Austin Hill vince la Ag-Pro 300 a Talladega battendo Jeb Burton. Fondamentale una caution all’ultimo giro
Austin Hill vince per la prima volta a Talladega e diventa il re del “flat out”. Il nativo della Georgia sfrutta la caution finale, causata da un incidente di Zilisch, per beffare Jeb Burton, solo secondo al termine di una corsa molto meno caotica rispetto a quanto preventivato.
La NASCAR Xfinity Series giunge al Talladega Superspeedway per l’undicesima gara stagionale, la Ag-Pro 300. La classe intermedia affronta la pista più veloce del calendario, caratterizzata da elevatissimo banking, per la prima volta nel 2025.
Per descrivere al meglio il Talladega Superspeedway servirebbero molti paragrafi, visti tutti gli aneddoti e le imprese compiute in Alabama. Il tracciato, catalogato come superspeedway per la sua lunghezza elevata, di 2.66 miglia, e le altissime velocità che si tengono durante la gara, è stato costruito nel 1969. Escludendo la demolizione del roval, datata 1989, trasformato in un parcheggio per camper, l’impianto non ha subito modifiche dall’anno della sua creazione. Un altro motivo per il quale l’ovale è conosciuto è la consistente presenza di pack racing, fenomeno che si verifica quando le vetture restano costantemente in scia l’una con l’altra. I piloti dovranno sfruttare tattica e audacia (oltre che fortuna) per tentare la vittoria finale.
La Ag-Pro 300, gara di 113 giri, è un appuntamento che si tiene sull’ovale più lungo del calendario da innumerevoli stagioni consecutive. Dall’entrata in calendario nel 1992, la gara primaverile di Talladega (estiva fino al 1996) non è mai mancata nel programma di Xfinity Series. L’unica modifica riguarda la lunghezza, visto che la prova è stata accorciata di 4 passaggi a partire dal 2015.
Sono 41 gli iscritti alla gara, uno in più rispetto a Rockingham. Salas lascia il sedile della Chevrolet #45 di Alpha Prime Racing a Caesar Bacarella, uno dei proprietari della squadra. Per questo round avviene anche la canonica alternanza sulla vettura di Cope Family Racing, su cui sale Leland Honeyman al posto di Annunziata.
DGM Racing with Jesse Iwuji Motorsports sorprende tutti e schiera per la prima volta dopo oltre due anni Jesse Iwuji. Il proprietario della squadra, che utilizza una Chevrolet, prende il posto di Bilicki, che ha corso a Rockingham. La #53 di Joey Gase Motorsports with Scott Osteen torna nelle mani del boss Joey Gase. Nel round precedente, la ZL1 era stata qualificata da Yeley e guidata da Legge, che, quest’oggi, è stata iscritta ancora sulla #32 di Jordan Anderson Racing.
MBM Motorsports, che, almeno in quest’occasione, passa a Chevrolet, porta in pista Mason Maggio. RSS Racing schiera una terza Ford, la #29, per Jake Garcia, iscritto a tempo pieno in Truck Series con ThorSport Racing.
Anche in casa Toyota avviene un “cambio degli armadi”, visto che Joe Gibbs Racing affida all’esperto Aric Almirola la guida della #19. Bonsignore non partecipa a questa gara. Sam Hunt Racing schiera una seconda Supra, la #24, per Jeffrey Earnhardt, nipote di Dale e part timer da diversi anni nella classe intermedia. Richard Childress Racing decide di tornare alla solita lineup, composta da due vetture, mentre Mike Harmon Racing non partecipa a questo appuntamento.
La qualifica si compone di due fasi (la seconda poi cancellata per il rischio temporali), entrambe composte da un giro singolo svolto a pista libera. Solo i primi 10 accedono alla seconda parte della sessione, in cui si giocano le posizioni migliori. Jesse Love, pilota della Chevrolet #2 di Richard Childress Racing, conquista la pole position grazie ad uno straordinario 52.546″. Il giovanissimo anticipa di quasi 2 decimi il compagno Austin Hill, a bordo della #21. Visto che la griglia è limitata a 38 partecipanti, Smithley, Green e Garcia sono costretti a lasciare Talladega già il venerdì sera.
La gara
Love scatta molto bene dalla linea interna e mantiene così la leadership della corsa. Hill, partito esterno, decide di supportare il compagno di squadra mettendosi alle sue spalle sul backstretch. Il duopolio dei ragazzi di Richard Childress durerà per diversi minuti, visto che, nonostante i cambi di corsia, restano sempre in cima al gruppo.
La situazione cambia leggermente attorno al quinto giro, momento in cui Love comincia a zigzagare per evitare l’avanzata degli avversari. Il giovanissimo si stabilizzerà poi all’interno alla fine dell’ottava tornata. La corsia più vicina alla linea gialla avanzerà di molto da lì in poi, diventando un vero e proprio riferimento per tutti.
Nel frattempo si assiste al primo problema della gara. Retzlaff, difatti, è costretto a rientrare per un pit stop di emergenza a causa di una foratura. Il giovane di Alpha Prime perde così il gruppo, che non recupererà mai più.
L’azione torna protagonista, o quasi, nel corso del sedicesimo giro, in cui Love blocca l’avanzata della linea esterna cambiando corsia in curva 4. Il poleman comincerà poi a zigzagare prima di mettersi, all’inizio della diciottesima tornata, a capo della fila di piloti più vicina alle barriere.
La situazione cambia ancora al ventesimo giro, in cui la risalita dei piloti della linea interna permette a Love di modificare la propria strategia. Il californiano cambia di nuovo corsia per mantenere intatta la sua leadership.
La prima vera lotta per la prima posizione inizia al giro 24. Love, appena dopo essere passato sulla linea del traguardo, si butta in mezzo prima di tornare interno in curva 1. Dopodiché, per bloccare l’avanzata di Hill, il nativo di Menlo Park andrà a coprire l’esterno sul backstretch prima di spostarsi nuovamente nella traiettoria vicina alla doppia linea gialla alla fine della tornata.
Hill tenta, ma non concretizza, il sorpasso sul compagno di squadra con una manovra di indubbia intelligenza tattica durante il venticinquesimo giro. Il “re dei superspeedway“, difatti, si butta sulla linea interna una volta arrivato sul backstretch, ma non riesce ad avere la meglio su Love, che lo circumnaviga all’ultima curva.
Jesse Love, pilota della Chevrolet #2 di Richard Childress Racing, vince lo stage 1 a Talladega. Anche Hill, Creed, Eckes, Sanchez, Williams, Ryan Sieg, Harrison Burton, Jeb Burton e Dye ottengono dei punti validi per il campionato. Al termine della prima serie di soste, in cui Alfredo ha la possibilità di guadagnare un giro, la corsa riparte.
Il secondo stage si apre, ancora una volta, nel segno di Jesse Love. Il pilota di RCR, difatti, si difende dall’interno da Sanchez, che verrà spedito largo in curva 4. Il giovanissimo prende così la testa della corsia esterna.
Love deve vedersela, però, con la grande prova strategica di Eckes. Il poleman non si fa sorprendere da questi giochetti e, dopo essere avanzato assieme alla propria corsia, si fionda davanti al rookie alla fine del giro 33. Anche Allgaier, nuovo leader della linea esterna, termina il passaggio appena citato davanti al pilota Kaulig.
Guidare un gruppo numeroso di vetture non è semplice, soprattutto se sei a Talladega. Love, difatti, è costretto a zigzagare per provare a mantenere la prima posizione. Alla fine del trentacinquesimo passaggio, però, il californiano si stabilisce sulla linea esterna. Smith, a capo della corsia centrale, sfrutta così la situazione per tagliare il traguardo davanti a tutti.
Love chiaramente non ci sta e comincia un braccio di ferro corto ma estremamente energico con il compagno di marca, il quale si risolve sul frontstrech della tornata successiva. Smith, difatti, cerca di fermare il rivale mettendoselo alle spalle in curva 4. Il vincitore del primo stage, però, decide di fregarlo, balzando interno e superandolo poco prima della linea del traguardo.
La battaglia, seppur breve, ha stancato Love che, nel corso del giro 37, sbaglia un cambio di linea e perde molte posizioni. Eckes, a capo della corsia interna, recupera così la prima posizione. Il rookie, però, dovrà avere a che fare con un osso duro del calibro di Jeb Burton.
Già al giro 38, difatti, il figlio d’arte cerca di rubare lo scettro della competizione. Eckes, una volta arrivato sul backstretch, cerca di mettere in silenzio il rivale spostandosi fisicamente davanti a lui. Burton, però, è più furbo, visto che sfrutta l’assenza di un leader per muoversi sulla linea interna in curva 3. La mossa del veterano si rivela vincente e il rookie, dichiaratosi sconfitto, si mette in scia a Jeb, ora diventato leader della corsa.
Burton si ritrova in una situazione spinosa. Il pilota di Jordan Anderson Racing, difatti, zigzaga per diverse miglia pur di evitare attacchi da parte degli avversari. Nonostante ciò, Jeb ha una corsia preferita ed è quella esterna in cui si riposa prima di tornare in difesa.
Hill coglie di sorpresa Burton e lo supera alla prima curva del giro 44. Il pilota di RCR, inizialmente situato sulla linea interna, decide di imporsi sul precedente leader della corsa spostandosi fisicamente davanti al rivale, posto sulla linea più vicina alle barriere.
Hill mantiene la testa della corsa divincolandosi tra la corsia esterna e quella centrale fino al giro 48. In quest’occasione, il nativo della Georgia viene spinto sul backstretch da Allgaier. Il controllo perfetto della Chevrolet #21 permette al pilota di restare in pista, anche se è costretto a mettersi a capo dell’inside lane.
All’ultimo giro, come di consueto, c’è il panico in pista. Le tre corsie sono praticamente alla pari e spetta a chi è davanti difendersi dal gruppo che avanza dirompente. Hill, in quest’occasione, non dimostra alcuna incertezza, riuscendo a tenersi alle spalle tutti e 37 i rivali fino al passaggio sotto la bandiera a scacchi biancoverdi.
Austin Hill, pilota della Chevrolet #21 di Richard Childress Racing, conquista la prima posizione al termine dello stage 2 a Talladega. Love, Almirola, Sanchez, Smith, Zilisch, Jeb Burton, Allgaier, Sawalich e Harrison Burton completano la top 10. I piloti tornano a correre a pieno regime al termine della seconda sosta di giornata.
Love, dopo l'”Allegro” e il “Larghetto”, decide di fare da solista anche nell'”Allegretto”. Il giovanissimo, difatti, sfrutta la scia e la linea interna per imporsi subito su Almirola, che, a causa della frammentazione della corsia esterna, diventata centrale già nel corso del primo passaggio, perde moltissimo terreno.
La situazione resta stabile fino al giro 69, in cui Hill, Love, Sanchez, Dye, Jeb Burton, Alfredo, Eckes, Williams e Perkins inaugurano la terza serie di soste. Jones sfrutta la sosta per vincitore del primo stage per passare in testa alla corsa.
Altri piloti, tra cui Smith, Zilisch, DiBenedetto, Allgaier e Kvapil, svolgono la sosta al termine del giro 71. Li seguiranno, tre tornate più tardi, Jones, Mayer, Almirola, Sawalich, Gray, Creed, Earnhardt, Harrison Burton e Kyle Sieg, fra i tanti. Clements prende così la prima posizione.
Sawalich rimane insolitamente attardato dopo aver fatto la sosta. Il rookie in forza a Joe Gibbs Racing, dopo aver perso molto terreno, rientra in pit lane dove i meccanici scoperchiano il motore della sua Toyota. Visto il grande ammontare dei danni, la #18 è costretta a terminare la corsa in anticipo.
La sosta di Clements, avvenuta al termine del giro 75, lascia pista libera a Legge, che manterrà la leadership della corsa per appena una tornata. Passa così in testa Van Alst, il quale, a causa dell’assenza di scie, verrà presto recuperato dal gruppone.
Jones, a capo della massa di piloti che hanno già svolto il terzo pit stop di giornata, supera senza grossi problemi Van Alst al giro 78. Il veterano, sempre per via della mancanza di un draft partner, perde numerosissime posizioni in curva 4.
Al giro 79 esce la prima vera caution di giornata: Jeb Burton scatta verso l’esterno in curva 1 e tocca Smith, che schizza verso l’interno e viene preso sulla fiancata da Van Alst. Ryan Sieg, per evitare l’impatto, entra nell’inner e tocca l’erba. Il contatto con il manto fa perdere il controllo della vettura al veterano di RSS, che andrà a colpire con violenza Retzlaff. I danni subiti obbligheranno entrambi al ritiro. Emerling lucky dog.
Alla ripartenza Jones, spinto da Harrison Burton, batte allo stacco di frizione Creed, a sua volta aiutato al via da Love. Sul backstretch il pilota Ford, esterno, avanza sul rivale, che in curva 4 recupera la leadership. La #00, però, passerà sul traguardo prima della #20.
Creed riesce, in curva 2, a superare fisicamente Jones. Nonostante ciò, il pilota Haas va esterno alla fine del giro 87, permettendo al rivale appena citato di risalire. Anche Harrison Burton, situato alle spalle della Toyota #20, riesce a terminare il passaggio numero 88 davanti al campione Truck 2020.
Al giro 90 la situazione cambia ancora. Love, che nel frattempo è risalito fino a raggiungere la cima della linea esterna, supera Jones in curva 2 e, alla 3, si butta interno, andando a coprire fisicamente uno dei protagonisti più importanti di oggi.
Love impone la sua autorità solo per pochi minuti. Già al giro 92, difatti, il giovane viene ingannato da Zilisch, a capo della corsia esterna, e si mette in centro, scivolando indietro in classifica. Jones, tornato a capo della linea interna è costretto a restare alle spalle del rookie di JR Motorsports per diverse miglia.
Hill è l’unico in grado di mettere in difficoltà il nuovo leader della corsa. Al giro 96 il nativo della Georgia si butta interno in curva 2, ma Zilisch non è impreparato. Il rookie, spinto dai piloti situati alle sue spalle sfrutta la foga della corsia esterna per tornare in curva 4 davanti al “re dei superspeedway“.
La leadership di Zilisch dura fino al giro 98 in cui, a causa di un cambio di corsia sbagliato, viene superato da Hill, Jeb Burton e Love. Sarà proprio il vincitore del primo stage a provare a mettersi davanti al compagno di squadra nelle battute seguenti, ma non avrà successo.
L’ultima caution viene chiamata al giro 101. Almirola, quando si trova nel bel mezzo del backstretch, si sposta verso l’esterno, ma prende male le misure e urta con la parte posteriore destra della sua Toyota quella anteriore sinistra della Chevrolet di Legge. Il “Missile Cubano” urta contro le barriere esterne prima di tagliare verso l’interno.
Anche Legge perde il controllo della sua auto. La Chevy dell’inglese, però, schizza nella direzione della doppia linea gialla. Nel corso di questo viaggio, la ZL1 centrerà le Toyota di Jones ed Earnhardt, che subiranno dei danni. Almirola si dovrà ritirare, così come la nuova arrivata nella categoria.
Nel momento in cui bisogna scegliere la propria corsia di partenza avviene un fatto degno di nota. Durante il protocollo che precede la ripartenza Honeyman perde il controllo della vettura mentre sta scaldando le gomme, causando un prolungamento della fase di neutralizzazione.
Zilisch scatta bene e va immediatamente davanti a Hill, il quale viene tappato all’esterno da Sanchez. Il rookie di Big Machine è velocissimo, visto che è davanti a entrambi i rivali che gli sono partiti davanti già in curva 4.
Sanchez, che ha deciso di “costruire” la sua base sulla corsia esterna, si tocca con Love, in centro. Questo regala a Zilisch, che è rimasto a capo dell’inside lane, l’opportunità di allungare e di recuperare la leadership della corsa durante il giro 109.
Da questo momento in poi Zilisch deve difendersi con le unghie e con i denti. Al giro 111, per evitare che l’arrembante Kvapil possa rovinargli la giornata, il nativo di Charlotte copre la linea esterna. Allgaier, fino a questo momento scudiero del proprio compagno di squadra, si ritrova così ad avere in mano il mazzo vincente.
Il campione in carica, però, gioca malissimo le sue carte. L’insolita alleanza fra Zilisch e Kvapil, a capo della linea esterna, rovina i piani di Allgaier che, prima dell’inizio della tornata finale, viene passato anche da Jeb Burton, Love e Creed. Insomma, le sue speranze di vittoria sono diventate quasi pari allo zero.
Ultimo giro: Zilisch e Jeb Burton si buttano sulla linea interna in curva 1. Il leader inizia così una strategia di difesa basata sul possesso fisico della prima posizione. Dopo essere andato esterno sul backstretch, il giovane punta ad andare in centro, ma un errore renderà amarissimo il suo finale di gara.
Zilisch sbaglia il bloccaggio su Love mentre prova a cambiare traiettoria e viene spedito contro le barriere interne a folle velocità. Il pilota in forza a JR Motorsports esce dalla sua vettura dolorante alla schiena, ma, fortunatamente, degli accertamenti successivi all’impatto hanno escluso ogni infortunio.
La direzione gara espone quindi le bandiere gialle lungo tutto il circuito. I primi sono al termine del backstretch quando viene proclamato il regime di caution. Questo significa che il pilota in prima posizione nel momento in cui la corsa viene neutralizzata è l’effettivo vincitore.
Il ballottaggio è tra tre piloti: Love, Hill e Jeb Burton. Il poleman e leader del primo stage appare a occhio nudo più indietro, mentre gli altri due, invece, sembrano addirittura a pari merito. Dopo un’attenta analisi, la direzione gara dirama il nome del vincitore.
Austin Hill vince la Ag-Pro 300 al Talladega Superspeedway. Il nativo della Georgia precede Jeb Burton, che, nel post gara, si mette addirittura a piangere per la grande batosta subita. Love, Allgaier, DiBenedetto, Alfredo, Harrison Burton, Perkins, Creed e Dye completano la top 10.
Austin Hill, nato 31 anni fa a Winston, Georgia, ha trionfato a Talladega per la prima volta in carriera. Il tredicesimo successo in Xfinity Series, terzo stagionale, del pilota di Richard Childress Racing conferma per l’ennesima volta le sue doti velocistiche. Insomma, quest’anno sarà lui l’uomo da battere.
I risultati della gara
I risultati della “Ag-Pro 300”
La classifica generale
La classifica di NASCAR Xfinity Series dopo 11 delle 33 gare in campionato
Il terzo centro stagionale non cambia la sorte di Austin Hill, che, assieme a Allgaier, è l’unico pilota già matematicamente qualificato ai playoff. Love, Zilisch, Jones e Smith, che, per il momento, hanno ottenuto una sola vittoria, hanno una posizione privilegiata nel passaggio alla seconda fase di campionato.
I prossimi appuntamenti
La NASCAR Xfinity Series tornerà in pista settimana prossima per la Andy’s Frozen Custard 300 al Texas Motor Speedway, dodicesima gara stagionale, prevista per sabato 3 maggio. La classe intermedia sarà accompagnata nel corso del weekend da NASCAR Cup Series e NASCAR Craftsman Truck Series.
Immagine: Media NASCAR
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