Può l’estetica salvare la F1 dall’oblio?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
13 Ottobre 2016 - 15:30
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Noto, da un paio di mesetti a questa parte, una punta d’entusiasmo per le immagini provenienti dai test delle nuove larghissime gomme Pirelli 2017. Le quali, ricordo, saranno maggiorate di 6 cm sull’anteriore e di ben 8 sul posteriore.

L’effetto ottico è notevole tanto che io stesso, osservandole sulla Ferrari SF15-T di Vettel nella primissima giornata di test a Fiorano ad inizio agosto, sono rimasto sorpreso dalla differenza. Occhio, però: l’effetto è amplificato anche dall’aumento di 20 cm della carreggiata, che nel 2017 tornerà ad essere di due metri invece che di 1.80. È dal 1997 che non si vedono più monoposto così larghe, quando si decise per il 1998 di ridurre di 20 cm la larghezza complessiva e di introdurre le gomme scanalate al posto delle slick. Tre scanalature all’anteriore e quattro al posteriore nel ’98 appunto, per poi averne quattro su entrambi gli assi a partire dal 1999 e fino al 2008.

Le monoposto che stanno effettuando questi test sono decisamente ibride: tra Ferrari, Mercedes e Red Bull, solo la prima ha provato un’ala posteriore della larghezza 2017, anche se non alta da terra come da prossimo regolamento (ovvero 15 cm più bassa). Insomma, un mix altezza 2016 / larghezza 2017.

Per il resto, manca l’adattamento dell’ala anteriore, che sarà più larga, così come le pance più larghe di 10 cm per lato, a far aumentare la larghezza della vettura da un metro e 40 cm a uno e 60.

Ora: nel leggere i commenti sui social e ascoltare qualche addetto ai lavori, piace questa idea di avere monoposto un po’ più cazzute, più larghe, più basse, più filanti se così possiamo dire. Per dire, è quasi più entusiasmante per chi osserva questo tipo di cambiamento che non quello che ha portato all’ibrido nel 2014.

Gli stessi piloti sembrano soddisfatti della novità, tanto che loro stessi ogni tanto postano immagini a riguardo: l’ultima è di Nico Rosberg, che ha avuto l’opportunità di testare ieri i nuovi gommoni.

Quello che mi chiedo è se, però, basta questo a risollevare un po’ le sorti della baracca. Basta l’idea (che poi sarà realtà) di tornare a monoposto vagamente somiglianti a quelle di vent’anni fa a riaccendere un minimo di interesse per la F1? Io propendo per il no, ma a vedere un po’ in giro sembra che questa novità sia molto più apprezzata di tante altre.

Può, quindi, l’estetica prevalere su quelle che sono le corse in sé? Può, l’immagine di una monoposto più old style risvegliare ricordi lontani e convincere a riprovare a guardare una categoria per la quale si è perso interesse? Si ricordano spesso le monoposto anche di 30 anni fa: di gare noiose ce n’erano anche allora, “però che belle erano quelle macchine”. Ecco, non mi stupirei se all’inizio del 2017 ci fosse un discreto interesse in più nel vedere le prime gare.

Anche se, poi, la novità estetica dovrà essere confrontata con quella pratica, ovvero: cosa cambierà in pista? Si avranno drastici cali sui tempi sul giro e ok, ma i sorpassi? Se dovesse essere ancora più difficile guadagnare una posizione? Ci si affiderà solo al DRS (ribrezzo…)?

Per carità, ben venga un minimo di entusiasmo perché ad ascolti, ragazzi, siamo messi male, ma se poi vetture tanto più belle dovessero portare a gare ancora più bloccate allora auguri davvero.

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2 Commenti su “Può l’estetica salvare la F1 dall’oblio?”
Lucifero Regazzoni dice:

L’estetica come stratagemma disperato per salvare la formula uno? Ho letto bene? Ma davvero? A volte pare che l’atto del criticare evidenzi una certa affinità con la masturbazione. Belle o brutte, le monoposto dell’anno prossimo, dovrebbero essere decisamente più veloci. Questo é l’importante. E, comunque, il canone estetico è opinabile e soggettivo. Almeno a quanto dicono, il guadagno sarà dell’ordine dei secondi, il che significa frantumare tutti i record delle piste. Poi magari hai ragione tu, e i tempi sul giro collasseranno, ma, francamente, pare ironico che, da più parti, certi nostalgici della formula uno che fu, storcano il naso di fronte a un cambiamento che, in qualche modo, è anche un po’ retrò. Certo l’avere auto più larghe, è ovvio, può rendere più difficile il sorpasso. E bisogna anche capire se, con le ali nel nuovo assetto, le gomme e il telaio maggiorati, si favorisca il grip meccanico a scapito dell’aerodinamica. Magari sarà più facile rimanere incollati agli scarichi degli avversari, senza subire troppi problemi relativi ai flussi d’aria. Magari sarà più facile scaldare le gomme, evitando difetti cronici che certe scuderie si portano dietro da anni. Magari sarà tutto un fallimento clamoroso. Però, visto quello che è successo in anni recenti (DRS, nuovi motori e calo di prestazioni, limitazione carburante, nuove qualifiche poi abortite, virtuali safety car, ecc), una rivoluzione che porta a un miglioramento di tre secondi al giro e un probabile aumento di cavalli tale a raggiungere i 1000, insomma, mi pare una svolta tutt’altro che negativa…

Andrea Pomella dice:

Fa la sua parte…. a parte che si dice “il bello è oggettivo” ….la maggioranza della gente guarda solo le cose belle…. Le potenze ci sono…. il sound dei motori… va beh.. lasciamo stare…. ciò che manca sono regolamenti che diano credibilità e non sempre una battuta di “caccia alle streghe” ….e una sana libertà a progettisti e motoristi…. che sono sempre stati l’essenza della F1… In ultima, rifacendosi ai regolamenti, evitare cose del genere “stessa livrea del casco tutto l’anno” ….io sono sempre stato un sostenitore della livrea personalizzata con modifiche leggere a ingraziarlo durante la carriera, ma siccome non tutti gli esseri umani sono uguali, evitiamo questa e tante altre regole assurde e concentriamoci su ciò che vuole il tifoso…. che non è poi così difficile…. basta ammettere di avere sbagliato tutto o quasi dal post-Senna e fare un po’ di passi indietro, ma questo la FIA non lo farà mai…. sarebbe come ammettere di essere degli idioti (passatemi il termine)…. ah….ultimissima…. due pesi e due misure dovrebbero sparire…. con tutto…. team e piloti…. Non ci resta che sperare dicevano….

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