Porcherie professionali e non solo da social

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
2 Settembre 2017 - 00:15
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Il delirio che in questi ultimi anni sta invadendo i social e i forum ha raggiunto un livello di esasperazione totale. Il “caso” del tweet del vicedirettore della Gazzetta dello Sport Umberto Zapelloni contro Marc Marquez, quasi ad “insinuare” una presa in giro da parte dello spagnolo contro Valentino Rossi dopo l’infortunio del pilota italiano, è emblematico della situazione attuale.

Giornalisti professionisti o semplici tifosi fanno ormai parte di un sistema marcio e assolutamente poco tollerabile da parte di chi vorrebbe parlare di motorsport in maniera assolutamente sportiva ed ironica. Capita anche di vedere autentiche guerre tra clan di tifosi di Rossi contro il resto del mondo a suon di insulti e offese, con la poca intelligenza (da parte di entrambe le fazioni) di non capire dove sta il limite della decenza.

Parole alimentate spesso da chi dovrebbe, alla luce della professionalità e cultura che ha, essere equilibrato nei giudizi o almeno intelligente nel capire cosa mettere in Rete oppure no. Invece succede l’esatto opposto, arrivando solamente a situazioni sgradevoli e poco chiare. Un clima di sospetto e quasi di “odio” che ormai sta invadendo Internet e non solo, quando invece basterebbe solo fermarsi un attimo a pensare.

Succede allora che i vari Rossi e Marquez debbano essere oggetto di insulti, tifosi compresi. Succede che a Monza il popolo ferrarista, ammassato in un giovedì qualunque, non trovi di meglio che fischiare Hamilton e compagnia. Succede che non si ha più la “libertà” di poter dire, sempre in maniera educata e mai sgradevole, il proprio pensiero esponendosi anche un po’.

Abbiamo tutti il dovere di fare non uno ma due passi indietro, per cercare di limitare questa escalation di disagio. Noi appassionati e tifosi, nati con la fortuna di amare il motorsport, dobbiamo tornare a divertirci e anche a prenderci in giro con il sorriso seguendo lo sport che più amiamo, senza cadere nella provocazione oppure nell’offesa.

Certi giornalisti dovrebbero capire che il mondo è cambiato, che l’intelligenza e la verità assoluta non sono una loro esclusiva di cui vantarsi con quelli che non hanno la possibilità di fare il loro mestiere. Serve un cambio di registro da parte di tutti noi e tutti loro. I problemi reali sono altri, continuare a complicarci un possibile divertimento con cose di questo tipo è da irresponsabili.

Immagine copertina: twitter.com/marcmarquez93

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