Pérez e lo spettro di Helmut Marko

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Agosto 2023 - 11:00
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La situazione di Sergio Pérez in Red Bull è sempre più complicata. E sembra difficile trovare la luce in fondo al tunnel

Vi piacerebbe correre in Red Bull? Immagino rispondereste tutti di sì. E al posto di Sergio Pérez? Ecco, forse qualcuno ci penserebbe due volte. Il secondo sedile del team di Milton Keynes, da quando Max Verstappen è diventato prima guida di fatto nel 2019, scotta anche quando le cose vanno bene. Lo spettro di Helmut Marko aleggia attorno alla monoposto con un telecomandino virtuale che scalda il sedile di chi ci si siede sopra.

Pierre Gasly, Alex Albon, ora Sergio Pérez. I primi due sono impazziti al fianco dell’olandese per poi essere mandati via senza troppi problemi. Sono gli stessi che hanno chiuso in top ten domenica, con Gasly addirittura a podio e Albon ottavo con una Williams. Sergio Pérez è alla terza stagione con il team di Milton Keynes ma, forse, solo nella prima ha goduto della fiducia totale da parte della squadra; anche per gli aiuti al compagno in alcuni momenti chiave di un campionato vinto all’ultimo giro.

Aver perso il secondo posto nel mondiale 2022, con la stessa Red Bull con cui Verstappen ha dominato soprattutto la seconda parte di stagione, non è stato un buon biglietto da visita per il 2023 e sicuramente il messicano non è aiutato. Le voci di una posizione difficile di Checo in ottica futura girano ormai da mesi se non dalla scorsa stagione, con l’arrivo (anzi, il ritorno) di Daniel Ricciardo nel ruolo di pilota di riserva visto come una specie di monito della serie “in qualsiasi caso il rimpiazzo ce l’abbiamo”.

C’è da dire che, nel momento in cui le cose iniziano a prendere una piega diversa, la sensazione è quella di lasciare i piloti un po’ al loro destino. È successo appunto con Gasly, con Albon e quest’anno abbiamo l’esempio di De Vries in AlphaTauri.

Pérez ha vinto due delle prime quattro gare ma va ricordato che i successi sono arrivati anche approfittando di un paio di guai del compagno. A livello prestazionale non c’è mai stata storia, ma sono anche gli errori a pesare con diversi problemi in qualifica e rimonte che non avrebbero dovuto esserci. Il rientro di Ricciardo al posto di De Vries, oltre a sollevare l’olandese da una situazione considerata irrecuperabile, ha alimentato altre voci sul secondo sedile Red Bull per il 2024 fino all’infortunio dell’australiano di questo weekend.

Marko, che della delicatezza non conosce significato, dopo la leggerezza con cui ha silurato De Vries non ha nascosto il fatto che la posizione di Pérez, nonostante il contratto in essere, sia legata alle prestazioni che otterrà da qui in avanti. E, se guardiamo al distacco in classifica (138 punti) non è distante da quello rimediato a fine anno nel 2022, 149, ma con ancora nove gare da disputare. Segno che il divario è aumentato sensibilmente: brutto segno per il messicano.

Le esperienze di Gasly e Albon, piloti comunque dotati e capaci di ricostruirsi una carriera al di fuori di Red Bull, potrebbe suggerire che forse il puntare completamente (e giustamente) su Verstappen lasci pensare o pretendere che i compagni debbano essergli più vicini di quanto effettivamente siano in grado di fare.

Mi spiego meglio. L’olandese è di un’altra categoria e solo adesso gli sta venendo riconosciuto questo status, nonostante le stagioni 2019 e 2020 avessero già inquadrato la situazione. Con una Red Bull plasmata su di lui e con il totale appoggio del Team, è normale che il divario ci sia. Il fatto che sia sistematicamente così ampio con ogni compagno, al punto da alimentare voci complottistiche sull’uguaglianza del materiale tecnico a disposizione tra i due, dovrebbe far capire che se da un lato è giusto fare all-in su Max dall’altro non si può pretendere il mondo da chi gli sta a fianco.

Se poi Marko, invece di restare neutrale (almeno davanti alle telecamere) fa capire che il sedile può sempre saltare, la situazione psicologica del pilota in questione di certo non migliora, soprattutto in un momento difficile. A volte – e lo dico per esagerare – viene da pensare che Red Bull farebbe meglio a correre con un pilota solo invece di far girare la ruota attorno al secondo sedile.

L’unica soluzione per risolvere questo inghippo e avere sempre degli 1-2 sarebbe affiancare a Verstappen un top driver, ma dubito che Red Bull sia d’accordo. E allora, appurato di avere un fenomeno in casa, forse converrebbe cercare di mettere più a suo agio chi gli sta a fianco, anche se sbaglia. Altrimenti, ogni volta, ci si trova con un pilota pronto sulla rampa di lancio.

Immagine: Media Red Bull

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