Il patrimonio Alonso e lo spreco Honda

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di Andrea Ettori @AndreaEttori
9 Marzo 2017 - 11:26
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Il tempo di scendere dalla sua MCL32 numero 14 dopo l’ennesima giornata difficile e di arrivare in una saletta con un tavolino, una sedia e un microfono. Fernando Alonso come un fiume in piena, ma con estrema tranquillità, inizia a parlare nella maniera che sa fare meglio, cioè senza peli sulla lingua.

“Ci mancano 30-40km/h di velocità di punta, nessun problema fare la curva 3 in pieno, per noi ogni curva è in pieno”. BOOM! I social impazzano con l’hashtag #Alonso perchè il campione di Oviedo sta parlando e lo sta facendo sul serio, roba che a confronto il “Gp2 Engine” diventa una confessione pre-comunione fatta in chiesa.

“Il serbatoio dell’olio che ha dato problemi il primo giorno è stato un problema da dilettanti, cerchiamo potenza e affidabilità ma appena percorriamo più giri emergono altri problemi. In Australia saremo pronti a competere a buon livello, ma non so a che livello di potenza”. 

Mentre escono le dichiarazioni di Fernando io non posso che dargli ragione, consapevole di una situazione che ha toccato i toni del ridicolo.

“Mi sento bene, voglio competere e sono ai massimi livelli. Andiamo in Australia senza aver fatto il lavoro che ci aspettavamo, il team ha tutto per vincere, Honda no”. 

Parole dure di un professionista, ma soprattutto del migliore pilota attualmente nel circus, incapace di poter lottare per la vittoria a causa della situazione paradossale di Honda. Io da profano ho sempre pensato che questa situazione fosse peggiore di quella del 2015, ma lo stesso Alonso ha dichiarato che 3 anni fa le cose erano ben peggiori. E questo fa capire in che maniera totalmente impreparata si è presentata Honda nel suo ritorno come motorista in F1.

Il colosso giapponese vince in quasi tutte le competizioni motoristiche a cui partecipa ed è incredibile come non riesca, soprattutto dopo 2 anni di “esperienza”, nonostante tante difficoltà, a uscire da questo tunnel tecnico in cui è entrato. Probabilmente la filosofia patriottica di avere solo giapponesi in squadra ha fallito totalmente. Honda deve assumersi le proprie responsabilità ma soprattutto ammettere di avere sbagliato, cercando anche personale europeo che possa permettergli di trovare una soluzione positiva.

Il fatto che Alonso sia stipendiato da loro non ha nessuna rilevanza. I soldi ok sono tanti, ma Fernando non è un bancario, fa il pilota e se messo nelle condizioni di farlo ci riesce pure bene. Honda ha il dovere di trovare qualsiasi tipo di soluzione perché tutti gli aggettivi che potevano essere usati in questi anni sono finiti e onestamente cadono le braccia, per non dire altro.

Come nella vita anche nello sport i “matrimoni” funzionano oppure no, ma ora per evitare che il divorzio sia brusco e doloroso le parti devono guardarsi negli occhi e capire quale sia la soluzione migliore per il futuro. Mclaren e Honda non possono andare avanti agli occhi del mondo con questo progetto, e Alonso stesso è un patrimonio da salvaguardare per lo spettacolo in Formula 1.

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