione per l’inizio di stagione 2022 abbia portato a chiedere (o pretendere?) qualcosa di più di un semplice ritorno alla competitività, e potrebbe essere stato proprio questo uno degli errori fatali, ovvero spingere il focus più in là rispetto a quanto stabilito.

Come si sarebbe sviluppata lo stagione, poi, lo sappiamo. Il timore di Binotto sulla capacità di sviluppo si sarebbe tramutato in una cruda realtà. Ed è anche difficile imputare alla Direttiva Tecnica TD039 una parte della “colpa” nella perdita di prestazioni della F1-75 da un certo punto del campionato in poi.

Sta di fatto che, se ci limitassimo a considerare obiettivi di inizio stagione e risultato finale per il 2022, c’è una correlazione tra i due momenti. Mentre, se consideriamo i lanci di questo inizio 2023 con il risultato attuale, la differenza è negativa e in modo corposo. La Ferrari, invece di progredire, sembra tornata al livello del 2021, quando la Ferrari dopo sette gare (ma senza una sprint) aveva 94 punti in classifica, sei in meno rispetto ad ora.

Si potrebbe obiettare che un cambio al vertice necessita di tempo per portare i suoi benefici, ma questo era un effetto noto (o almeno, doveva esserlo) al momento di cambiare Team Principal (e tutto quello che ne deriva) dopo una sola stagione di un nuovo ciclo tecnico.

Nessuno ha la sfera di cristallo e nessuno può dire come sarebbe, oggi, la Ferrari con Binotto ancora al comando. Se parliamo sinteticamente di obiettivi, però, la sostanza è una: quelli del 2022, almeno settati dal Team Principal, sono stati rispettati. Mentre la Ferrari del 2023, quella che non doveva avere precedenti in termini di velocità, oltre a mancare incredibilmente l’obiettivo ha riportato le lancette indietro non di un anno ma di due, quando la sensazione di non poter vincere nemmeno una gara era più che netta sin dall’inizio. La stessa che si ha oggi, dopo sole sette gare.

Immagine: Media Ferrari

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