Pagelle del GP degli Stati Uniti 2012

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 19 Novembre 2012 - 19:55
Tempo di lettura: 5 minuti
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Pagelle del GP degli Stati Uniti 2012
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Una gara dal termine, 13 punti di differenza tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso. Tutti gli occhi sono per loro, ma tra i due litiganti è Lewis Hamilton a spuntarla con una gara magistrale, in cui rovina la festa al tedesco e contribuisce a rimandare il verdetto ad Interlagos.

Lewis Hamilton: 10
Faccio un’eccezione. Questa volta se lo merita in pieno. Arriva a un decimo da Sebastian in qualifica, e gli soffia sul collo fino a prenderlo per la disperazione, sfruttando l’unica occasione utile per passarlo. Una furia, sembra l’Hamilton del 2007.

Sebastian Vettel: 8
Domina in lungo e in largo dal venerdì fino ai 3/4 di gara della domenica. Paga la scelta di assetto della Red Bull, più lenta e di tanto della Mclaren sul dritto. Invece di accontentarsi non demorde, rincorre Lewis fino alla fine ma non riesce ad avvicinarsi abbastanza per tentare il sorpasso.

Fernando Alonso: 7.5
Soffre per tutto il weekend e oggettivamente canna la qualifica. Il suo spunto da Alonso lo compie nel primo giro, dove guadagna le posizioni che gli consentono di rimanere in lotta per il Mondiale, poi Webber gli regala anche il terzo posto. Fa quel che può e lo fa bene, ma sembra leggermente stanco.

Felipe Massa: 8
Manda giù il rospo della sostituzione del cambio dopo una qualifica migliore di quella del caposquadra. Invece di perdersi, si sbatte e lotta alla grande con chi si trova davanti. Quarto posto davvero ottimo, così come lo è il sorpasso su Raikkonen.

Jenson Button: 7
Parte dalla dodicesima posizione con le gomme dure, le tiene fin quando può e la strategia pare dargli ragione. Proprio quando arriva il momento delle morbide si perde un po’ e vanifica una prima parte di gara perfetta.

Kimi Raikkonen: 7.5
Non tanto per il risultato finale, peggiore rispetto alla partenza in griglia, quanto per la grinta, la determinazione, i sorpassi che ha piazzato durante la gara. Sprazzi di un Kimi che avevo visto solo in Mclaren. Peccato che la Lotus non lo assecondi a dovere.

Romain Grosjean: 6.5
Si complica la vita con un testacoda nelle fasi iniziali, poi gli tocca recuperare e torna (e bene) in zona punti. Senza quel testacoda avrebbe potuto ottenere forse due posizioni in più. Meglio girarsi da solo che fare danni in partenza, comunque.

Nico Hulkenberg: 7.5
Nelle prime fasi di gara è nelle primissime posizioni, ma alla lunga gli altri vengono fuori e deve cedere leggermente il passo. Massimo risultato possibile per lui e per la Force India, comunque. Bravo.

Pastor Maldonado: 6.5
Lotta fuori dalla zona punti per gran parte di gara, poi insieme al compagno Bruno riguadagna qualche posizione fino al sorpasso proprio sul compagno, verso fine gara, che gli regala due punti.

Bruno Senna: 6
Mezzo punto in meno rispetto a Maldonado perchè aveva l’occasione di puntare Hulkenberg e non è riuscito a sfruttarla. Anche se, poi, è spuntato un problema al Kers che su certe piste è manna dal cielo. Un punticino che fa comunque comodo.

Sergio Perez: 5.5
Maghetto, solitamente, delle gare in cui bisogna saper gestire le gomme. Qui, però, non si vede quasi mai, lotta sempre a centro gruppo ed è incredibile pensare come sia passato dall’arrivare seconda a Monza a prendersi 80 secondi di gap dopo poche gare.

Daniel Ricciardo: 6
Nella prima parte di gara si ritrova addirittura tra i primi con strategia diversa, poi piano piano sprofonda e torna più o meno nella zona di competenza. Recupera qualche posizione ma niente di eclatante, rispetto alla Toro Rosso dell’anno scorso le cose vanno molto peggio.

Nico Rosberg: 5.5
Partendo 17°, e avendo una Mercedes, ci si aspettava per lo meno che potesse arrivare in zona punti. Invece non la vede nemmeno con il binocolo, e non fa molto per cambiare la situazione. Ultimo dei non doppiati. E pensare che in Cina aveva vinto.

Kamui Kobayashi: 5.5
Lui, in Giappone, era arrivato terzo. Qui, addirittura, si prende un giro di distacco. Il voto è negativo ma quando queste gomme non vanno in temperatura non c’è niente da fare.

Paul di Resta: 5
Un abisso rispetto al compagno Hulkenberg. Mai in lotta, sempre nelle retrovie, non riesce a cavare un ragno dal buco dalla sua Force India. Peggior prestazione dell’anno, probabilmente. Perde anche due posizioni rispetto alla griglia di partenza.

Michael Schumacher: 5
Fa il miracolo in qualifica, ottenendo il sesto tempo e partendo quinto per la retrocessione di Grosjean. In gara è costretto a cambiare gomme due volte perchè la Mercedes non ce la fa, e si vede già dalle prime curve. Assolutamente incomprensibile.

Vitaly Petrov: 6.5
Nelle libere si gira e si volta, si mette in mezzo a chi è più veloce, insomma ne combina un po’. A fine gara però risulta il più veloce delle tre cenerentole, e questo gli vale un mezzo voto in più.

Heikki Kovalainen: 6
Mezzo punto in meno, ma pur sempre un 6 di stima. Questa volta un po’ più opaco di Petrov, che vista la nomea dovrebbe essere dietro sempre e comunque.

Timo Glock: 6.5
In qualifica si mette incredibilmente dietro il compagno Pic ma soprattutto le due Catheram. In gara, però, deve cedere il passo alle due verdone, ma per lo meno resta in scia.

Charles Pic: 5
Un giro di distacco dal compagno di squadra la dice lunga sulla prestazione del francesino.

Pedro De la Rosa, Narain Karthykeyan: 6
Di stima e affetto. Per essere sempre gli ultimi, prendersi giri di distacco e doversi preoccupare più degli specchietti che di quello che c’è davanti.

Mark Webber: 6
Viaggia tranquillamente in terza posizione quando l’alternatore della Red Bull lo lascia a piedi per l’ennesima volta. Di contro, comunque, non che stesse facendo una gran gara, lontano da Hamilton ma soprattutto da Vettel.

Jean Eric Vergne: sv
Rompe due sospensioni in due giorni. Inqualificabile la sua prestazione, così come la iella (o il problema tecnico) avuto per due volte di fila. Ricorda Massa in India nel 2011.

Prossimo appuntamento tra una settimana, per le ultime pagelle dell’anno, post Interlagos.

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