Proprio Niki Lauda ha di recente definito i piloti di F1 degli “egocentrici bastardi”, inserendosi nel mare di voci che stanno parlando della rivalità dei due piloti Mercedes, Nico Rosberg e Lewis Hamilton.
Certo, tutti guidano da egoisti. Che cosa pensate che siano qua a fare? Li chiamo egocentrici bastardi. È l’unico modo per vincere e l’unico modo per vincere il mondiale.
Ci viene da dire, però, che c’è modo e modo di esprimere il proprio egocentrismo in F1, e ci permettiamo di prendere spunto proprio dai due piloti Mercedes: Lewis Hamilton sta mettendo in mostra il proprio egocentrismo in pista, con giusta spietatezza, manifestando una forza mentale granitica invidiabile e una supremazia in qualifica e in gara interrotta solo da Sebastian Vettel in Malesia.
Quest’affermazione dell’ego dell’inglese, agonisticamente parlando, non va proprio giù a Nico Rosberg – ed è un suo sacrosanto diritto, in quanto primo avversario di Hamilton – il quale, tuttavia, sembra essere troppo occupato a manifestare il proprio egocentrismo fuori dalla pista, con boutade improbabili e osservazioni altamente opinabili. Ed è proprio freschissima l’uscita di Nico, che sostiene che Lewis gli abbia rovinato la gara (e le gomme) andando più lentamente di quanto previsto, con il potenziale rischio di trovarsi Vettel alle spalle e di vedere compromesso il suo secondo posto. Quando invece è evidente che chi sta davanti decide l’andatura, in accordo con la strategia elaborata al muretto. Se sei più veloce, o perlomeno pensi di esserlo, sta a te provare a cambiare la situazione (cosa che Nico afferma di aver fatto). A poco vale il video ruffiano pubblicato sui canali social del tedesco, dove le affermazioni post-gara vengono bollate come “cose del passato” e come “confronto costruttivo”. La fragilità mentale e il nervosismo sono piuttosto evidenti in Nico, e il “sano” egocentrismo agonistico ha lasciato spazio a quello mediatico, e quest’ultimo di certo non aiuterà a fargli vincere il confronto con Hamilton.
Fino adesso, Rosberg non è riuscito ad affermarsi in pista, ma non è neanche riuscito a replicare lo stato di forma mostrato nel Mondiale dello scorso anno. Le sue recenti esternazioni, come ha giustamente notato Damon Hill, equivalgono a tirarsi la zappa sui piedi. Ma siamo sicuri che quest’atteggiamento sia quello giusto per tornare a vincere, in pista? Il comportamento di Rosberg dà adito a molte riflessioni e lascia indubbiamente molto perplessi.
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