Perché la questione Massa è più profonda e simbolica di quanto si pensi. Dallo striscione rimosso a Monza agli incroci col passato

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
6 Settembre 2023 - 18:00
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La battaglia intrapresa da Felipe Massa contro il suo vecchio mondo è caratterizzata da dettagli importanti che toccano le fondamenta dello sport

Il caso Massa contro la F1 si tinge di nuovi colori dopo il weekend di Monza, assumendo contorni e ripercorrendo incroci che rendono la vicenda ben più importante di quanto si potesse pensare inizialmente.

Dopo l’avvio ufficiale delle pratiche legali è emerso che Felipe è stato invitato a non presentarsi a Monza nel ruolo di ambasciatore F1 che ancora, teoricamente, ricoprirebbe. Circostanza che potrebbe anche essere comprensibile alla luce del “Mi stai facendo causa, cosa vieni qui a fare?!”.

Tobi Grüner, Twitter

La storia dello striscione del Ferrari Club di Caprino Bergamasco fatto rimuovere a Monza, recante la scritta “Felipe Massa Campione del Mondo 2008”, induce a pensare che in effetti un qualche fastidio questa storia lo stia recando. Anche perché, del suddetto striscione, nessuno si sarebbe accorto in televisione essendo posto rasoterra e nella parte bassa della tribuna principale. E non risulta che la stessa F1, da un anno e mezzo a questa parte, abbia chiesto la rimozione di tutti i messaggi inneggianti a quella che viene chiamata “farsa di Abu Dhabi” e ad un Lewis Hamilton 8 volte campione del mondo.

La particolarità di questa vicenda sta nel fatto che i personaggi interessati dalla stessa, nel tempo, hanno cambiato completamente ruolo all’interno della Formula 1 e i ruoli attuali contribuiscono a creare ancora più confusione. Non si tratta solamente di una questione sportiva, di un “Massa ha ragione o no?” come avevo scritto qualche giorno fa. Ma di qualcosa di più profondo e, se vogliamo, simbolico.

Flavio Briatore, al tempo del Crashgate Team Principal Renault, è stato giudicato artefice insieme a Pat Symonds del botto di Piquet a Singapore e, per questo, bannato a via per poi essere graziato. Attualmente è un superconsulente della F1. Stefano Domenicali, che il giorno di Singapore era Team Principal della Ferrari e quindi “capo” di Felipe Massa, della stessa F1 ne è ora Presidente.

Questo significa che oggi, Felipe Massa, si trova ad essere contro il suo ex Team Principal mentre, la persona che ha orchestrato il disastro di Singapore, è consulente dello stesso ex TP, colui che era al muretto Ferrari quel giorno a vedere il bocchettone rimasto incastrato alla F2008.

Se ci pensate è praticamente una situazione da film, nella quale l’accusante vede chi gli ha arrecato il danno fare da consulente a colui che avrebbe potuto difenderlo e, invece, si trova a guidare proprio il mondo contro cui si sta scagliando.

In un eventuale processo sportivo sarebbe interessante ascoltare i pareri dei vari personaggi coinvolti alla luce degli eventi del passato e del ruolo ricoperto oggi. La risposta “no” alla domanda “Lei crede che il mio assistito meritasse il titolo 2008”, da parte di chi quel giorno era al muretto, sarebbe effettivamente qualcosa di incredibile.

Per questo la vicenda Massa vs F1 è qualcosa di più di una semplice questione sportiva. Indipendentemente da come finirà scava nel profondo, in rapporti passati che non ci sono più e in una fredda convenienza da ruoli milionari molto lontana dal concetto di Sport. Un concetto che, già di suo, da tempo viene a mancare.

Immagine: ANSA

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