Era annunciato un grande show per la gara decisiva della Xfinity Series e si è andati anche oltre le aspettative. Purtroppo Justin Allgaier ha mancato l’appuntamento ma gli altri tre, i cosiddetti big3, ci hanno regalato la classica corsa da “one for the ages”. Il primo a cedere – come l’anno scorso – è stato Bell, il quale conferma di non adattarsi fino in fondo all’ovale di Homestead, e dunque a contendersi il titolo sono rimasti Tyler Reddick e Cole Custer. Dopo un duello fantastico a pochi centimetri dal muro il pilota del RCR, con il team che festeggia al meglio il 50° anno di attività sportiva, ha preso la testa della gara a poco meno di 20 giri dalla fine e si è involato verso il trofeo più prestigioso replicando il successo dell’anno scorso. Alla fine a festeggiare è solo Reddick mentre per tutti gli altri scende un velo di tristezza, per Custer e Bell in quanto sconfitti, ma anche un po’ per noi spettatori perché quanto mostrato in pista da questi tre piloti non lo si rivedrà per un bel po’, dato che tutti loro il prossimo anno saranno in Cup Series e la Xfinity sarà molto più povera in una stagione di transizione alla ricerca dei loro eredi.
La gara
Come detto anche in occasione della gara della Truck Series, il venerdì a Homestead è complicato e la Xfinity Series è quella che paga di più. Le FP1 durano appena 13′ (lordi, perché nel mezzo c’è anche una bandiera rossa per Yeley che si ferma in pista), poi arriva la pioggia e le vetture non scendono più in pista. La situazione è difficile e lo è ancora di più per Allgaier, che in quel poco tempo per poco non viene stretto a muro involontariamente da Starr e rimedia qualche ammaccatura sulla fiancata sinistra.
Questo impedisce la definizione degli assetti e lo si vede: Reddick si prende la pole davanti a Custer mentre Bell e soprattutto Allgaier pagano il sovrasterzo e sono settimo e addirittura 16°. E le speranze di Justin, che partiva un po’ da outsider ma ripresosi con la vittoria di Phoenix, praticamente sfumano qui. Sarebbe stato bello vedere un confronto più regolare con molto più tempo a disposizione, ma anche lo show andato in pista non ha deluso, anzi.
Alla bandiera verde Reddick parte bene mentre Jones tenta l’attacco a Custer ma si deve riaccodare e poi pensare a difendersi da Cindric e ciò permette l’allungo di Tyler e Cole. La fuga è breve perché al quinto giro il motore di Ray Black Jr. esplode in maniera scenografica e inonda la pista di olio. Si riparte al giro 12 con Reddick e Custer sempre davanti, mentre Bell e Allgaier sono risaliti in sesta e 11esima posizione. Lo stint successivo è una replica del primo, visto che al giro 22 l’anteriore destra di Matthews esplode mandandolo dritto a muro in curva3.
Allgaier intanto recupera a fatica a causa del sovrasterzo e per questo è costretto a rischiare molto nelle ripartenze, andando anche 3-wide ma ottiene poco mentre Reddick, Custer e Bell sono ora nelle prime tre posizioni. Tuttavia la #20 del JGR non è al meglio nelle prime fasi di gara e lo si vede quando Briscoe, alla caccia del 5° posto in classifica generale, lo sorpassa. Nel frattempo i piloti si lamentano via radio che un detrito dell’auto di Matthews è rimasto incastrato sotto le barriere e, visto che i piloti stanno già provando la traiettoria lungo il muro, questo può essere molto pericoloso. Così i commissari, che incredibilmente non lo avevano rimosso 10 giri prima, sono costretti a chiamare una caution che apre il libro delle strategie.
I set di gomme a disposizione ci sono a sufficienza ma giocarseli subito potrebbe essere un rischio. Malgrado ciò Reddick e Custer decidono di andare in pit lane a differenza di Bell, che passa in testa, e Allgaier. Tyler e Cole sono costretti a ripartire in 22esima e 23esima posizione con appena otto giri da disputare ed un loro recupero sembra difficile, e invece il degrado complessivo delle gomme è talmente enorme che i due – insieme a Briscoe, Brandon Jones, Nemechek ed Haley – letteralmente volano alla ripartenza.
Bell fa pattinare le gomme e così è Gragson a prendersi la prima posizione ma Reddick in un paio di giri è già lì con loro. Tyler per passarli sceglie l’interno e deve alzare il piede, così ad approfittarne sono Briscoe e Custer che invece dall’esterno superano tutti e vanno in testa mentre Bell e Allgaier invece affondano finendo fuori dalla top10. Briscoe vince la prima stage davanti a Custer, Haley, Reddick e Nemechek.
Al break a montare gomme fresche sono però ora tutti gli altri piloti e quindi il pronostico si ribalta ancora, con Custer e Reddick che dovranno giocare in difesa. Mentre tutti si aspettano Bell, ad andare in testa è invece Cindric che scatta meglio e poi passa tutti i piloti che ha davanti a lui e così, quando la classifica si assesta, Austin è davanti allo stesso Bell, ad Allgaier, Briscoe e Custer con Reddick soltanto ottavo dietro anche a Gragson e Jeb Burton.
Al giro 55 il colpo di scena: Custer inizia a lamentarsi per una possibile ruota mal fissata e cinque tornate più tardi decide che è meglio fermarsi ai box. In pit lane si vede chiaramente che la posteriore destra si muove in maniera anomala e quando Cole riparte, dopo una sosta prudente, è 32° e doppiato. Il pilota della #00 ha davanti a sé i 30 giri decisivi per il suo campionato, dato che rimanere a un giro sarebbe deleterio. Il suo problema è che Cindric inizia a doppiare gli altri piloti e Custer è sempre con l’acqua alla gola, fra il lucky dog o due posizioni più indietro. La stage prosegue senza grossi problemi e Cindric guida su un Bell che non è costretto ad attaccare perché Allgaier è terzo ma staccato di 2.5″ e Reddick è risalito in quinta posizione ma a 5.5″ dalla #20, anche se è in recupero visto che pian piano si sta spostando verso il muro.
Gli unici incidenti arrivano negli ultimi 12 giri e non sono buone notizie per la famiglia Burton: prima Jeb bacia il muro e torna ai box al rallentatore con una foratura, poi all’inizio dell’ultimo passaggio Haley stringe a muro Harrison ed i due si fanno quasi tutto il rettilineo di partenza agganciati e perdendo pezzi. Mentre succede tutto ciò la rimonta di Custer da entusiasmante si trasforma in fenomenale e all’ultimo respiro (aiutato anche dalla Nascar che non chiama subito la caution) addirittura riesce a sdoppiarsi da Cindric – che vince la stage davanti a Bell, Allgaier, Reddick e Briscoe – e così evita persino di essere il lucky dog che lo avrebbe fatto ripartire in fondo alla fila e non nella sua posizione effettiva.
Il giro di soste manda Bell in testa alla gara a 104 giri dalla fine davanti a Cindric, Reddick, Gragson e Allgaier mentre Custer può respirare ed è 14°. Alla ripartenza Bell mantiene la prima posizione ma Gragson sul rettilineo opposto lo sorpassa appena prima della caution per detriti (Haley perde il paraurti di scorta dopo che l’originale era finito sul muso di Burton e la sua gara finisce qui). Altra bandiera verde, stavolta esattamente a metà gara, e ancora una volta Bell non scatta al meglio al punto che Reddick, partito bene dalla sesta posizione invece, lo insidia e un paio di giri più tardi lo sorpassa. Dietro di loro si presenta in poco tempo un Custer tornato nella top5 e che supera Allgaier il quale esce fin da ora dalla lotta per la vittoria.
Come l’anno scorso Reddick cresce man mano che il sole inizia a calare e ai -96 torna in testa alla gara con i “Championship 4” che occupano le posizioni dispari della classifica, infatti Bell è 3° dietro a Gragson, Custer 5° dietro a Cindric e Allagier 7° dietro a Briscoe. Tyler ne approfitta per allungare visto che Noah ha una vettura solo da short run e pian piano scivola indietro mentre sono in recupero le due vetture dello SHR, con Briscoe che non si accontenta a stare dietro a Custer. Ai -78 Chase infatti sorpassa Cole e si porta in terza posizione, ma solo per baciare il muro pochi metri e provocare una caution che manda tutti ai box per una sosta che però non permette di andare fino in fondo.
E qui emerge la situazione a rischio di Custer: infatti l’errore della pit crew alla fine della prima stage lo ha lasciato con soltanto con un set di gomme a disposizione contro i due dei suoi avversari. E Cole dovrà per forza montare questo treno all’ultima sosta, dunque in caso di caution negli ultimi giri sarebbe fregato in quanto, visto il degrado della fine della prima stage, sarebbe praticamente fermo alla ripartenza. Intanto però Custer deve fronteggiare altri problemi visto che alla sosta scivola in sesta posizione mentre Bell scavalca Reddick.
Alla ripartenza ai -73 Bell resiste ai tentativi di sorpasso di Reddick ed il loro duello permette il recupero di Custer che si libera di Gragson, Cindric e Jones e torna in terza posizione poco dopo i -70. I big3 sono racchiusi in poco più di 1″, con Reddick che fa l’elastico fra Bell e Custer. Cole spinge forte ed il trio si ricompatta a 50 giri dalla fine, quando a tutti diventa chiaro che il finale non sarà per cuori deboli.
La pressione che Reddick mette a Bell diventa insostenibile poco più tardi, infatti Tyler attacca deciso in curva1 ai -48 e si porta in prima posizione; Christopher accusa il colpo e al giro successivo viene superato anche da Custer ed è chiaro che – dato che la finestra per l’ultimo pieno si è aperta – manca poco alla sua ultima sosta programmata. Dietro di loro invece – a quasi 5″ – Briscoe completa una rimonta incredibile con la vettura ammaccata e superando Allgaier e Cindric torna in quarta posizione.
A 42 giri dalla fine Bell ed il suo team commettono un errore incredibile: il suo crew chief lo richiama ai box ma lo spotter non capisce e dice di annullare la procedura, così Christopher, a pochi metri dall’ingresso in pit lane si ributta in pista e prosegue. La frittata ormai è fatta e così inizia il giro di soste: ai -41 è il turno di Allgaier mentre Bell si ferma finalmente ai -40, Reddick e Custer in coppia invece ai -37. E l’uscita dai box è uno dei momenti più intensi della stagione: Cindric passa in testa grazie ad un undercut seguito incredibilmente da Bell mentre Allgaier si trova all’interno sia Custer che Reddick affiancati con Cole che ha superato Tyler in uscita di pit lane.
La #7, la #00 e la #2 si fanno mezzo giro 3-wide poi Allgaier cede agli avversari e saluta definitivamente il titolo, mentre Custer si difende da Reddick e inizia l’inseguimento ai due piloti che ha davanti. Il degrado e la differenza di prestazioni si sentono anche pochi giri dopo le soste: Bell sorpassa Cindric dopo un giro e torna in testa ma il sogno dura poco infatti Custer e Reddick lo superano e Christopher inizia così un neanche troppo lento declino che lo esclude dalla lotta per il campionato.
Mancano 30 giri alla fine e inizia l’ultima fase del duello: Custer ha mezzo secondo su Reddick e deve sperare che la gara scorra via liscia fino alla fine altrimenti non può fermarsi ai box per montare gomme fresche. I due viaggiano ad una lunghezza di distanza a pochi centimetri dal muro, non c’è un momento di respiro, ormai danno il 100.1% di quello che hanno e se quel 0.1% di troppo li porta a toccare leggermente il muro poco importa, si tiene giù il piede e si va avanti. Il primo a sfiorare le barriere è Reddick ma questo non lo rallenta, poco dopo Custer pareggia i conti. Un paio di giri più tardi Reddick ne approfitta per attaccare all’interno di curva1, Cole tenta l’incrocio in curva3 ma non ce la fa e così Tyler può allungare fin da subito.
Custer accusa il colpo e scivola subito a 1.2″ mentre dietro di loro Bell ha ceduto di netto ed è stato scavalcato da Briscoe e Gragson mentre Allgaier finisce a muro e torna ai box con una foratura. Cole poi si riorganizza e ai -10 torna a 0.6″, ma poco più tardi tocca di nuovo le barriere, alza il piede e saluta il titolo. Reddick molla soltanto a due giri dalla fine quando ormai ha 2″ di vantaggio, poi possono partire i festeggiamenti.
Tyler Reddick vince il secondo titolo in carriera in Xfinity Series, il primo a farlo con due team diversi, al termine di una stagione incredibile numeri alla mano: 6 vittorie, una in meno di Custer e due di Bell ma le 24 top10 in 33 gare e il piazzamento medio di 6.3 sono entrambi il quarto dato della storia della categoria, segno di un campionato storico. Cole Custer chiude ancora una volta secondo e vicecampione davanti a Briscoe, Gragson, Bell – solo quinto a 17″ – Nemechek, Cindric, Jones, Jeb e Harrison Burton. Allgaier è 14° a un giro, una posizione davanti a Landon Cassill che porta al traguardo la vettura di Morgan Shepherd che incredibilmente ha trovato uno sponsor per evitare gli start&park che duravano ormai da sei anni.
Si chiude così l’era di Reddick, Custer e Bell, i quali hanno portato a casa in tre anni 34 vittorie in 99 gare, un dominio sì ma che ha regalato spettacolo. Si spera che lo regalino anche in futuro in Cup Series e non solo dal primo anno in cui Tyler sarà sulla #8 del RCR, Cole sulla #41 dello SHR e Christopher sulla #95 del LFR con vista però sul JGR. Per la Xfinity Series invece ci sarà un anno di transizione alla ricerca di nuovi giovani talenti e la lotta per diventare gli eredi dei big3 è già iniziata.
Il campione
Tyler Reddick nasce a Corning, California l’11 gennaio 1996. Durante il consueto percorso formativo fra midget, sprint car, dirt car ha ottenuto parecchi record di precocità in materia di pole position e vittorie nelle più famose gare su sterrato in giro per l’America, fra cui Eldora. Nel 2012 il debutto in pista avviene nella ARCA Series con il team di Ken Schrader e alla fine dello stesso anno debutta in K&N Pro Series a Rockingham, pista storica della Nascar e ora quasi abbandonata. Quella del 2012 era una gara ambita da molti piloti, in pista c’erano anche Bubba Wallace, Kyle Larson, Chase Elliott e lo stesso Brett Moffitt, dato che doveva segnare la rinascita di quell’ovale e invece finì per essere un’occasione unica.
Dopo un 2013 lontano dagli ovali, tranne per qualche apparizione come il debutto nella Truck Series, 30° sempre a Rockingham che proprio in quel giorno in pratica chiuse i battenti, per il 2014 viene scelto da Brad Keselowski per il suo team sempre nei Truck per un contratto part-time. Nonostante sole 16 gare disputate su 22 conclude il campionato al 12° posto con 3 top5. Per l’anno successivo l’impegno invece è completo e alla prima gara a Daytona arriva subito la vittoria seguita qualche mese dopo da un secondo successo a Dover. La costanza di rendimento però non gli basta e perde il campionato (l’ultimo disputato col format classico) da Erik Jones per soli 15 punti. Il 2015 purtroppo è un anno problematico per Reddick, tant’è che non si qualifica per la prima edizione dei playoff. A Las Vegas arriva una vittoria di consolazione che, col senno di poi, elimina dal campionato il compagno di squadra Daniel Hemric, arrivato secondo, dal round successivo.
Il passo successivo è la Xfinity Series, dove approfitta delle regole che limitano il numero di gare che i veterani della Cup Series possono disputare nelle serie minori. Così viene scelto da Chip Ganassi per affiancare Kyle Larson sulla #42. Dopo un inizio complicato, vince in Kentucky la gara che segna l’inizio dei playoff. In totale in 18 gare arrivano 4 top5 e 6 top10. Per il 2018 viene scelto da Dale Jr. come sostituto di William Byron sulla #9 campione in carica e al debutto a Daytona vince subito battendo Elliott Sadler per appena 0.0004″, il distacco più risicato nella storia della Nascar. Segue poi una serie di gare in cui combatte con la vettura, dato che ama un assetto di base sovrasterzante e che quindi se assecondato male ti fa finire contro il muro. L’introduzione di un nuovo telaio gli cambia la stagione in meglio al punto che si qualifica per Homestead grazie ad un ottimo “Round of 8”. Qui, partendo da outsider, è quello che si adatta al meglio alle caratteristiche dell’ovale di Miami e alla fine porta a casa un incredibile titolo.
Ancora più incredibile per Reddick è invece la notizia di poche settimane prima: decide di passare dal JRM al RCR, un team che negli ultimi anni in Xfinity Series ha raccolto ben pochi risultati. Per Tyler sembra un passo indietro per prendere la rincorsa verso la Cup Series (e infatti il prossimo anno salirà sulla #8), e invece Reddick porta a casa ben sei successi, 24 top5 e il secondo titolo consecutivo raggiungendo piloti come Sam Ard, Larry Pearson, Randy LaJoie, Dale Earnhardt Jr., Martin Truex Jr. e Ricky Stenhouse Jr.
I risultati odierni
La classifica della “Ford EcoBoost 300”
La classifica finale
La classifica finale della “NASCAR Xfinity Series 2019”
I prossimi appuntamenti
Domenica 17/11:
21:00 Gara Cup: Ford EcoBoost 400 (267 giri per 400.5 miglia) – Diretta su DAZN
Immagini: GettyImages per nascar.com; screenshot da Nascar TrackPass/NascarOnNBC
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.