Non è stravolta come si voleva ma ora piace. È la F1 della Ferrari che vince

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
10 Aprile 2022 - 12:22
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L’aspetto soggettivo conta sempre, in qualsiasi ambito. A volte anche la convenienza ha la sua importanza. Ed è così che i pareri cambiano quando non dovrebbero, che ciò che non piace poi inizia ad essere gradito e via dicendo.

È il caso della F1 2022. Stravolta, ribaltata nei concetti ma, ad oggi, non così diversa da quella che avevamo visto fino all’anno scorso se pensiamo ai distacchi, ai sorpassi, alle dinamiche di gara. Una o due soste, come prima. La necessità del DRS per passare, come prima. Tanto che a Melbourne si era arrivati a quattro zone per agevolare i sorpassi, per poi accorgersi che forse si era fatto il passo più lungo della gamba.

Alla fine, qual è la vera differenza rispetto all’anno scorso? Eccola lì: la Ferrari che vince, oltretutto convincendo. E basta questo, alla fine. Da terza a prima forza, con Red Bull che lotta (e magari vince) solo se arriva al traguardo. Mercedes al posto della Ferrari nella scala dei valori e, sempre se la RB18 giunge al termine, la lotta è comunque tra due macchine. Non esattamente quello che la F1 auspicava con queste nuove norme, il cui obiettivo era quello di avere un mix di auto capaci di vincere a rotazione. Un po’ quello che sta succedendo in MotoGP, con la fortuna che questa dinamica è rimasta nelle due ruote.

Qui entra in gioco la convenienza. Se la squadra per cui tifi vince tutto il resto non conta. Può vincere dominando, all’ultimo giro, con un colpo di fortuna, ma ogni altro discorso passa in secondo piano. Si chiama tifo per questo. E in Italia, oggi, tutte le discussioni sulle nuove monoposto perdono valore di fronte al fatto che la Rossa è tornata a guardare tutti dall’alto.

Poi c’è l’aspetto oggettivo. La Formula 1 ha scommesso tutto con queste nuove vetture, con l’effetto suolo, con una filosofia completamente diversa rispetto al passato. Ma, a conti fatti, la griglia sembra divisa più o meno come prima. Due team che comandano, uno/due che lottano per terza e quarta posizione (oggi si è aggiunta McLaren) e poi il resto del gruppo; nonostante si sia partiti da un foglio bianco, nonostante il budget cap, nonostante le attese, se dipingessimo le macchine di nero penseremmo ad una continuazione del 2021. E il DRS contribuisce ancora in modo fondamentale (purtroppo) a risolvere la questione sorpassi.

Bene quindi l’entusiasmo, l’orgoglio, la soddisfazione, ma è giusto anche capire il perché. E non si tratta certo delle nuove vetture, ma del colore che (finalmente per molti) oggi spicca sul gradino più alto del podio.

Immagine: ANSA

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