NASCAR | Xfinity Series: Un fortunato Chandler Smith si sblocca a Phoenix

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
10 Marzo 2024 - 14:30
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Chandler Smith vince la Call811.com Every Dig. Every Time. 200 a Phoenix. Il giovane sfrutta il ritiro di Allgaier nel finale per imporsi sugli avversari.

Il ritorno a Phoenix della Xfinity Series è stato tutto tranne che prevedibile. I top driver che non hanno subito le conseguenze di un setup completamente sbagliato sono stati quasi tutti annientati da un big one avvenuto a tre quarti di gara, o, peggio, da una foratura a poche miglia dal traguardo. In questa occasione Chandler Smith, oltre che veloce, è stato anche molto fortunato. Sapere come sfruttare lo scenario, nella NASCAR odierna, è davvero importante, e il nuovo acquisto di Coach Gibbs lo ha dimostrato fin troppo bene.

La stagione 2024 di NASCAR Xfinity Series entra nel vivo dell’azione con il quarto appuntamento, la Call811.com Every Dig. Every Time. 200 a Phoenix. L’ovale dal layout particolare, che ospita il Championship 4 da diversi anni a questa parte, ha ospitato molte gare ricche di caution e incidenti di vario tipo.

Phoenix è un ovale storico, dall’evoluzione nel tempo piuttosto particolare. Nel 1964, data di fondazione, lo speedway da un miglio era solo una delle attrazioni offerte dalla race facility, che comprendeva anche un circuito lungo 4 chilometri e un roval. L’evoluzione storica porta le varianti, poco utilizzate, a sparire per far posto a servizi per il pubblico. Dal 2011, difatti, rimane solo uno speedway da un miglio preciso, caratterizzato da un banking poco elevato e dalle 4 curve diverse fra loro. Il dogleg, allargamento della carreggiata posto dopo la linea di partenza (spostata nel 2018 appena prima di esso), si può tagliare per guadagnare qualche posizione. L’elemento unico che caratterizza il tracciato si è spesso rivelato decisivo durante i late restart.

La Call811.com Every Dig. Every Time. 200 non ha, a differenza del circuito che la ospita, una storia altrettanto strana e lunga. La prima gara a Phoenix della serie intermedia si è svolta nel 1999, ma solo nel 2005 è stata aggiunta una seconda prova, da tenersi nella parte iniziale della stagione. Quest’ultima ha sempre mantenuto una lunghezza di 200 miglia, salvo overtime di varia natura (o un’interruzione per pioggia nel 2014).

Si presentano all’evento 39 vetture, una in più rispetto a quanto visto a Las Vegas settimana scorsa. Joey Gase Racing riporta in pista, per la prima volta dopo Daytona, Ford e Frankie Muniz. Patron Gase, che ha partecipato agli ultimi due appuntamenti su una Chevrolet, torna dietro le quinte. La terza auto di Jordan Anderson Racing, sempre in prestito da Mike Harmon, viene ceduta da Karam a Ryan Vargas, fresco di annuncio di stagione a tempo pieno in EuroNASCAR con il team tedesco 3F Racing. Si aggiunge, per la prima delle 10 gare previste, la Camaro di Hendrick Motorsports, oggi affidata a William Byron.

La qualifica prevede un giro secco svolto da ognuno dei partecipanti. Cole Custer, pilota della Ford #00 di Stewart-Haas Racing, riesce a prendere di prepotenza la pole position grazie a un sensazionale, rispetto agli avversari, 27.380″ (però 1.4 secondi più lento del record targato Kyle Busch); il campione in carica è stato perfetto. Il rivale più rapido, Chandler Smith, quest’anno a bordo della Toyota #81 di Joe Gibbs Racing, ha concluso con un tempo di ben 127 millesimi superiore rispetto a quello del poleman. C. J. McLaughlin non prenderà parte alla corsa. Il trentunenne, visto il numero di iscritti alla gara superiore rispetto alla massima capienza, deve abbandonare il tracciato in anticipo.

La gara

Appena viene sventolata la bandiera verde si assiste allo scatto magistrale di Chandler Smith, che riesce ad imporsi su Custer utilizzando il poco banking dato dalla corsia esterna. Non serve molto tempo per neutralizzare la gara.

Giro 6. In uscita da curva 2 Clements tocca Williams che perde il controllo e rientra a gran velocità verso il muro che divide la corsia box dal tracciato vero e proprio. L’alfiere Kaulig colpisce in modo brutale Emerling, che deve salutare i colleghi molto in anticipo. Anche Cram è coinvolto nella carambola, frenando fin troppo bruscamente, ma fortunatamente subisce danni lievi.

Il restart ripete precisamente gli eventi visti pochi minuti prima. Chandler Smith parte bene all’esterno, Custer resta indietro. I primi 45 giri sono dominati, da questo momento in avanti, da una tranquillità costante. L’unico evento da riportare è il ritiro di Vargas, che rientra nei box dopo appena 17 miglia con la parte destra dell’avantreno in fiamme.

Chandler Smith vince in tranquillità lo stage 1. Custer, Allgaier, Almirola, Herbst, Jones, Mayer, Heim, Nemechek (gli ultimi due un po’ in crisi nel finale) e Love lo seguono sotto la bandiera a scacchi biancoverdi. Al termine della sosta generale, adornata dal completamento del lucky dog da parte di Yeley, si può ripartire.

L’inizio del secondo stage è decisivo per il risultato finale. Custer è autore di un ottimo spunto allo scatto di frizione e, tagliando il dogleg, si impone su Chandler Smith che si arrende ben presto al rivale sulla #00. Il ventunenne crolla addirittura nel finale, rendendosi facile preda.

L’unico evento degno di nota della fase centrale di gara avviene durante il giro 76. Heim perde moltissime posizioni a causa della gomma posteriore destra mal fissata. Il contendente al titolo in Truck Series è costretto a sostare per sostituire lo pneumatico incriminato e perde un paio di giri.

Cole Custer vince in scioltezza lo stage 2. Lo seguono sul traguardo Allgaier, Almirola, Chandler Smith, Herbst, Nemechek, Mayer, Love, Jones e Hill. Al termine della sosta generale e del completamento del lucky dog da parte di Honeyman, si riparte.

L’ultima parte di gara si apre in modo molto positivo per Custer. Il poleman riesce subito a imporsi su Allgaier, esterno allo sventolare della bandiera verde, il quale viene immediatamente superato anche da Chandler Smith. Sarà proprio il pilota della #81 a rubare lo scettro al campione in carica nel corso del giro 109. Inizia qui un declino da parte del ventiseienne a bordo della #00, che perde molto terreno a causa di un inaspettato ed evidentemente insormontabile sovrasterzo.

La gara prosegue senza smottamenti fino al giro 137. Deegan allarga troppo in ingresso di curva 1 e sfiora la barriere con il posteriore. La direzione gara utilizza la situazione per chiamare una caution decisamente sproporzionata rispetto alla gravità del problema (la #15 non ha ricevuto danni né ha rallentato, al punto che la stessa Hailie è sorpresa via radio). Al termine del pit generale e del lucky dog di Perkins si ritorna in pista.

La caution precedente, che, sicuramente, ha lasciato molti dubbi riguardo a un’effettiva necessità di essere proclamata, avrà un impatto fondamentale sull’esito finale della corsa. Alla ripartenza Allgaier è autore di un miracolo. Il veterano taglia il dogleg e si porta di molto davanti a Nemechek.

In uscita da curva 2, Herbst fa male i calcoli e, in uscita, tocca Chandler Smith che si era infilato nel mezzo fra JHN e Riley dopo un’altra sosta non perfetta, il quale, a sua volta, bussa contro lo spigolo a sinistra del retro della Supra di Nemechek. Il pilota Cup perde il controllo e si muove a gran velocità verso l’interno, colpendo con forza Herbst e Mayer. Le tre auto rimbalzano come palline in un flipper lungo tutto il backstretch.

Burton, Retlaff, Deegan, Byron, Poole, Almirola, Jones, Ellis e Hill restano coinvolti nella carambola, riportando problemi seri sulla propria autovettura. La #27, che ha impattato frontalmente ad ampia velocità contro i tre piloti non più in grado di controllare il mezzo, sparge addirittura liquidi lungo l’intero percorso. Questo costringe i commissari ad esporre la bandiera rossa.

Retzlaff, Mayer e, ovviamente, Burton escono dalla vettura immediatamente dopo l’incidente. Nemechek e Deegan, invece, provano a resistere. I due si fermano sulla propria piazzola, esattamente come il resto dei coinvolti nell’impatto, per riparare il proprio, ma appare subito chiaro che non c’è niente da fare. Ritiro anche per loro. Una volta concluso il lucky dog da parte di McLeod si può ripartire.

Allgaier si impone di nuovo su Chandler Smith, anche se questa volta dall’esterno. La gerarchia si definisce in fretta nelle posizioni migliori, mentre nelle retrovie è caos. Almirola, anch’egli coinvolto nel big one, rientra dopo un paio di tornate a pieno regime in pit lane e si ritira. La stessa sorte tocca a Kyle Sieg a causa di una foratura alla gomma anteriore sinistra, che lo costringe a rientrare con diverse miglia di ritardo dai diretti avversari.

Degna di menzione l’impresa compiuta da Frankie Muniz a tre quarti di gara. L’attore, famoso per il ruolo da protagonista in Malcolm in the Middle, nonostante delle pesanti vibrazioni che lo hanno costretto a diversi minuti di controllo nei box, decide di rientrare in pista e superare tutti i ritirati del big one prima di abbassare la retina. L’impresa, decisamente rischiosa, gli riesce e vale il 30° posto.

Allgaier sembra infermabile. Il veterano, complice un passo nel long run straordinario, riesce ben presto a sbarazzarsi di Chandler Smith, molto più lento anche a causa di un comportamento troppo aggressivo nei confronti degli pneumatici attuato nelle prime miglia dopo il restart. La vittoria sembra essere già in mano al pilota della #7.

Più si vola in alto, più fa male la caduta. Questo proverbio è molto adatto per riassumere gli avvenimenti del giro 196. Allgaier sta guidando la gara in tranquillità quando la gomma posteriore sinistra della sua Camaro si affloscia, forse per un detrito raccolto tagliando il dogleg. Il veterano non riesce nemmeno ad accorgersi del problema tecnico che ha già sbattuto violentemente contro le barriere esterne a curva 1, distruggendo la scocca della #7, appena riconoscibile.

La frustrazione è ben visibile. Il pilota lancia con tutta la forza che gli rimane nel corpo il “baule” della vettura che lo ha accompagnato durante questo weekend prima di venire scortato fuori dalla pista dai paramedici. Sammy Smith e Alfredo sfruttano la caution per un pit stop rapidissimo. Leitz torna a pieni giri.

Overtime. Chandler Smith brucia dall’interno il compagno di squadra Creed al restart. Il ventunenne impugna con tutte le sue forze la posizione lasciata vacante da Allgaier dopo l’incidente. Il compagno di squadra, invece, viene superato anche da Love nel corso dell’ultimo passaggio.

Chandler Smith vince la Call811.com Every Dig. Every Time. 200 a Phoenix. Il ragazzo di JGR viene seguito sul traguardo da Love, Creed, Hill, Custer, Van Gisbergen, Jones, Kligerman, Sammy Smith e Alfredo. Sono solo 28 le vetture passate sotto la bandiera a scacchi.

Chandler Smith si porta a casa la prima gara stagionale e la seconda in Xfinity Series. Il ventunenne nato in Georgia, figliol prodigo di TRD, ha dimostrato che ritornare nel programma che lo ha lanciato non è stata poi una cattiva scelta. La stagione è ancora lunga, ma sembra proprio che il giovane abbia ancora buone possibilità di dire la sua in diverse altre occasioni.

I risultati odierni

La classifica della “Call811.com Every Dig. Every Time. 200”

La classifica generale

Così in campionato dopo 4 gare su 33 della NASCAR Xfinity Series 2024

La vittoria di oggi permette a Chandler Smith di strappare un ticket valido per i playoff, impresa riuscita, per il momento, solo a Hill, nonché di sorpassare al comando della classifica generale, seppur per un solo punto, lo stesso Austin.

I prossimi appuntamenti

Il sabato a Phoenix è finito. Nonostante tutto, c’è poco da rattristarsi, perché domenica alle 20.30 (diretta su Mola con il commento di Simone Longo e Nicola Bondavalli) si terrà la Shriners Children’s 500, gara di NASCAR Cup Series. La Xfinity Series si prende una settimana di pausa prima di tornare in pista sabato 23 Marzo con la Focused Health 250 al Circuit of the Americas.

Immagine: Media NASCAR

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