Il dubbio viene ed è anche concreto. All’atto della presentazione della SF-23 l’AD Vigna disse che la nuova monoposto di Maranello non avrebbe avuto precedenti in termini di velocità. Ora, non so se per scherzo qualcuno gli ha messo davanti una foto della F2004 (sempre sia lodata), ma non ci siamo proprio.
Il più grande contrasto è pensare alla SF-23 in rapporto alla F1-75 di un anno fa, proprio a Miami. Certo, anche allora aveva vinto Verstappen, ma Leclerc era arrivato secondo e in pressione sull’olandese. Insomma, la vettura c’era, molto più di quella attuale.
I proclami servono sempre a poco, non c’è niente da fare. Non servono sensazioni, simulazioni, convinzioni. Alla fine è sempre il cronometro che dice la verità e, a volte, anche lui fa le bizze. Fatto sta che lo stato di forma della Ferrari 2023 è davvero poca cosa rispetto a chi sta dominando il mondiale e, a tratti, anche nei confronti dei diretti rivali che rispondono attualmente ai nomi di Aston Martin e Mercedes. Con la prima che attualmente, anche grazie ad un super Alonso, si trova un gradino sopra e la seconda che, probabilmente, si giocherà il terzo posto nel mondiale con Maranello.
Grigi e Rossi, che cinque anni fa si giocavano il mondiale, ora sono allineati alla rincorsa del terzo gradino del podio in classifica costruttori. Entrambe sono malate di mali diversi. A Brackley hanno continuato a picchiare la testa su un progetto che non funzionava, con evidenti stimoli masochisti. A Maranello è avvenuto l’ennesimo ribaltone interno che, nell’arco di 12 mesi, ha portato dall’esaltazione per un inizio di mondiale roboante all’uscita (diciamo così) di Binotto, Sanchez, Mekies e alla delocalizzazione di Rueda.
Se Mercedes è tornata ai livelli di inizio anno scorso, Ferrari si è adagiata col tempo ma soprattutto sembra non avere margine per risalire la china. Certo, ci sono gli sviluppi, ma suonano più come dei ripieghi che possono limare qua e là piuttosto che ribaltare la situazione. Non saranno le fiancate rinnovate a regalare decimi al giro nell’era dell’effetto suolo, mentre le sussurrate nuove sospensioni bisognerà vedere, eventualmente, come risponderanno al test della pista, ben altra cosa rispetto alla simulazione.
Se si pensa ad un anno fa sembra ne siano passati cinque. Non erano ancora arrivate le batoste di Barcellona e Baku, ma tutto il resto era diverso. C’erano entusiasmo, voglia di lottare. Dopo cinque gare del 2023 c’è già da guardare in là cercando di rimediare il più possibile a quello che si ha a disposizione adesso.
Quindi no, non è vero che la SF-23 non ha precedenti. Ne ha eccome. Il problema è che non sono quelli sperati.
Immagine: Media Ferrari
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