Dopo la primavera, anche l’autunno: Austin Hill vince nuovamente a Talladega, anche se gli avversari ci hanno messo del loro per aiutarlo
Austin Hill non avrebbe bisogno di svariati aiuti involontari per vincere a Talladega, basterebbe il suo team ed il suo talento sugli superspeedway per farlo. Invece, in Alabama, tutti o quasi hanno fatto in modo che il tappeto rosso per la #21 fosse steso e ben stirato, fra alleanze mai arrivate, errori individuali, incidenti e mancanza di lungimiranza. Dunque, Hill vince ancora e qualifica la #21 per Phoenix mentre lui, a causa della manovra di Indianapolis non ancora ammessa, è stato già eliminato. Chissà se Austin avrà dei rimpianti nelle prossime settimane per un incidente senza il quale sarebbe stato – seppur a sorpresa – in corsa per il titolo.
La gara
Sabato è la giornata dedicata esclusivamente alla Xfinity Series e, malgrado siamo a Talladega, dei 38 iscritti uno sembra tranquillo, è Connor Zilisch visto l’ampio margine in classifica che gli permetterebbe anche una giornata storta. Per gli altri, invece, fondamentale sopravvivere.
38 le auto iscritte anche se solo 37 chiudono il giro di qualifica: la trasmissione della #54 di Gray salta nel giro di lancio e Taylor deve partire dal fondo. Pole position per Jesse Love (come da pronostico) davanti a Sawalich, Eckes, Kvapil, Hill, J.Burton, Zilisch, Allgaier, Almirola e Jones; S.Smith 11°, Mayer 13°, Creed 16°.
Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia oltre a (tecnicamente) Gray anche Maggio e Perkins (modifiche in parco chiuso), può avere inizio una gara da 94 giri (25+25+44) e 250 miglia. Alla bandiera verde Sawalich rimane un po’ solo mentre Eckes spinge forte Love che rimane al comando e poi tiene a bada la stessa #18. Si apre subito la terza corsia con un Gray che cerca subito il recupero dal fondo.
Le prime file sono 2-wide, mentre dietro ci si cerca di organizzare, con Gray c’è anche Sanchez, ma sono ancora attacchi timidi che diventano concreti nel terzo giro quando si muovono Creed, Sanchez, H.Burton, Alfredo, R.Sieg, Perkins e Gray. Love intanto, con le spinte di Eckes, malgrado l’intervento di Kvapil sulla corsia diventata centrale, guadagna. Il primo a perdere la scia, una costante della gara, è Carson Ware sulla #35.
La situazione rimane stabile per i giri seguenti tranne qualche raro rischio, come quello fra Queen e Mosack innescato dall’indecisione di Jones se coprire Creed o no. Anche Sheldon perde qualcosa in questo e il rallentamento della terza corsia favorisce la seconda con Sawalich che torna al livello di Love. Al settimo giro i due sono primi a pari merito sul traguardo. Basta un giro e cambia tutto visto che Sawalich salta dalla guida della seconda fila e la coppia Love-Eckes si sposta davanti a Kvapil lasciando al vento Hill e Zilisch mentre William si è spostato con Creed.
C’è molto equilibrio e non si sa quale corsia avrà la meglio, sul momento sembra l’esterno, però Sawalich cambia ancora vedendo che Love sta avanzando in fretta, lo seguono in molti e a pagare è Almirola che viene salvato da Hill. Questo ricongiungimento lancia Austin e Love deve coprire, formando così la coppia temuta RCR che è la chiave della gara: se Hill e Love riescono a tenere il controllo, è difficile batterli, se si riesce a spezzarla – come a Daytona quando vinsero Zilisch e Kligerman – allora c’è speranza.
Ai -13 Sawalich prova a tenere vivo l’esterno, ma i due RCR lo tengono a bada (e William rischia finendo loose e Sanchez viene messo nel mezzo), alla loro sinistra un po’ di movimento con J.Burton che scende da Almirola lasciando al centro Jones ed Allgaier. Poi di colpo l’interno si svuota di colpo con Eckes, Zilisch e Kvapil che finiscono fuori dalla top20.
La coppia RCR mantiene il controllo fino al decimo giro quando Sanchez riesce a lanciare un attacco che prima li spezza, poi addirittura Nick si porta al comando mentre Love si piazza al centro con Jones lasciando H.Burton all’esterno. Il rimescolamento porta sul traguardo al big one.
Una piccola indecisione, anche a causa del doppiaggio di Ware, nella corsa interna fa rallentare minimamente Creed e così il solito Jeb Burton lo travolge adducendo la causa del sovrasterzo, scarta verso destra, centra Jones che sbanda a sinistra prendendo in pieno Creed e da lì sul traguardo ci sono auto sparse ovunque, alcune sull’apron, altre che finiscono a muro. Viene esposta la bandiera rossa per le riparazioni alle safer barrier.
La lista dei coinvolti è lunga e di peso: Creed, Mayer (quindi la coppia Haas), Jones, Clements, Queen, R.Sieg, Alfredo, Anderson e i cugini Burton. Per Creed la situazione pare seria fin da subito ed il ritiro è quasi immediato come per Clements, Queen e Sieg, Alfredo, Mayer e Anderson provano a proseguire, Sam si prende pure una penalità di due giri per i troppi meccanici intervenuti ma è tutto inutile, proseguono solo Jones (che dopo lunghe riparazioni arriverà al traguardo staccato di 16 giri), Harrison Burton (sostituzione quasi integrale del retrotreno, chiuderà clamorosamente 13°) e Jeb Burton che, ovviamente da causa scatenante dell’incidente, è il meno ammaccato.
Dopo il lucky dog di Ware e 16’20” di bandiera rossa, si riparte con ben tre piloti playoff ko mentre Sammy Smith per il terzo weekend consecutivo è molto fortunato ed evita il peggio per un pelo. C’è tempo per alcune soste (Gray, Thompson, uno Zilisch passato non si sa dove, Maggio, Gase e Poole), poi si riparte con Sanchez al comando su Hill, Love, Sawalich, Allgaier, Mosack (sulla #99 al posto di DiBenedetto sollevato dall’incarico in settimana), Almirola, Eckes, Kvapil e Smith.
Bandiera verde per uno sprint di cinque giri e il choose cone mette la coppia RCR all’esterno ed ha vita facile, poi scende davanti a Sanchez lasciando al vento Allgaier. Zilisch cerca il recupero in terza fila seguito da Gray, Kvapil salta su a trainare con loro rientrando in top10, ma in fretta le due corsie esterne si fondono con Hill a dover controllare entrambe. Love all’interno rischia sulla spinta di Allgaier ma si salva spostandosi davanti a Kvapil.
Ai -2 l’esterno avanza e Love ha il varco per attaccare, tuttavia nessuno l’aiuta sul momento e così rischia di perdere terreno, solo verso curva3 arriva Zilisch in suo soccorso. Jesse ci prova ancora all’ultimo giro seguito dallo stesso Connor, ma Austin blocca ancora e Allgaier, Kvapil e Smith approfittano del buco libero davanti a loro. Hill vince la prima stage davanti ad Allgaier, Love, Zilisch, Almirola, Smith, Perkins, Thompson, Kvapil e Sawalich. Lucky dog (da -2 a -1) per uno Jones ancora tecnicamente vicino prima dei guai ulteriori dato che si ferma subito con la pit lane chiusa e il free pass gli viene tolto.
Al break quasi tutti vanno ai box e la nuova classifica vede Thompson davanti a Kyle Sieg, poi i big con Love, Zilisch, Gray, Hill, Honeyman, Sanchez, Allgaier, Kvapil, Almirola, Sawalich e Smith. Ancora riparazioni per i cugini Burton mentre qualche guaio per Retzlaff, speeding per Mosack e stallo mancato per Williams.
Bandiera verde ai -19 nella seconda stage e la coppia Thompson-Sieg viene fatta saltare immediatamente con Love che passa al comando seguito da Zilisch, Gray ed Hill con una fila interna che si forma rapidamente lungo il muro. A lanciare il contrattacco è Smith con Sanchez mentre Eckes rinuncia subito. La mossa successiva è di Zilisch con Hill, Love non chiude immediatamente e così Austin torna in scia. Connor sembra solo e fregato, ma riesce a chiudere clamorosamente il sorpasso in curva4. Questo sarà l’unico giro in testa per Zilisch, ma gli permette di allungare la striscia di gare consecutive al comando e che dura da Rockingham. La differenza di velocità però è troppo alta, la coppia RCR si organizza e al passaggio successivo la #88 torna indietro, passata anche da Smith e Sanchez.
Sammy Smith è colui che prova a scombinare le carte, pur rischiando molto, ma riesce a dividere Love (che rimane al comando) ed Hill che commette un raro errore sbagliando corsia. Jesse dunque deve ora controllare due file con a capo Eckes e Smith mentre Sanchez rischia di essere fatto saltare da Zilisch, cosa che invece fa J.Burton con Honeyman.
Ai -13 Eckes attacca e salta davanti a Smith, Allgaier prova ad avanzare ma il buco lasciato viene occupato dallo stesso Sammy, Eckes tenta un side draft che non riesce e la #8 torna al secondo posto seguita da Zilisch, al punto che Love deve coprire il loro attacco. È una fase molto dinamica alle spalle di Love, ai -12 Eckes si muove nuovamente e si piazza all’esterno, Love copre, Allgaier avanza e si mette alla pari di Jesse. Mentre Kvapil risale, in questa fase è Zilisch a perdere.
Ai -10 è Hill che torna in azione, segue Eckes e apre una terza corsia al centro, anche se ormai la corsia interna si è svuotata di elementi di peso a parte Kvapil ed Almirola. Questo rimescolamento aerodinamico, però, permette ad Allgaier di avanzare e passare Love seguito da Eckes, il quale però va all’esterno (e rischia grosso ancora con i side draft) e così dietro alla #7 si piazza Hill. Ai -8 finisce il weekend disastroso per Gray, il cui motore salta e per Taylor c’è il ritiro.
Il 2-wide alle spalle di Allgaier torna 3-wide, ma è poco organizzato, al punto che Love all’esterno perde terreno come Zilisch all’interno. Questa poca organizzazione porta ad un nuovo incidente: sul trioval il 3-wide diventa 4-wide Honeyman nel mezzo fra Dye e H.Burton sbanda, si appoggia a Zilisch alla sua sinistra, poi nel pendolo parte verso il muro e travolge Sawalich, Mosack e Thompson. Tre auto distrutte (e William poi portato anche in ospedale per accertamenti, tutto ok), una bandiera rossa per pulire la pista da 10’35” e altro colpo di scena dato che Connor torna ai box con il muso molto danneggiato sul lato anteriore destro, primo grosso segnale che la striscia di 18 top5, iniziata proprio dopo il botto di Talladega in primavera, potrebbe finire.
Si torna sotto bandiera gialla e il gruppo si spezza, pittano Eckes, H.Burton, Dye, Williams ed altri, poi ripartenza per uno sprint di due giri con Allgaier al comando su Smith, Hill, Almirola, Kvapil, Sanchez, J.Burton, Love, Perkins e Gase; in gara 26 auto (più Jones) e di queste sono 23 Chevrolet, due Ford (K.Sieg e H.Burton) e due Toyota (Almirola e lo stesso Jones che è come se non contasse in questa situazione).
Si riparte alla pari (sul traguardo Allgaier e Smith separati da 0.000″) e Zilisch in coda che ha già forato e deve tornare ai box. Il doppio tandem #7-#21 e #8-#1 avanza nettamente, Kvapil è il primo a mollare, Hill continua a spingere e così Allgaier rimane al comando, ma è solo, troppo solo e così è preda facile.
È già iniziato il disastro in casa JR Motorsports: Allgaier sbaglia la copertura su Austin che è spinto di continuo ora da Kvapil, Smith a non prendere la scia per riprenderli. Hill non avrebbe nemmeno bisogno di questi aiuti involontari, ma – se arrivano – il gioco per lui è ancora più facile. Hill vince anche la seconda stage davanti ad Allgaier, Kvapil, Eckes, Sanchez, Love, Almirola, Smith, Dye e J.Burton. Lucky dog per Leitz, motore rotto per Ellis dopo aver preso un detrito.
La sosta generale (che sulla carta permette a tutti di andare in fondo con la benzina, al punto che dicono a Love di essere otto giri in attivo) mette Dye al comando (unico a non pittare) su Eckes, Hill, Kvapil, Honeyman, Starr, Almirola, Smith, Sanchez ed Allgaier con Love 12° e Zilisch 17°.
Bandiera verde ai -39 e Kvapil spinge forte Dye, poi però arriva di rincorsa il tandem Eckes-Hill, ma dietro di loro il gruppo è poco organizzato, a cavallo fra 2- e 3-wide. Smith è il primo a cercare l’esterno. Il rimescolamento porta clamorosamente Love già nella scia di Hill e così la coppia RCR è già compatta. Jesse prova a vedere se ci sia un varco all’esterno e lo trova, ma Eckes copre; si apre così la porta ad un Almirola, fino a quel momento sempre coperto, che si porta al comando seguito nella sua corsia da Dye, Hill ed Eckes.
Aric si trova a difendere le tre corsie alle sue spalle, sul momento si concentra sull’esterno, poi è costretto a tornare da Dye, dunque deve per forza andare da Hill che lo lancia davvero avanti, portando anche sé stesso in seconda posizione ai -36. Si torna 2-wide e sull’altra corsia è sbucato fuori Sanchez davanti ai cugini Burton, Perkins, Allgaier e Kvapil. Eckes è stato messo nel mezzo da Love che, quindi, è di nuovo in scia ad Hill. La stessa sorte per Smith, invece, scombina le carte al punto che i Burton si infilano in mezzo alla coppia RCR.
Ai -34 altro rimescolamento: Hill spinge Almirola che poi non chiude la porta e così Austin lo affianca, ma di questa indecisione ne approfittano i cugini Burton con Jeb che spinge un Harrison col retrotreno rifatto al comando ai -33. Passa un giro e la #25 viene messa nel mezzo (idem Jeb con il concorso di Perkins), Allgaier ne approfitta seguita dalla coppia RCR, ma resiste per un solo giro e l’attacco di Love alla #7 non si conclude, al punto che Hill piazza la sua zampata ed ai -31 si riporta al comando sostenuto da Almirola.
La corsia interna si è sparpagliata, Love prova a tenere botta da solo, ma inizia a perdere terreno, poi trova un varco alle spalle di Almirola. Ormai si va verso la fila indiana lungo il muro che si completa ai -29, dunque è possibile ora ricostruire la classifica: Hill al comando su Allgaier, Almirola, Love, Honeyman, Williams, J.Burton, Dye, H.Burton, Smith, Eckes, Perkins, Kvapil, Sanchez, Zilisch, K.Sieg, Poole e Maggio, poi al gancio Starr, Gase, Smithley, Retzlaff, Bacarella e Leitz per i 24 nel gruppone di testa, Ware già staccato, Jones ampiamente doppiato.
Torna la calma e tutto rimane tranquillo per moltissimi giri, praticamente fino in vista del traguardo. Nessuno in vetta osa attaccare, la coppia RCR – anche se separata – fa paura con Hill in controllo. Saranno in pochissimi a lanciare attacchi a ripetizione nei giri successivi, ma nessuno avrà il coraggio di supportarli e quindi le loro manovre si chiuderanno sempre con un ritorno nella fila. Dunque, bisogna fare un applauso alla tenacia di Nick Sanchez, Christian Eckes, Daniel Dye ed Harrison Burton, con quest’ultimo che spera ancora nella collaborazione con il cugino che – invece – in un paio di occasioni lo frega sul più bello pensando più a sé stesso. Ai -23 si spegne definitivamente la striscia di Zilisch: una foratura porta la #88 ad appoggiarsi al muro; Connor chiuderà 23° a -3.
Si guarda con attenzione soprattutto a Love che, dal quarto posto, dai -20 in poi in più di una occasione crea apposta il buco per lanciare un attacco per saltare Almirola e chissà, magari non solo lui; ai -17 Jesse balza Aric. Allgaier invece sbircia alle spalle di Hill, ma rimane in scia. Dai -20 anche Sammy Smith si aggiunge alla lista degli attaccanti a ondate, ma la #8 è vittima di side draft aggressivi che lo rimettono in riga. In ogni caso, anche gli attaccanti dimostrano poca lungimiranza, dato che sembrano quasi più attacchi isolati piuttosto che in sequenza per formare un trenino organizzato. Alla fine solo Sammy riesce ad avanzare e trova un varco nella fila indiana ai -16 in top5 dietro ad Almirola.
Ai -10 si capisce definitivamente l’antifona: ad Allgaier, ancora secondo, via radio dicono di pensare in grande. Ovvero, ragiona in ottica campionato, non prenderti rischi. Dunque, Hill è in una botte di ferro. Dopo i soliti attacchi dei piloti già citati, ma poco organizzati, si arriva direttamente ai -2.
In curva1 Almirola spinge forte Love e lo fa saltare al punto che Jesse, non volendo, si trova affiancato ad Allgaier, alle sue spalle Smith finisce nel mezzo della strada cercando di approfittare di questo, ma in curva2 tocca Almirola sulla posteriore sinistra e lo manda in testacoda. Aric coinvolge, anche qui in maniera abbastanza violenta nell’incidente, Dye (che sbatte contro il muro interno), J.Burton e Leitz. Lucky dog per Ware.
Si va all’OT con Hill al comando su Allgaier, Love, Honeyman, Williams, Smith, Eckes, Perkins, Kvapil, Sanchez, Maggio, K.Sieg, H.Burton, Starr, Smithley, Poole, Gase, Retzlaff e Bacarella oltre a J.Burton e Leitz che si riaccodano con Ware.
Nessuno pensa alla benzina, o meglio non troppo, le dichiarazioni su Love di inizio stage sembravano rassicuranti, invece per sicurezza subito ai box per un rabbocco Kvapil, Poole, Gase, Retzlaff e Bacarella, poi clamorosamente rimane a secco all’ingresso dei box Smith e la #8 raggiunge a spinta lo stallo, ripartendo (anche qui fortunosamente) al pelo senza venire doppiato. Inizia a far paura anche l’oscurità, dato che mancano solo 30′ al tramonto.
Giro successivo e altro colpo di scena: pittano all’ultimo anche Allgaier e Love quasi a secco. Hill (ed altri) invece proseguono sull’apron. Alla ripartenza Hill guida su Honeyman, Williams, Eckes, Perkins, Sanchez, H.Burton, K.Sieg, Smithley e Starr con zero auto playoff (piloti) in top10, poi Kvapil, Poole, Gase, Bacarella, Retzlaff, Allgaier, Love, Smith, Ware, Leitz e J.Burton.
Pronti via per l’OT e Williams rimane subito a secco, Hill avanza seguito da Honeyman e Perkins mentre Eckes cerca la rimonta. Perkins si stacca mentre la #16 arriva in rimonta e Kvapil arriva a tutta in terza corsia.
Mentre la #21 appare sempre in controllo, dietro di lui c’è la battaglia per riprenderlo, anche perché non si sa quanta benzina abbia Hill dopo essere rimasto sempre al vento. Nell’ultimo giro sbuca fuori dal mezzo Sanchez, Austin si difende ed apre la porta ad Allgaier mentre Nick si trova dietro Eckes che lo spinge troppo e lo manda a muro sul rettilineo opposto. Il piccolo scompiglio (senza caution) permette ad Eckes e Kvapil di rimettersi dietro alla #21, ma ancora una volta non c’è nulla da fare e i tanti piccoli errori personali mandano il pilota RCR in victory lane fra i fischi di tutti (a cui Austin risponde con il dito medio).
Hill vince ancora a Talladega davanti a Kvapil, Allgaier, Eckes, Bacarella (che aveva iniziato la giornata al centro medico con una sinusite, al punto che Parsons era pronto a subentrare), Perkins, Retzlaff, Honeyman, Smith e Love; Zilisch 23°, Jones 26°.
La classifica generale viene dunque rivoluzionata: malgrado l’incidente Zilisch è qualificato a Phoenix in base ai punti ottenuti, ma lo è anche Allgaier. Due i posti assegnati, il terzo quasi visto che Love è addirittura a +40. Poi tutti a rischio: Kvapil (+11), Smith (-11) saranno in battaglia e sperano che uno fra Jones (-20), Mayer (-22) e Creed (-41) non vinca a Martinsville. Ancora più complicata la situazione owner: dopo la #19 va al gran finale anche la #21, dunque una fra la #88 e la #7 è a rischio per la Championship 4.
I risultati odierni
La classifica della “United Rentals 250”
La classifica generale
Così in campionato dopo la seconda gara del Round of 8 della NASCAR Xfinity Series 2025

I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 20:00 a Talladega ci sarà la gara della NASCAR Cup Series; a partire dalla pole position sarà Michael McDowell. La Xfinity Series torna nel prossimo weekend a Martinsville con appuntamento all’1:30 nella notte fra sabato e domenica. Tutte le gare saranno in diretta su p300.it.
Immagine: Media NASCAR
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