Messico, 1000 investigazioni e ore di attesa per una sola penalità in griglia (che non serve a nulla). Il solito cortocircuito

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Ottobre 2023 - 11:30
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Anche nel GP Messico 2023 tengono banco le decisioni dei commissari, che fanno ancora una volta discutere

Alle 2.52 di stanotte, praticamente tre ore dopo la fine delle qualifiche del GP Messico 2023, le investigazioni più importanti hanno visto finalmente una decisione da parte dei commissari. La prima era stata quella sul sorpasso con bandiere gialle di Sargeant, arrivata comunque alle 2.10 con la Pole decisa praticamente a mezzanotte.

Tre ore di attesa – manco si fosse in coda per un iPhone – praticamente per un nulla. Ci è voluto l’ennesimo incolonnamento in pitlane per capire che il problema è dovuto all’introduzione del tempo massimo tra le linee di Safety Car, inserito per evitare che le code si formino in pista. Di conseguenza, tutte le richieste di penalità da parte di tifosi, media o chiunque altro sono state disattese con un bel “No Further Action” abbinato da un “effettivamente le regole contrastano tra loro” che, come al solito, porterà altre polemiche.

La situazione è intricata e, come al solito, espone i regolamenti ad alcune lacune. Se, come scritto nei comunicati di Verstappen, Alonso e Russell, ai commissari sostanzialmente va bene che le code si formino in pitlane invece che in pista per evitare problemi di sicurezza, si poteva specificarlo subito ed evitare di mettere dei piloti sotto investigazione, facendo perdere tempo a tutti: piloti, Team Manager e media.

Se poi l’unica penalità in griglia comminata è per un pilota che non la può scontare – Sargeant – perché già ultimo, il tutto fa ancora più sorridere. Insomma, come al solito si è persa un’occasione. È da Singapore con il caso Verstappen che, appena un pilota si ferma in pitlane, viene accusato di essere in malafede. A tal proposito, anche ieri sono state chieste a gran voce sanzioni per il campione in carica quando l’unico a non essersi “mai” fermato letteralmente è stato proprio l’olandese, come dimostrato dal suo onboard.

Oltre a questo, fa sorridere l’imbarazzo con il quale l’azione dell’americano della Williams è stata punita con una penalità pesante, che non potrà comunque scontare, con una rigidezza che non ha lasciato scampo ad attenuanti; il tutto mentre l’azione di Hamilton ha visto anche dei dettagli importanti (come l’informazione via radio della presenza delle bandiere gialle) neanche menzionati, alleggerendo così la posizione dell’inglese e favorendo la decisione di non procedere. La non penalità del sette volte iridato si affianca, nella classifica delle incomprensibilità, con l’impeding di Verstappen a Singapore su Tsunoda, altra perla dei commissari di questa stagione.

Insomma, “altro giro altro regalo”, si dice. E, intanto, siamo al terzo weekend di fila dove non si riesce ad avere un progredire liscio delle sessioni. A questo punto è difficile anche capire cosa fare, perché la sensazione è che non si tratti di un singolo episodio controverso ma di un sistema completamente fallace, che ha bisogno di una rivisitazione totale. Sarebbe anche ora.

Immagine: F1

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