Philippe Bianchi ha dichiarato che suo figlio Jules non si arrenderà. Intanto, il 25enne rimane in condizioni critiche nell’ospedale di Yokkaichi in Giappone, con un danno assonale diffuso.
“La situazione è disperata” ha dichiarato Philippe Bianchi “Ogni volta che il telefono squilla, sappiamo che potrebbe essere l’ospedale, che ci dice che Jules è morto. Ma lui non mollerà, ne sono certo. Lo vedo e lo credo”. “Gli parlo e so che mi ascolta” ha aggiunto “I dottori ci hanno detto che è già stato un miracolo che sia sopravvissuto. Nessuno è sopravvissuto a incidenti così seri, ma Jules non mollerà. Il suo allenatore e preparatore, Andrea, ha detto che se c’è una persona in grado di far succedere tutto questo è proprio Jules”.
La famiglia è rimasta molto toccata dalla solidarietà dei piloti, che nel Gran Premio di Russia, hanno formato un “cerchio di solidarietà”, poco prima della gara, osservando un minuto di silenzio.
“Non ho mai visto niente di simile” ha continuato il padre di Jules “siamo rimasti molto toccati. Vogliamo ringraziare ciascuno di loro. Tanti di loro mi hanno scritto, Alonso, Vergne, Massa… Hamilton mi ha scritto un’email bellissima, dove mi ha detto che se c’è qualsiasi cosa che può fare, lui c’è. Hanno fatto lo stesso anche Rossi e Marquez della MotoGP”.
La famiglia Bianchi tiene come punto di riferimento l’incidente occorso a Michael Schumacher: “Ero molto triste, quando ho saputo del suo incidente. Continuavo a chiedermi perché non ci dicessero di più circa le sue condizioni. Ma ora che sono nella stessa posizione, capisco perfettamente. Tutti mi chiedono come sta Jules, ma non posso e non riesco a rispondere, perché non c’è risposta. È in condizioni molto serie, ma è stabile”.
“Un giorno sembra andare meglio, altre volte peggio – i dottori non si sbilanciano, perché non sappiamo come evolveranno i suoi danni” ha continuato Philippe. “Anche Schumacher ci ha messo mesi per uscire dal coma, Jean Todt ha detto che Michael sarà in grado di avere una vita relativamente normale, spero di poter dire lo stesso di Jules, un giorno”.
“È così difficile. In una settimana, la vita di una famiglia è stata distrutta, che cosa facciamo qui? Viviamo un incubo lontano da casa. Magari quando Jules migliorerà un pochino, possiamo trasferirlo, magari a Tokyo, per facilitare le cose. Ma chi lo sa quando tutto questo succederà – se succederà. Non abbiamo certezze, dobbiamo solo aspettare” ha concluso.
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